Politica

Le proposte del Pd

Bobba: «dare concretezza al principio di sussidiarietà»

di Maurizio Regosa

Roma. Due proposte di legge per il Terzo settore (depositate alla Camera da una quarantina di deputati Pd, primo firmatario Luigi Bobba, e poi presentate anche al Senato) sono state l’occasione per un dibattito pubblico sugli interventi urgenti per il non profit, presieduto da Beppe Fioroni, presidente del Dipartimento Welfare del Pd. Vi hanno partecipato, fra gli altri, Stefano Zamagni, presidente dell’Agenzia per le onlus, Andrea Olivero, portavoce del Forum del Terzo settore, e Giuseppe Guerini, presidente di Federsolidarietà/Confcooperative.

Riformare il Codice civile

Una partecipazione non casuale, dato che le due proposte di legge riguardano l’una l’intero comparto del non profit, l’altra il nuovo ma strategico segmento dell’impresa sociale. Per quanto riguarda la prima proposta, presentata il 30 luglio 2010, «si tratta essenzialmente di una legge delega ma molto particolareggiata», come ha spiegato Bobba, che punta – riprendendo i lavori della Commissione presieduta da Roberto Pinza (sottosegretario con Prodi) – a riformare il Codice Civile in materia di associazioni e fondazioni. E lo fa secondo due direttive: il superamento del regime concessorio (oggi è lo Stato che concede a una associazione di nascere) e la possibilità di svolgere attività d’impresa (sempre finalizzata agli scopi non lucrativi e prevedendo una contabilità separata). «Sarebbe un modo per dare una concreta attuazione al principio di sussidiarietà indicato dall’articolo 118 della Costituzione», ha spiegato Bobba, «superando un’ottica fiscale». Tra le novità introdotte dalla proposte, il rafforzamento dell’Agenzia per le onlus (che dovrebbe diventare Agenzia per il Terzo settore e avere una funzione di indirizzo e controllo, ricevendo il 2% dell’importo destinato al 5 per mille) e l’istituzione della Carta della donazione (anche per incentivare trasparenza e correttezza gestionale da parte delle organizzazioni beneficiarie).

Incentivare l’impresa sociale

La seconda iniziativa legislativa (presentata il 17 novembre 2010) riguarda l’impresa sociale che ancora non ha avuto la rilevanza strategica che merita. Servono incentivi e misure di sostegno – è il ragionamento di cui si è fatto portavoce Augusto Battaglia (ex assessore della Sanità in Lazio, Pd) – specialmente perché l’impresa sociale potrebbe dare un significativo contributo al superamento dell’attuale crisi economica e occupazionale. Andrebbero però ampliati i settori d’intervento e si dovrebbero introdurre agevolazioni in particolare per chi assume giovani under 30 anni e persone espulse dal mondo del lavoro. Andrebbero poi riservate quote di attività alle imprese sociali (nelll’ambito di convenzioni e contratto di servizi e nel rispetto dei limiti voluti dall’Ue) e si dovrebbe costituire un fondo nazionale per il finanziamento di progetti innovativi.

 

 


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