Famiglia

Le Regioni europee: a noi i flussi

Intervista a Roberto Formigoni

di Ettore Colombo

Roberto Formigoni è in partenza per l?India. Ha chiuso già importanti accordi di concertazione e cooperazione su ambiente, solidarietà e società, con i sindacati come con gli imprenditori, con Paesi sotto l?embargo (Iraq) come con quelli in guerra. Ora tocca al gigante asiatico, che visita dal 15 al 20 aprile, a capo di una folta delegazione. Formigoni è anche un appassionato schermidore: ecco perché, forse, schiva le polemiche. Vita: Presidente, che ruolo hanno le Regioni italiane nelle scelte del governo sull?immigrazione? Roberto Formigoni: Le Regioni italiane, con l?opposizione di una parte minoritaria di loro, quelle governate dall?Ulivo, hanno chiesto emendamenti molto precisi alla legge, che ritengono irrinunciabili. Le sintetizzerei nella formula della tripla firma: comunitaria, statale e regionale per stabile le quote di lavoratori immigrati che possono entrare nel nostro Paese. Scelte di codeterminazione per costruire politiche di accoglienza e migratorie stabili che possano favorire un numero più alto di ingressi. Vita: E dell?impianto generale della legge cosiddetta Bossi-Fini cosa ne pensa? Formigoni: La trovo una buona legge. Un freno alle carrette del mare che portano, a rischio della morte, immigrati clandestini in Italia. Nel campo, la concertazione in sede europea è indispensabile. Il nostro dovere e interesse è aiutare e far crescere questi Paesi. Risponde a due criteri differenti ma decisivi: quello dell?accoglienza e quello della sicurezza nei confronti dei cittadini che si sentono minacciati, a volte anche erroneamente, dagli sbarchi degli immigrati clandestini. Vita: Cosa può fare la Lombardia per il lavoro degli immigrati? Formigoni: Sul piano europeo siamo passati all?Europa delle 15 Regioni che comprenderà, in vista dell?allargamento, il nucleo motore dell?Europa industriale, dalla Baviera alle Fiandre, fino alla Slesia, regioni dell?eccellenza che ho da poco incontrato e che chiedono un ruolo da protagoniste nei confronti dell?ingresso dei lavoratori nel mondo del lavoro, immigrati e non. La Lombardia, con le parti sociali, ha scelto la politica del partenariato, un Patto e un Tavolo di lavoro, stipulato nel 98 e rinnovato nel 2001, Tavolo e Patto cui aderiscono e siedono oltre 70 associazioni di tipo imprenditoriale, sindacale e sociale.


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