Formazione

«Le Regioni faranno la loro parte»

di Redazione

La Lombardia è stata la prima Regione che ha investito risorse proprie per il servizio civile. Dal 2008, primo anno in cui ha stanziato le somme, ha mantenuto costante il finanziamento di 1,7 milioni annui nei confronti degli enti che operano sul suo territorio, nonostante nello stesso quinquennio il fondo nazionale abbia subìto un calo clamoroso, passando da 297 milioni di euro nel 2008 ai 68 previsti per il 2012. Vita ha commentato il Manifesto per un servizio civile universale con Giulio Boscagli, assessore alla Famiglia, conciliazione, integrazione e solidarietà sociale.
Assessore, sottoscrive il Manifesto?
Condivido molto l’idea di tener vivo il servizio civile, specie in questo momento in cui sembra che lo si voglia far morire o che di fatto si stia estinguendo. Il sostegno del servizio civile rientra pienamente nelle nostre politiche regionali considerato che fino al 2011 abbiamo già speso quasi 7 milioni. Abbiamo sempre considerato il servizio civile importante per i giovani: permette di prendere contatto in maniera responsabile con alcuni aspetti della vita della società.
Come salvaguardare questo patrimonio senza chiedere fondi aggiuntivi?
Credo che, realisticamente, si debbano fare i conti con le risorse. Quelle messe a disposizione a livello nazionale non erano affatto secondarie. Senza risorse, il servizio civile come lo abbiano conosciuto finora non si può fare. Altrimenti entriamo in un campo diverso, quello del volontariato. Non si può chiedere però in tal caso la continuità che ha il servizio civile.
Si può passare dalla diaria fissa al rimborso variabile?
Chiariamoci, quei 430 euro al mese in alcune zone d’Italia funzionavano quasi da stipendio per i giovani. Quella somma a Milano, però, non è molto diversa da un rimborso spese. Chi viene in città da fuori deve sopportare non poche spese. Il tema delle risorse è delicato e non va sottovalutato.
Il non profit e il profit possono contribuire economicamente?
È una sfida. Credo che molti soggetti del non profit che normalmente utilizzavano i giovani del servizio civile non ce la farebbero se dovessero pagarli con fondi propri. Bisogna trovare delle nuove formule di finanziamento, penso alle fondazioni. Sul privato profit non ho un’opinione precisa. C’è il rischio dello sfruttamento di manodopera. L’idea è complessa ma credo meriti di essere approfondita.
Come rilanciare il ruolo delle Regioni nel servizio civile?
Debbono continuare a svolgere il ruolo ricoperto finora: l’organizzazione e il rapporto con gli enti. Il terzo settore è una ricchezza che potremmo valorizzare meglio del servizio civile centrale perché le Regioni hanno rapporto costante con le organizzazioni.

17 centesimi al giorno sono troppi?

Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.