Non profit

Le risposte di Bertolaso

Ma nuovi elementi emergono dalle intercettazioni: Protezione civile spa addio

di Franco Bomprezzi

 

A differenza di quanto fece Berlusconi, Guido Bertolaso non lascia senza risposta le dieci domande di Repubblica e risponde punto per punto alle questioni sollevate da Eugenio Scalfari. E’ il pezzo forte della rassegna di oggi, anche se il Corriere della Sera affonda nuovamente le mani nel materiale delle intercettazioni telefoniche utilizzate dai magistrati fiorentini a sostegno dell’inchiesta che ha coinvolto il capo della protezione civile. E appare assai più circostanziata la vicenda di una notte con una escort brasiliana, procurata dall’imprenditore Anemone, adesso in carcere.

LA REPUBBLICA che apre su “Protezione Spa, stop alla legge” e riserva 8 pagine all’indagine, ospita una lettera che Guido Bertolaso ha scritto rispondendo a un intervento del fondatore del quotidiano, Eugenio Scalfari che ieri aveva sollevato alcune questioni (tra cui la confusione tra emergenze e grandi eventi). Per l’esattezza e non a caso, dieci. Ecco i temi sottolineati dal giornalista e le risposte del capo della Protezione civile.
Punto primo. L’estensione della Protezione civile ai grandi eventi. La ragione, spiega Bertolaso, è che «quella della Protezione civile è l’unica normativa che considera, in linea con le normative comunitarie relativamente alla accelerazione delle procedure, la variabile “tempo” come reale e cogente… Normativa, non anarchia o autorizzazione ad esercitare la pirateria a nome dello Stato, normativa per di più comprensiva di controlli e autorità di vigilanza, mai abrogate».
Punto secondo. Preoccupazione di fronte all’aumento del ricorso al commissario straordinario: «a me pare che ciò costituisca un segnale, inquietante, dell’aumento della difficoltà delle Amministrazioni a gestire in ordinario il territorio affrontando situazioni complesse».
Terzo. Creazione della Protezione civile Spa. «il decreto legge non prevede affatto la trasformazione della Protezione Civile in società per azioni, la quale viceversa, con personale capace e preparato, continuerà nella sua missione. La Spa è uno strumento tecnico in più…»
Quarto. Ruolo del Parlamento. «Rendere lo Stato efficiente non è una anomalia, non ho mai sottratto poteri legislativi al Parlamento – affermazione in sé ridicola – , credo che lo Stato non sia solo gioco partitico, in parlamento e fuori, ma anche responsabilità di operare delle amministrazioni».
Quinto. Eventuali conflitti costituzionali. «Nessuna novità venuta dopo la legge del 1992 ha creato conflitti costituzionali».
Sesto. Le ordinanze sull’emergenza sono un modo per evitare la firma del capo dello Stato eludendo così il suo controllo di costituzionalità. «I Presidenti della Repubblica non hanno mai opposto il rifiuto o obiezioni alle leggi che consentono l’adozione delle ordinanze relative ai Grandi Eventi».
Settimo. «Ricordo che i Presidenti della Repubblica hanno conferito due medaglie d’oro al valore civile al Dipartimento»
Ottavo. Incompatibilità fra carica di sottosegretario e quella di direttore della Protezione civile. «Sarei incompatibile se fossi sottosegretario alla Protezione Civile. Mi sono battuto sempre perché la competenza della Protezione Civile fosse propria del presidente del Consiglio dei ministri… Anche adesso, comunque, non sono affatto sottosegretario alla Protezione Civile».
Nono. A che punto è il processo sulla gestione dei rifiuti a Napoli? «Mi risulta che ci sia stata richiesta di archiviazione per i quattro reati più gravi di cui ero indagato, mentre è in corso l’accertamento da parte del Gip per un ultimo reato di natura contravvenzionale».
Dieci. «Ripeto di essere un servitore dello Stato… non sono servitore di questo o quel governo. Il che non vuol dire che non sia al servizio del Governo. Sarebbe assai originale e contraddittorio». Questo può aver contribuito al consenso dell’attuale premier? «Non è un mio problema considerare che per “Stato” si deve intendere “l’Italia senza Berlusconi”. Spiacente, è un problema del centro sinistra italiano». Infine: «ho grande considerazione per il lavoro della magistratura…Rispetto l’opinione pubblica… ma non credo le si renda servizio spargendo illazioni, informazioni non verificate, sospetti, teoremi di colpevolezza… La libera stampa, se sviscera gli elementi di prova addotti dai giudici per una loro decisione, può rendere un servizio ai cittadini e al Paese. Quando spande fango, meno». 

