Politica
Le strabilianti piroette europee dei 5 Stelle
Dall'estrema destra all'estrema sinistra: la traiettoria nell'Europarlamento della delegazione del movimento creato da Beppe Grillo che, sicuramente, diventerà oggetto di studio e analisi degli osservatori politici e materia di tesi per gli studenti di Scienze Politiche
Conclusa la prima fase del processo elettorale europeo, ovvero quella della campagna per il voto, sta per concludersi anche la seconda, quella della “campagna acquisti” che conduce alla formazione definitiva dei gruppi politici.
Il 16 di luglio, infatti, si apre ufficialmente la nuova legislatura con la prima seduta plenaria a Strasburgo del Parlamento europeo, la convalida dei membri e l’elezione delle cariche e per quella data tutto deve essere pronto. I gruppi politici hanno dovuto fare i conti con il risultato delle urne aggiustando, limando o modificando radicalmente la configurazione fino alla trasformazione o alla nascita di nuovi soggetti.
E’ il caso, ad esempio, della prossima costituzione del gruppo dei “Patrioti per l’Europa”, annunciato dal primo ministro ungherese Viktor Orban e dall’ex primo ministro ceco Andrej Babiš , che offre una versione aggiornata del sovranismo europeo. A farne le spese, però, sarà il gruppo Identità e Democrazia i cui membri stanno per traslocare in massa nella nuova casa destinata a diventare la terza, in ordine di dimensioni, dopo quella dei Popolari europei e quella dei Socialisti e Democratici superando sul filo di lana anche quella dei Conservatori e Riformisti di cui fa parte Fratelli di Italia.
Rimangono fuori dai giochi, per adesso, i 15 eurodeputati di Alternative für Deutschland, ritenuti impresentabili o troppo scomodi anche per l’estrema destra europea nelle sue varie tonalità di nero o grigio fumo e in procinto quindi di finire nel girone infernale dei “Non Iscritti”, cioè dei deputati dai poteri, di fatto, amputati sia per quanto riguarda le dotazioni finanziarie e le risorse umane sia per quanto riguarda l’accesso alle procedure parlamentari. Dai “Non Iscritti”, al contrario, escono gli otto eletti 5 Stelle che si sono accasati nel gruppo della Sinistra europea (The Left) dopo avere tentato, a loro volta, di costituire, senza successo, una nuova formazione con i sei eurodeputati tedeschi della lista di Sahra Wagenknecht (per formare un gruppo politico occorrono almeno 23 membri provenienti da almeno sette Paesi).
È curioso, interessante e, per certi versi, strabiliante, a questo proposito, ripercorrere la traiettoria nell’Europarlamento della delegazione del movimento creato da Beppe Grillo che, sicuramente, diventerà oggetto di studio e analisi degli osservatori politici e materia di tesi per gli studenti di Scienze Politiche. Gli eurodeputati 5 Stelle nel 2014 hanno esordito sui banchi dell’eurocamera nel gruppo “Europa delle Libertà e Democrazia Diretta” fondato con Nigel Farage e il suo partito (Ukip, United Kingdom Independence Party) collocandosi all’estrema destra dell’emiciclo. Dieci anni dopo si trovano nella posizione diametralmente opposta, cioè nei banchi alla sinistra estrema. In questo arco temporale, dopo la fine dell’esperienza con Farage, i 5 Stelle hanno bussato alla porta di tutti i gruppi politici con l’eccezione dei Popolari e dell’estrema destra di Salvini con il quale, però, sono andati al governo in Italia nel 2018. L’anno prima, nel 2017, Beppe Grillo aveva negoziato l’ingresso dei suoi eurodeputati nel gruppo centrista dei Liberali-Rinnovamento, il terzo per dimensioni a quell’epoca, ma l’accordo concluso tra i vertici è stato successivamente sconfessato dalla base dei parlamentari liberali. Con i Verdi e i Socialisti, poi, ci sono state lunghe ed estenuanti trattative che non sono andate a buon fine per mancanza di garanzie e una diffidenza di fondo nei confronti della affidabilità e volubilità del comportamento grillino. Adesso l’odissea politica sembra terminata; inizia il fidanzamento ufficiale con la Sinistra europea. Fra sei mesi se tutto funziona si convolerà ufficialmente a nozze.
Nota di colore: i primi compagni di cordata dei 5 Stelle all’eurocamera sono stati i sovranisti britannici; oggi i nuovi compagni sono i loro arci nemici, ovvero gli irlandesi dello Sinn Fein che vorrebbero far sloggiare gli inglesi dall’Irlanda del Nord per ottenere la riunificazione dell’isola.
C’è ancora una grande interrogativo che aleggia sull’Europarlamento e riguarda il cosiddetto “cordone sanitario” imposto dalle forze democratiche nei confronti dell’ultra-destra incarnata nella legislatura uscente dal gruppo Identità e Democrazia di Matteo Salvini e Marie Le Pen. Non essendoci formalmente una maggioranza precostituita all’eurocamera le cariche vengono ripartite proporzionalmente tra tutte le formazioni utilizzando il metodo D’Hondt che salvaguarda anche i gruppi più piccoli. La regola, però, in passato è stata infranta quando si trattava di votare per i candidati di Identità e Democrazia alle posizioni istituzionali che sono stati tutti regolarmente impallinati durante le votazioni. Varrà ancora questa regola informale nei confronti dei candidati dell’estrema destra nella versione 2 di Orban e Babiš ? Come si comporteranno i gruppi di centro-sinistra nel caso l’estrema destra riesca a ottenere incarichi istituzionali nel nuovo assetto parlamentare? Lo scopriremo tra due settimane quando si costituirà il nuovo ufficio di presidenza del Parlamento europeo. Nei fatti potrebbe registrarsi lo stridente scollamento fra il Consiglio, la cui presidenza di turno per i prossimi sei mesi è in mano a Orban, e l’Europarlamento dove i rappresentanti del governo ungherese sono esclusi dai giochi. Les jeux sont faits? Sembra proprio di no.
Foto: Giuseppe Conte/La Presse
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