Cultura
Le sfide del 2015 e i nostri auguri
Anteprima dell'editoriale del magazine in edicola dal 2 gennaio. Le sfide dell’anno che si apre sono tante ed entusiasmanti, dall’Expo alla Riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e del Servizio civile, sfide che esigono cuori forti e non tremebondi, aperti e non arroccati. Ma prima ancora di ogni singola sfida, collettiva e individuale, c’è la sfida più importante: la disponibilità a scrivere pagine nuove
Le ultime parole di Franco Bomprezzi, grande amico e collega che in questo numero ricordiamo, sul numero di Vita di dicembre, dicevano così: “Andiamo avanti”. Ma non era, il suo, un invito inerziale, un invito ad andare avanti comunque, l’invito di chi è già sconfitto. No, era un invito baldanzoso il suo, un invito convinto, direi anche gioioso, ad andare avanti sulla strada, chiara e disegnata in più di vent’anni, perché quella giusta, perché quella che corrisponde di più al nostro cuore e ai nostri desideri più veri, anche professionali: la strada di chi è capace di evitare sia la retorica dei buoni che quella del lamento e del rancore, la strada di chi vuol costruire e perciò denuncia ma insieme propone, la strada di chi non si accontenta di ciò che scrive e perciò incontra, organizza, inventa, mettendo insieme mondi anche diversi abbattendo muri e pregiudizi, la strada di chi non si accontenta di ciò che già conosce e delle sue, magari buone, abitudini. È questo che vogliamo promettere, e insieme augurare, in questo inizio d’anno ai nostri lettori, cammineremo su questa strada ancor più decisi di prima e aperti ai cambiamenti e alle innovazioni che la realtà e gli incontri suggeriranno strada facendo.
I grandi poeti da sempre indicano la strada a chi vuol vivere e costruire non accontentandosi di ciò che è sempre stato e di ciò che già si ha. Torniamo a leggere i poeti.
“Non abbiate paura, ci disse, non temete/ non temete la sete del cuore,/ non temete se le cose, le vostre cose/ non vi bastano mai/ non temete la nostalgia di ciò che vi manca. Non temete la voglia di essere felici/ non temete il grido del cuore/ che aspetta l’impossibile/ non temete di voler cambiare”, ha scritto Thomas Stearns Eliot.
E Pablo Neruda gli eco così: “Lentamente muore chi diventa schiavo dell’abitudine/ ripetendo ogni giorno gli stessi percorsi/ chi non cambia la marca o colore dei vestiti/ chi non rischia/ chi non parla a chi non conosce. Lentamente muore chi evita una passione/ chi vuole solo nero su bianco e i puntini sulle i/ (…) Lentamente muore chi non capovolge il tavolo”.
Le sfide dell’anno che si apre sono tante ed entusiasmanti, dall’Expo alla Riforma del Terzo settore, dell’impresa sociale e del Servizio civile, sfide che esigono cuori forti e non tremebondi, aperti e non arroccati. Ma prima ancora di ogni singola sfida, collettiva e individuale, c’è la sfida più importante: la disponibilità a scrivere pagine nuove, la disponibilità a uscire dai porti dalle acque quiete per affrontare il mare aperto, la disponibilità a pensare nuove costruzioni e progetti che vadano al di là delle singole biografie. Non sono tollerabili paure e titubanze, bisogna mettersi al lavoro con tanta energia e larghezza di cuore, capacità di essere trasparenti e disposti a rischiare del proprio.
Solo così, credo, tra un anno potremo, spero dimenticando i miasmi di Mafia Capitale, tornare a dire con Italo Calvino (in Il Barone Rampante), che “le associazioni (e le cooperative, ndr) rendono l’uomo più forte e mettono in risalto le doti migliori delle singole persone, e danno la gioia che raramente s’ha restando per proprio conto, di vedere quanta gente c’è onesta e brava e capace e per cui vale la pena di volere cose buone”.
Buon anno e buona lettura.
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