“Appalti e politici, ecco le carte”, titola il CORRIERE DELLA SERA in prima pagina. All’interno i servizi da pag 2 a pag 6. Gli aggiornamenti dell’inchiesta sono affidati, al solito, a Fiorenza Sarzanini e a Giovanni Bianconi. Ecco una breve sintesi dei passi salienti della ricostruzione del CORRIERE. Scrive Bianconi: «Dalle intercettazioni racchiuse nel rapporto emergono i nomi dei parlamentari del Pdl Denis Verdini, Altero Matteoli, Mario Pepe e Guido Viceconte. Ascoltati mentre s’intrattengono al telefono con alcuni dei principali inquisiti dell’inchiesta, che a loro volta hanno rapporti privilegiati con chi gestisce gli appalti fuori controllo per la realizzazione dei Grandi eventi, a partire da Balducci e De Santis. «È stata documentata la corresponsione ai predetti funzionari di utilità di varia natura da parte di un cartello di imprenditori in cui sono inseriti, tra gli altri, Francesco De Vito Piscicelli e Diego Anemone», scrivono i carabinieri. Piscicelli è l’uomo sorpreso a dire che la notte del terremoto in Abruzzo rideva pensando a quanto ci si poteva guadagnare (anche se lui ha negato, chiedendo scusa); Anemone è l’imprenditore (ora in carcere) ascoltato e pedinato mentre parlava e s’incontrava con Guido Bertolaso». Aggiunge la Sarzanini in “La sera con Monica al centro benessere: «Poi l’accompagno io»”: «una serata speciale organizzata al centro benessere del Salaria Sport Village per Guido Bertolaso. E ad attenderlo c’è Monica, ragazza brasiliana ingaggiata per l’occasione. L’incontro finora negato dal capo della Protezione civile è ricostruito attraverso le intercettazioni telefoniche del 14 dicembre 2008. Le nuove carte dell’inchiesta fiorentina documentano l’intrattenimento che l’imprenditore Guido Anemone, 39 anni — beneficiato con svariati appalti inseriti nei Grandi eventi, tra i quali alcuni lotti del G8 a La Maddalena —, aveva organizzato grazie all’aiuto di Simone Rossetti che del centro relax è il gestore. È la «prestazione sessuale» che il giudice fiorentino contesta a Bertolaso, indagato per corruzione assieme alle quattro persone arrestate: lo stesso Anemone e i funzionari Angelo Balducci, Fabio De Santis, Mauro Della Giovanpaola. Nei giorni successivi Anemone contatta più volte il capo della Protezione civile». A pag 5 il CORRIERE mette lo stop di Letta al decreto sulla protezione civile spa: «Era solo uno strumento in più, la Spa non ci sarà». 

IL GIORNALE apre l’edizione di oggi dopo avere rovistato in qualche cassetto e titola “Bersani chiese aiuto a Bertolaso” e l’occhiello spiega: «Il leder dei Democratici vuole la testa del sottosegretario e si scandalizza perché non si occupa solo di terremoti. Ma tre anni fa pretendeva l’intervento della Protezione civile per organizzare un congresso che gli stava a cuore». Il direttore Vittorio Feltri racconta: «La sinistra da quando la procura di Firenze ha aperto un’inchiesta sulle presunte ruberie nella Protezione civile, predica che la gestione delle emergenza va riveduta. Perluigi Bersani oltre ad aver chiesto le dimissioni di Bertolaso pretende di trasformare l’attuale organizzazione efficiente nel solito baraccone statale dal quale sappiamo cosa aspettarci: pressappochismo, sciatteria, incapacità di affrontare situazioni di crisi. L’augurio è che invece la protezione civile continui come è stato fin qui. Forse nel suo intimo se lo augura anche anche Bersani se è vero come è vero che nel 2007 egli stesso scrisse una lettera (e le fotografie sono pubblicate sul quotidiano)  Enrico Letta da cui Bertolaso dipendeva (governo Prodi) per sollecitare la protezione civile a prendere sotto la propria egida (e cura) il congresso mondiale dell’energia. Bertolaso rispose no: “A questo dipartimento non sembrano ricorrere i presupposti di legge per poter procedere nei termini richiesti non essendosi rilevata l’assoluta necessità di prevedere una norma derogatoria finalizzata a consentire l’utilizzo di mezzi e poteri di carattere straordinario e urgente né parrebbe sussistere l’esigenza di  porre in campo ad un soggetto il trasferimento di eventuali risorse finanziarie occorrenti per l’attuazione di tutte le iniziative che s’intendono intraprendere”». E infine Feltri chiede: «Perché il Pd esige di smontare una macchina snella che sino a ieri apprezzava al punto da auspicarne l’intervento per un Congresso?». A pagine 4 lo sfogo di Berlusconi: «Dai giudici azioni ad orologeria, ma  venderò cara la pelle. Se la prendono con Guido per farmela pagare. Risponderemo con i risultati  ottenuti dal Governo».

