Politica
Le scuole sicure nella versione Salvini, telecamere e cani, se poi cadono a pezzi…
L’operazione “Scuole belle e sicure” varate dal Governo Renzi nel 2014 stanziò 9,5 miliardi per la messa in sicurezza degli oltre 42mila edifici scolastici di questo Paese, all’uopo venne creata una struttura di missione a Palazzo Chigi che in meno di 4 anni realizzò 2.000 interventi di messa in sicurezza e di abbellimento degli edifici in 15 Regioni. Questa struttura di Missione, malgrado avesse ancora una capacità di spesa di quasi 5 miliardi per altre centininaia di interventi, è stata chiusa dal nuovo Governo giallo verde a inizio luglio.
A chi si chiedeva il destino di quel tesoretto di risorse già stanziate ma non ancora spese e si augurava che fossero in ogni caso reinvestite, magari con diverse modalità, per il medesimo importante obiettivo che non dovrebbe essere di una parte politica o di un’altra, oggi ha trovato una risposta. Una risposta, ahimé deprimente, ma che dà l’idea di Paese che questo Governo e i suoi due leader hanno-
Si chiama anch’esso “Scuole sicure” il piano messo a punto dal Viminale: 2,5 milioni, praticamente niente (!) per installare impianti di videosorveglianza, assumere agenti di polizia locale ed incrementare i controlli davanti ai cancelli degli istituti scolastici. Prevista, solo una piccola parte del nulla complessivo, per campagne o iniziative educative. L’operazione lanciata dal ministro Matteo Salvini secondo la circolare del Gabinetto del ministro, prevede che per accedere ai contributi, i Comuni dovranno presentare le loro istanze alle Prefetture entro il 20 settembre e la quota dei contributi destinati al pagamento delle spese correnti non dovrà superare il 50% del totale e di tale percentuale solo una quota sino ad un massimo del 10% potrà essere usata per finanziare campagne educative d’intesa con le scuole.
Giustamente incazzata la reazione di don Antonio Mazzi fondatore della Comunità “Exodus” che da oltre 40 anni si occupa di tossicodipendenza: “Questa iniziativa non serve a nulla. Bisogna preparare meglio gli insegnanti. Dobbiamo cambiare le nostre scuole che hanno ancora le sembianze di collegi o caserme. La vicinanza dei docenti è più importante di qualsiasi altra cosa. Abbiamo riempito le città di telecamere facendo guadagnare milioni alle aziende che le producono. Lo Stato butta via 2,5 milioni per la repressione e ha le scuole che cadono. Si rende conto? Sono soldi buttati che servono alla propaganda di quest’uomo (ndr Matteo Salvini)”.
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