Non profit

Le risposte di Grazia Sestini. Il Libro bianco c’è. “Ora dite la vostra”

Al centro dell’attenzione, la famiglia. Una scelta che ha incontrato il consenso di gran parte del terzo settore. Anche se molte domande restano.

di Benedetta Verrini

Il Libro Bianco è un insieme di proposte e di linee d?indirizzo in cui ci siamo preoccupati di mettere l?accento sulla famiglia, che secondo noi era la ?grande dimenticata? delle politiche sociali italiane”. In attesa del primo confronto, il 20 febbraio, con le parti sociali per la definizione della nuova Agenda del Welfare , il sottosegretario Grazia Sestini risponde alle prime domande delle organizzazioni del Terzo settore. Che Vita ha raccolto e le ha girato per un?intervista che è già un primo dialogo. Benetollo/Arci: Perché il testo mette in primo piano solo la centralità della famiglia e non la centralità della persona? Sestini: Perché io credo che la famiglia sia il primo luogo di espressione della persona. Non vedo il rischio di emarginare qualcuno, perché ci sono diritti universali e soggettivi garantiti per tutti ed espressi nella Costituzione e in tutte le leggi italiane. E poi, questo Libro Bianco non è l?Enciclopedia Treccani: in esso abbiamo voluto, lo ripeto, valorizzare il ruolo e la centralità della famiglia. Bobba/Acli: I due temi del Libro Bianco sono estremamente innovativi. Mettere al centro la famiglia e la preoccupazione demografica rappresenta una scelta positiva. Il limite, forse, è che queste buone intenzioni richiedono un enorme impegno finanziario. Come sarà possibile mettere mano a tutto questo? Sestini: Il problema demografico è un obiettivo a medio-lungo termine, naturalmente. Abbiamo sotto gli occhi l?esempio francese: ci hanno messo dieci anni a invertire la tendenza della denatalità, investendo risorse pubbliche consistenti. Anche noi avremo bisogno di tempo. Lo stesso ministro Maroni ha ricordato quanto sia importante, prima di tutto, prefiggerci degli obiettivi. Poi troveremo le risorse. Siamo consapevoli, d?altra parte, che non investire sull?emergenza demografica comporta dei costi altissimi. Nel Libro Bianco abbiamo anche analizzato cosa succederebbe se l?Italia avesse una natalità pari a quella media dell?Europa, invece di declinare, e i risultati sono estremamente interessanti: la struttura della popolazione ridiventerebbe più larga, con effetti positivi crescenti (a partire dal 2020) sia sul mercato del lavoro che sul sistema dell?assistenza. Santolini/Forum famiglie: Un primo banco di prova sarà l?elaborazione di un sistema fiscale più equo e rispettoso delle esigenze della famiglia di cui, nonostante le ripetute assicurazioni del governo, è estremamente carente la Finanziaria e la Delega per la riforma fiscale. Sestini: La Delega risente di una stagione economica, purtroppo. Noi abbiamo fissato le priorità politiche, ora dovremo trovare i sistemi per conciliare le due cose. D?altra parte, ritengo che il primo modulo della riforma fiscale, che si trova nella Finanziaria recentemente approvata, vada comunque incontro ai bisogni delle famiglie più povere. Le scelte fatte nella Finanziaria, tra riforma fiscale, sostegno alle giovani coppie e aumento delle detrazioni per i figli a carico, sono un primo passo per andare nella direzione della valorizzazione delle famiglie. Per realizzare gli altri obiettivi ci vorrà tempo, coraggio, e un?altra stagione economica. Marino/Confcooperative: Perché non vi sono accenni al ruolo della cooperazione? Spiace che non vengano citate le cooperative sociali e il loro ruolo fondamentale sia nell?assistenza rivolta a settori deboli della società sia nell?inserimento lavorativo di persone svantaggiate, sia ancora nell?intraprendere iniziative innovative com?è il caso di cooperative di medici e le mutue. Sestini: Non c?è nessun disconoscimento nei confronti della cooperazione, anzi. Abbiamo semplicemente indicato il non profit nella sua globalità e consideriamo la cooperazione all?interno del quadro più grande dell?apporto che il non profit dà al sistema di welfare.

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