“Protezione civile mai Spa”: è il titolo principale sulla prima pagina de LA STAMPA, anche se il quotidiano di Torino decide di aprire l’edizione di oggi sugli scontri di via Padova a Milano, spostando a pagina 6 e 7 le vicende che riguardano Bertolaso. Il pezzo di apertura riferisce del cambio di rotta del governo, che ha deciso di cambiare le norme contestate nel decreto legge sulla protezione civile: «cadrà dunque l’articolo 16, il più contestato da sinistra, laddove vorrebbe dar vita a una società per azioni cui affidare certi interventi di emergenza» scrive LA STAMPA. «E a Palazzo Chigi nemmeno si esclude che nelle prossime ore possa venire cancellata pure l’altra norma cardine, vale a dire l’affidamento a Bertolaso dei grandi eventi nazionali». “Il mistero della bustarella e l’incontro con Bertolaso» è il titolo di un pezzo in cui LA STAMPA riporta le intercettazioni che farebbero pensare a una tangente a favore del capo della protezione civile da parte dell’imprenditore Diego Anemone: non ci sono prove, scrive LA STAMPA, altrimenti Bertolaso sarebbe finito in carcere, «rimane solo una tesi, magari suggestiva, che non può contare comunque su uno straccio di prova anche se questa movimentazione di denaro (insieme  all’incontro del 14 dicembre 2008 con Monica, la ragazza brasiliana) ha portato la Procura di Firenze a iscrivere sul registro degli indagati per corruzione il sottosegretario Bertolaso».

E inoltre sui giornali di oggi:

MILANO
LA REPUBBLICA – Due pagine per raccontare la situazione di Via Padova, a Milano, dove l’altro giorno un ragazzo egiziano di 19 anni è stato accoltellato da una banda di latinoamericani. Cresce la polemica e coinvolge anche i responsabili politici. Il vicesindaco De Corato è stato contestato da cittadini italiani. Quanto alle indagini, sono stati effettuati 4 fermi per gli scontri seguiti all’omicidio.

LA STAMPA – “Milano: Berlusconi chiama la Moratti: Riportare la calma”. In prima pagina LA STAMPA apre con questo titolo e con una foto di Sumaya Abdel Qader, cittadina italiana di origine palestinese e collaboratrice di “Vita”, che ha partecipato con altri giovani immigrati a un presidio vicino al luogo del delitto per chiedere la fine della violenza e delle operazioni politiche che fomentano la tensione fra immigrati e residenti. LA STAMPA apre con un primo piano di tre pagine sui fatti di via Padova, i suoi strascichi, le interpretazioni e i commenti. Questa sera il Pdl scenderà in piazza con una fiaccolata organizzata dal fratello del ministro della difesa Romano La Russa. Il reportage de LA STAMPA fra i residenti di via Padova restituisce un quadro di esasperazione in cui «i confini fra rabbia, indignazione e razzismo sono scomparsi. Inghiottiti da una serata di paura». Secondo don Piero Cecchi, da 13 anni parroco della chiesa di San Giovanni Crisostomo: «Via Padova non è una casbah. Da noi ci sono bellissime famiglie italiane, sudamericane, filippine e dell’Europa dell’Est. E abbiamo un rapporto rispettoso e cordiale con il centro islamico, un centro moderato e aperto al dialogo. Non fare distinzioni è un errore».

CORRIERE DELLA SERA – Via Solferino intervista a pag 11 il ministro “Maroni: niente rastrellamenti, serve una nuova integrazione”. Ragiona il responsabile del Viminale: «No, non vedo il rischio banlieue in via Padova», dice il ministro Maroni. Lo scoppio di rabbia e violenza di sabato sera nel quartiere multietnico di Milano forse non era evitabile e nemmeno prevedibile: una lite sul bus, la coltellata, la voglia di vendetta, sono un caso di cronaca nera e non un’emergenza di Stato. Però c’è un allarme sociale dietro la bolla che ha infiammato la guerriglia urbana tra immigrati di diverse etnie e paralizzato per cinque ore un pezzo di città…. Roberto Maroni evita di gettare benzina sul fuoco. «In via Padova bisogna abbassare la febbre e non scatenare una guerra civile». C’è chi chiede un blitz immediato, sgomberi, ruspe, e i più attivi sono i suoi compagni di partito della Lega, ma il ministro ha un’altra strategia: «In via Padova non siamo davanti a un campo nomadi abusivo. Non serve un’azione di forza, la parola rastrellamenti non la voglio sentire: qui c’è da gestire un problema sociale. Io faccio il ministro dell’Interno e voglio lasciare da parte le esasperazioni dettate a caldo».

