Famiglia
Le prostitute l’amore la schiavitù e Clinton
Articolo di don Oreste Benzi sulla prostituzione
di Don Benzi
Non so cosa rimarrà del gran parlare estivo a proposito di prostituzione. Lavorando dal 1991 sulle strade di tutt?Italia per liberare le schiave del sesso, più di mille in sette anni, un?idea ce l?ho. La via per combattere la prostituzione e liberare le donne (spesso minorenni rapite nei loro Paesi e torturate) dalla schiavitù dei trafficanti di sesso è già prevista dalle leggi vigenti. Basterebbe applicare la legge 75/58, la legge 40/98, basterebbe tener presente il pronunciamento della quinta sezione della Cassazione che ha detto come la prostituzione sulle strade presupponga lo schiavismo. Basterebbe applicare queste norme e i regolamenti comunali come stanno facendo la questura di Rimini e alcuni Comuni che si sono decisi con le multe a rompere la cortina di omertà e a scoraggiare i clienti. Ricordiamo, infatti, che se scoraggiamo la domanda probabilmente deprimiamo anche l?offerta. Applicare queste norme significa anche predisporre dei pool specializzati presso le questure com?è successo a Rimini, città che in una sola stagione ha sconfitto la prostituzione sulle strade. Pool attrezzati per indagini specifiche capaci di fermare i trafficanti del sesso e i nuovi schiavisti, sempre più frequentemente gestori diretti di alberghi, case e pensioni. Pool attrezzati per dare risposte alle ragazze ridotte in schiavitù: o il rimpatrio o l?affidamento ad associazioni come la nostra per chi vuole rimanere in Italia.
Devo sottolineare un?aspetto: in questi sette anni di impegno e di lavoro oltre il 50% delle ragazze che abbiamo seguito e liberato non ci sono arrivate dalle forze dell?ordine e neppure sono state avvicinate direttamente da noi. La gran parte ci è stata affidata da clienti. Sembrerà clamoroso ma è così, clienti che si sono innamorati o clienti divorati dai sensi di colpa una volta resisi conto delle condizioni di schiavitù delle ragazze. Proprio la consapevolezza che non esiste la prostituta che sceglie di essere prostituta, italiana o straniera che sia, che la prostituzione è contro la natura della donna, è quanto è mancato nel dibattito estivo. Che senso ha l?eterna idea delle case chiuse o dei quartieri a luci rosse se non quella di perpetuare lo stato di schiavitù e i guadagni del racket? Non è la prostituzione il mestiere più antico del mondo, è l?ingiustizia il male più antico del mondo. È prostituzione anche quella che avviene nella sala Ovale della Casa Bianca o nei salotti italiani. Finché per andare avanti nella scala sociale o economica occorrerà prostituirsi… Ma ciò ha qualcosa a che fare con la libertà di scegliere?
Infine due cose mi hanno fatto male: il fatto che Rodotà di fronte alla ferocia del racket si preoccupi della privacy dei clienti, una privacy che i clienti fanno loro stessi a pezzi in luoghi pubblici. E il fatto che lo Stato e gli enti locali finanzino con centinaia di milioni dei patetici camper per portare preservativi, articolo peraltro già loro fornito dai magnaccia.
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