Politica

Le regioni: ora serve una nuova legge

Presidente della Regione Emilia Romagna dal 2005, Vasco Errani è un interlocutore chiave per capire le sfide della cooperazione decentrata.

di Joshua Massarenti

Presidente della Regione Emilia Romagna dal 2005, Vasco Errani ha anche assunto la presidenza della Conferenza dei presidenti delle Regioni d?Italia. È quindi un interlocutore chiave per capire le sfide della cooperazione decentrata. Vita anticipa i passaggi dell?intervista rilasciata ad ActionAid International in vista della pubblicazione (mercoledì 5 aprile) di un rapporto sugli impegni presi dai principali leader politici italiani nella lotta contro la povertà durante la prossima legislatura. Domanda: Che importanza ha la cooperazione decentrata in Italia? Vasco Errani: Negli ultimi anni la quota destinata alla cooperazione bilaterale dallo Stato si è andata assottigliando. Regioni italiane e autonomie locali hanno invece mantenuto il livello del proprio impegno: solo quest?anno alcune hanno dovuto ridurre la propria capacità d?intervento. La cooperazione decentrata, al contrario di quella intergovernativa che per lo più realizza grandi opere senza un grande coinvolgimento delle popolazioni interessate, mette in contatto due territori perché cooperino in un progetto di sviluppo. Ciò significa normalmente un maggiore impatto nel Sud del mondo e la possibilità di mobilitare le risorse di territori come il nostro. Non penso solo a quelle economiche, ma anche a quelle umane, a partire dai tanti volontari. Domanda: Quali i punti di forza e i punti di debolezza? Errani: La prima grande forza: mobilitare il territorio, associazioni di volontariato, enti locali, gruppi spontanei di cittadini e professionisti, ma anche settori attenti e sensibili dell?imprenditoria. Per contro le organizzazioni di volontariato o non governative coinvolte dalla cooperazione decentrata hanno a volte piccole dimensioni, e quindi difficoltà ad entrare in grandi progetti internazionali. Domanda: I prossimi passi? Errani: C?è bisogno di una legge che riconosca il ruolo nella cooperazione decentrata che in questi anni le Regioni si sono guadagnate e che superi la vecchia legge sulla cooperazione internazionale italiana. Finora più importanti innovazioni sono state apportate singolarmente da alcune Regioni e Province, con legislazioni ad hoc poi contestate dal governo di fronte alla Corte costituzionale peraltro senza il minimo successo. Bisogna pensare alla possibilità di vere e proprie intese fra il governo italiano e una o più Regioni (rappresentative di sistemi territoriali) per progetti di sviluppo concordati con le istituzioni di paesi terzi. Il recente accordo fra Emilia Romagna, Marche, Toscana, Umbria e il governo brasiliano è un esempio da seguire.


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