IL GIORNALE – Sulla vicenda  di Milano due pagine con due interviste. La prima a Alfredo Mantovano, sottosegretario all’interno con delega alla sicurezza, che dice: «In ogni città si sono create zone franche: il problema non sono solo gli extracomunitari abusivi, ma anche regolari». Alla domanda “Cosa si può fare?”, Mantovano risponde: «Fino a ora il Governo ha dovuto affrontare il tema più urgente del contrasto dell’immigrazione clandestina. Ora dobbiamo sostenere i processi d’integrazione.  E ci stiamo lavorando  con il permesso di soggiorno definito  impropriamente a punti  e anche con il tetto del 30% degli alunni stranieri in classe.  Poi occorre fra rispettare le norme sugli affitti di case agli irregolari. Siamo stati attenti alla prima accoglienza ma abbiamo lasciato l’insediamento urbanistico al libero mercato. Invece occorre regolare anche questo». L’altra intervista è a Matteo Salvini che propone: «Bisogna vietare agli immigrati di acquistare case per un anno». Cosa c’entra con la vicenda di sabato? «C’entra perché il problema è che da una parte ci sono appartamenti affittati in nero e quindi illegalità, dall’altra stranieri irregolari che hanno colonizzato interi quartieri. È una questione di numeri e cultura». IL GIORNALE alle pagine 8 e 9 fa una “mappa della tensione” indicando fra i punti caldi: Prato, Brescia, Modena,Torino, Verona, Padova, Roma, Caserta e Rosarno (Reggio Calabria).

IMMIGRAZIONE
IL SOLE 24 ORE – Le cure essenziali per gli immigrati irregolari sono costate nel 2009 circa 60 milioni di euro, che diviso per una stima di 500mila immigrati senza permesso di soggiorno fa 120 euro a testa, poco più di una ecografia. I medici in realtà parlano di un percorso ad ostacoli per garantire anche questa assistenza minima, con le norme interpretate in maniera diversa persino tra due ospedali della stessa città o in diversi reparti dello stesso ospedale. Ovunque, essenziale il ruolo del non profit. 

LAVORO
ITALIA OGGI – “Parità uomo e donna si fa sul serio”. Nell’ampio spazio dedicato al mondo dell’impresa, ITALIA OGGI dedica una pagina intera al dlgs n. 5/2010 che riforma il codice sulle pari opportunità tra uomini e donne sul lavoro e l’occupazione. «La parità di trattamento e di opportunità», si legge bel pezzo «deve essere assicurata in tutti i campi inclusi quelli dell’occupazione, del lavoro e della retribuzione». Sono considerate come discriminazione anche le molestie sessuali. Molto toste le sanzioni per i datori di lavoro. «Dal 20 febbraio, l’azienda che adotti disparità di trattamento tra dipendenti uomini e donne, sarà punita fino a 50 mila euro e l’arresto fino a sei mesi». 

VOLONTARIATO
IL SOLE 24 ORE – Giovani e volontariato, un impegno informale. È questa la sintesi che emerge dall’indagine nazionale “Quando i giovani partecipano”, svolta da Csvnet e Forum nazionale giovani. Per la coordinatrice, Laura Giacomello, è difficile parlare di giovani e partecipazione, e comunque il dato più caratterizzante è la frammentarietà. «I ragazzi tendono a partecipare alle attività di più realtà, perché aderire ad una sola struttura vuol dire cristallizzarsi». Bocciate le realtà più strutturate, dove è impossibile essere coinvolti senza garantire adesione elevata, i giovani preferiscono web community e gruppi informali. Tra le motivazioni, spicca il desiderio di formare competenze spendibili anche sul mercato del lavoro. 

CASE
ITALIA OGGI – E’ boom dell’asta immobiliare. Dopo un calo costante durato alcuni anni, le vendite giudiziarie degli immobili riprendono a crescere. Secondo il pezzo “Casa all’asta, riparte il business” le vendite giudiziarie emesse dai tribunali nel 2008 sono state 33.081, mentre nei primi sei mesi del 2009 sono state 19.114. «Verosimilmente, scrive ITALIA OGGI «la crescita del settore sarà ancora più sostenuta negli anni a venire». E allora, visto che il trend è in aumento, ITALIA OGGI dispensa dritte sulle modalità per partecipare all’asta di un bene pignorato e  consigli per evitare brutte sorprese.


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