Mondo

Le radici della fame

Il programma alimentare mondiale lancia l’allarme: 38 milioni di africani stanno morendo di fame.

di Paolo Manzo

E’ una certezza: il 2003 sarà l?anno della grande fame per l?Africa. Lo ha denunciato il Programma alimentare mondiale dell?Onu che ha incontrato le ong italiane. Per cercare di porre un freno a un?ecatombe che rischia di decimare un continente già allo stremo per emergenze quali Aids e guerre, all?ordine del giorno da quelle parti. Un ?Alert? per salvare l?Africa Nel suo Africa Hunger Alert, un vero e proprio bollettino di guerra, il Pam parla di oltre 38 milioni di esseri umani a rischio di morte. Per fame. Tra i Paesi più border line l?Angola, con circa due milioni di esseri umani che sopravvivono grazie agli aiuti alimentari distribuiti dal programma Onu, in collaborazione con la Fao. Poi il Corno d?Africa, con 15 milioni di morti per fame potenziali tra Etiopia ed Eritrea, seguiti dallo Zimbabwe, dove il 55% dell?intera popolazione è a rischio a causa delle politiche di pseudo riforma agraria del presidente-tiranno Mugabe. Terribile la situazione anche dello Zambia e della Mauritania, dove «da tre anni la siccità non dà tregua», come confessa a Vita la dottoressa Liliana Balbi, nome italiano ma cittadinanza peruviana. Un?economista che lavora al sistema d?informazione e allerta della Fao e che ha contribuito a un report che l?agenzia dell?Onu presenta il 16 dicembre, giorno d?inizio della campagna del Pam per sensibilizzare il mondo. E per tentare di salvare quei 38 milioni di affamati. Una campagna che, pur indirettamente, si ricollega a quella lanciata da Vita contro il dumping. Se, infatti, il Continente nero sta morendo di fame la causa è anche di certe politiche economiche dei Paesi del Nord del mondo. Assolutamente bravi, in teoria, a declinare e imporre ai Paesi poveri e deboli le virtù del libero mercato come ricetta salvifica. Dannatamente incoerenti nell?applicare tali idee alle proprie economie. Soprattutto agricole. Dumping e aiuto umanitario Per Sergio Marelli, direttore generale di Volontari nel mondo – Focsiv, il nesso tra la disastrosa situazione dell?Africa fine 2002 e la campagna No dumping è «assolutamente molto diretto. L?80% delle economie dei Paesi africani è composto da economie che si basano su produzioni agricole. Perciò il dumping, ossia i sussidi alle esportazioni dei prodotti agricoli sostenute da Europa, Usa e Giappone, ha un?incidenza duplice su di loro. In primis, perché immette dei prodotti sui mercati africani a un prezzo inferiore a quello di costo, facendo una concorrenza sleale nei confronti dei produttori locali del Continente nero. Secondo, perché il dumping opera come deterrente sulla possibilità della commercializzazione di prodotti tra Paesi africani». Per Antonio Onorati, vulcanico presidente del Centro internazionale Crocevia, l?Africa muore di fame perché «ha subito più di altri le politiche di aggiustamento strutturale di fine anni 80 e inizio anni 90». Politiche che hanno tagliato il sostegno dello Stato alla produzione agricola interna e che hanno obbligato a orientare verso l?export le produzioni agricole di quei Paesi. Per Onorati, «dumping e sovvenzioni all?export uccidono le agricolture africane». Anche nelle piccole cose. Anche nei piccoli villaggi. E racconta un aneddoto che illumina più di mille teorie: «Ero in Costa d?Avorio: 90% di umidità e 40 gradi di temperatura e, seduti sotto il grande albero d?un villaggio, vedo dei bambini che mangiano una baguette spalmata di burro. Dono della Ue. Mi ha colpito. Allucinante il burro a 40 gradi». Il modello Burkina Faso «Per me il modo migliore per risolvere il problema della fame è consentire all?agricoltura di quel continente di sfamare i propri affamati. I contadini dell?Africa lo sanno, lo possono fare e, se nessuno gli rompesse le scatole, l?avrebbero già fatto. Posso farle un altro esempio?». Ci mancherebbe, lo faccia: «In Burkina Faso cadono 400 millimetri di pioggia». I soloni dell?agronomia direbbero: qui non si può far nulla, si muore di fame… «Già, ma in Burkina funziona un ottimo sistema di banche di cereali: lavorando nei villaggi, gli agricoltori locali sanno moltiplicare le sementi del posto, sanno distribuirle e, in base a un report, la popolazione… augura lunga vita alle banche di sementi. È un sistema che permette d?avere le sementi quando servono e non quando te le dà il mercato mondiale. Sono adattate localmente. Tutte nelle mani dei contadini che non le devono comprare». È questo il futuro dell?Africa. Altro che ogm. Solidarietà dalle organizzazioni Alimenti, semi e interventi medici Caritas Emergenza acqua: il network Caritas ha lanciato l?allarme per la morsa della siccità, che sta compromettendo l?agricoltura e l?allevamento in Africa Australe. Caritas Italiana è presente in Zambia (l?appello della rete è per circa 1 milione di dollari), in Malawi (l?appello è per oltre 2 milioni di dollari) e nello Zimbabwe, dove servono 15 milioni di dollari. Progetti attivi anche in Etiopia, dove la crisi alimentare coinvolgerà 14 milioni di persone, e in Iraq, dove la Caritas sta realizzando un Piano di preparazione all?emergenza guerra. Per donare (specificando ?Africa?, ?Iraq?, ?Etiopia?): c/c postale n. 347013; Banca Etica, piazzetta Forzatè 2, Padova, c/c n. 11113 (Abi 5018, Cab 12100); Intesa Bci, p.le Gregorio VII, Roma, c/c n.100807/07 (Abi 03069, Cab 05032) Amref Per sostenere l?intervento dei Dottori volanti di Amref (che forniscono assistenza specialistica ad oltre 80 ospedali remoti di Kenya, Tanzania, Uganda, Sudan e Somalia e visitano ogni anno 10mila pazienti), è nato il Club SOS ?Amici dei Flying Doctors?. Con quote annuali da 78 fino a 2.940 euro è possibile garantire la loro attività con un finanziamento costante. Il coupon è su Amref Info: benedetta.spinola@amref.it Celim Sfamare un?intera popolazione per un anno: è l?obiettivo del Centro laici italiani per le missioni in Zambia. Servono 25 tonnellate di semi di mais. Bastano solo 10 euro per comprare 10 chili di sementi di mais e sfamare una famiglia di 7 persone per un anno intero. Con 50 euro si può salvare un piccolo villaggio. Per donare: c/c postale n. 52380201 intestato a Ce.L.I.M- Milano ; c/c n. 02/1808.1 Credito Artigiano – Ag. 1 – Milano (Abi 03512, Cab 01602)


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