Non profit

Le sorprese del 5 per mille

Ottimi risultati in termini assoluti per ong e associazioni ambientaliste. Bene anche chi si occupa di disabili, mentre per adozioni e sport di base le scelte sono state inferiori...

di Sara De Carli

Emergenze umanitarie, disabilità, animali e ambiente: sono questi i settori che gli italiani hanno nel cuore. Ricerca sanitaria a parte, naturalmente. Le dieci ong che hanno raccolto più preferenze, mettono insieme 715.020 scelte. Arriviamo a 264.305 per chi lavora in favore dei disabili e a 120.417 per chi si occupa di ambiente e animali. Gli enti autorizzati alle adozioni internazionali si fermano a 57.589 preferenze, ma il vero flop lo fa lo sport di base: 17.259 preferenze totali. Per avere un?idea, la Fondazione padre Matteo Ricci, impegnata nella diffusione dell?agopuntura, da sola ha raccolto 20.674 adesioni. «Tra il pane e la cravatta, gli italiani hanno scelto il pane», commenta Alfredo Cucciniello, presidente di UsAcli, una realtà con 324mila soci e solo 2.879 preferenze, comunque la prima a livello nazionale. «La gente considera lo sport un divertimento, non un elemento di welfare».

Tra le ong, i grandi marchi sbaragliano tutti. Unicef, Emergency e Medici senza frontiere guidano la classifica, ma subito dopo viene Albero della vita, una realtà milanese che lavora per gli adolescenti in difficoltà. La decima è Iscos, la ong della Cisl: nel 2005 dichiara di aver speso 500mila euro, con il 5 per mille ne dovrebbe incassare 613mila. Situazione simile anche tra chi si occupa di disabili. Nella top ten ci sono solo grandi nomi. L?unico outsider è la Casa del Sole, un centro per bambini cerebrolesi che ha sede a Curtatone (Mantova). Lo specifico di queste associazioni è l?aver puntato sull?assistenza e i servizi, non sulla ricerca. «Concorrenza con la ricerca? Un po? sì», dice Rossano Bartoli, segretario generale della Lega del Filo d?oro, 440mila sostenitori attivi e 87.747 preferenze raccolte, «ma nel 2007 le scelte possono cambiare. Noi completeremo i lavori per tre nuove strutture residenziali, a Molfetta, Termini Imerese e Modena: in tutto 111 nuovi posti per persone sordo-cieche».

La chicca del settore ambiente sta in decima posizione: Save the dogs and other animals onlus. È una associazione milanese tutta al femminile, con progetti per cani randagi in Romania. Hanno veterinari volontari che volano là a visitare i cani, cani che volano qua per essere adottati e molte famiglie che sostengono un animale a distanza, per 10 euro al mese. Al primo posto invece c?è il WWF, con 33.986 preferenze. Per Michele Candotti, il presidente, «quella ambientale è una causa di nicchia, difficile da comunicare. Abbiamo 300mila soci, il 10% ci ha scelto: un ottimo tasso di fidelizzazione».

L?ultima area è quella degli enti autorizzati alle adozioni internazionali. In testa ci sono Avsi (Compagnia delle Opere), l?associazione Azione per famiglie nuove (Focolari), e Acap onlus (Comunità di S. Egidio). Dal quarto posto in giù gli enti si attestano su numeri simili, che si tratti di realtà famose come il Ciai o piccole come Azione per un mondo unito, che ha solo 4 famiglie in lista d?attesa, ha respinto gli assalti dei pubblicitari e si è affidata solo alla newsletter: «4.500 nomi per 3.443 firme», dice il presidente Franco Pizzorno. Diversa la strategia del Ciai: «Non credo che la fidelizzazione dei soci sia un obiettivo», spiega Lele Di Blasio, direttore operativo. «E ci può essere una discrepanza tra chi oggi è primo per preferenze e chi domani vincerà per volume delle entrate. Noi per esempio abbiamo selezionato i sostenitori su cui puntare».


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