Formazione

Le professioni di cura un’opportunità per i Neet

Il corso co-progettato da Dynamo Academy e Mestieri Toscana, gratuito grazie al Gruppo Assicurativo Intesa Sanpaolo Vita per la formazione di tecnici dell'animazione socio educativa è stata l’occasione di un confronto a più voci sui temi dell’occupazione e della formazione nell’ambito del caring che si è tenuto questa mattina - giovedì 28 aprile - a Firenze

di Antonietta Nembri

La disoccupazione giovanile e femminile, da un lato, e il bisogno crescente di assistenza qualificata e professionale, di figure formate nell’ambito del caring, per la cura di persone fragili, dall’altro sono temi quanto mai al centro dell’attenzione sociale e ad essi si è guardato nel corso dell’incontro di questa mattina voluto da Dynamo Academy e Intesa Sanpaolo Vita a Firenze, rivolto in particolare a scuole, insegnanti e studenti, imprese, associazioni e professionisti attivi nell’ambito del welfare e in particolare nel caring a beneficio di persone fragili.
Nell’introdurre i relatori, Giuseppe Ambrosio, presidente di Vita, ha voluto sottolineare come per affrontare il tema esplicitato dal titolo dell’appuntamento “Nel caring opportunità di crescita per giovani neet” si dovesse passare da una logica statistica a quella del comprendere. «Cambiamento è una parola bellissima» ha aggiunto commentando il video di apertura «che chiede consapevolezza». Come la consapevolezza che si è di fronte a notevoli cambiamenti sia nel mondo della formazione sia in quello del lavoro.

Spunto dell’incontro la consapevolezza che il mondo del welfare, e in particolare le necessità di prendersi cura delle persone fragili, in crescita esponenziale, contiene opportunità di occupazione per i giovani. È la sfida di Dynamo Academy che, in co-progettazione con l’agenzia formativa della Regione Toscana Mestieri Toscana, ha avviato un corso di formazione completamente gratuito – grazie al Gruppo Assicurativo Intesa Sanpaolo Vita – per 20 giovani tra i più bisognosi, 20 cosiddetti “Neet”, ovvero giovani che non hanno un lavoro né occupazione o formazione in corso.
Il corso in Tecnico dell’animazione socio educativa, partito il 19 aprile, ha 300 ore di teoria e 300 di pratica in realtà attive in ambito sociale, tra associazioni e cooperative in Toscana. L’obiettivo è che le competenze acquisite possano diventare per i giovani un’opportunità di occupazione qualificata, a beneficio di persone fragili. In aula ragazzi che hanno già conseguito un diploma di scuola superiore e alcune donne giovani non occupate.

Il primo a prendere la parola è stato Bernard Dika, della Presidenza della Giunta Regionale della Toscana, consigliere del presidente per l’innovazione e le politiche giovanili, ventitreenne quasi coetaneo di molti dei giovani in platea Dika ha centrato il suo intervento sull’articolo 34 della Costituzione e sull’importanza di «cambiare la visione del problema», ovvero «il nostro compito è quello di aiutare tutti, ma non è detto che tutti vogliano finire l’università. Ci possono essere diverse strade e il metodo di Dynamo» ha concluso riferendosi al corso appena avviato «ci permette di innovare l’approccio».

«Occorre uscire dagli schemi per non lasciare fuori nessuno» ha detto Lorella Carimali (nella foto) scrittrice e professoressa di matematica, tra i 50 finalisti del Global Teachers Prize 2018 che ha utilizzato un gioco/schema per spiegare che cosa per lei sono inclusione e integrazione. Carimali non crede nella separazione scuola/lavoro, ma è fondamentale «dare gli strumenti per scelte consapevoli, strumenti culturali e di pensiero», ha concluso.



«Vorrei prendere la laurea in economia, lavorare nel mondo della moda e tornare a Dynamo Camp come volontaria», questo il sogno di Jasmine Manbal, (nella foto a sx) studentessa, ex camper Dynamo Camp e Alfiere della Repubblica nel 2019 che ha offerto ai giovani presenti la sua testimonianza di ragazza che in prima superiore ha sperimentato la terapia ricreativa di Dynamo Camp «mi ha cambiato radicalmente, sono uscita di lì che non mi vergognavo più e ha trasformato le mie insicurezza in una forza».

«La fragilità non è sempre dell’altro» ha detto Riccardo Atzei, (foto a dx) Advisor scientifico Dynamo Academy nello spiegare le caratteristiche di chi si sente e vuole lavorare nelle professioni di cura. Fondamentali «le relazioni tra persone, lo stare in relazione perché l’ambiente del caring tiene conto di poli: le persone che accolgono e quelle accolte. Non è un incontro tra divise: un camice o un pigiama».

Rivolgendosi direttamente ai ragazzi presenti in sala Serena Porcari, (nella foto), ceo di Dynamo Academy ha “rivelato” che «lavorare nel sociale è come lavorare per un’impresa. È un mestiere e senza qualcuno che investa nelle tue idee non si può fare nulla», per questo la formazione è fondamentale. «Il tema della professionalità della cura è centrale per Dynamo Academy, che offre progetti di education per studenti, professionisti e imprese affinché possano essere attivi nelle proprie comunità per il Bene Comune. La visione portata questa mattina da persone che lavorano nella scuola e nelle istituzioni e di chi è attivo nella progettazione sociale, mostra che far emergere e canalizzare le energie dei giovani nella direzione della cura crea opportunità a beneficio dei soggetti coinvolti e della società», ha aggiunto Porcari ricordando come «l’unico lavoro che non sparirà in futuro sarà quello di chi si prenderà cura degli altri. Lì c’è il futuro, ma è necessaria la qualità della formazione». La ceo di Dynamo Academy ha annunciato anche l’imminente avvio di un secondo corso di formazione nel territorio di Napoli.

A chiudere il giro di tavolo Chiara Pastorino (nella foto) responsabile Personale e Organizzazione di Intesa Sanpaolo Vita che dopo aver raccontato la sua esperienza formativa e lavorativa ha sottolineato non solo l’importanza della formazione, ma anche investire in essa. «Sostenendo questo progetto «Intesa Sanpaolo Vita desidera contribuire ad affrontare il problema di grave disagio sociale in cui versa la popolazione dei Neet e, al contempo, rispondere all’aumento di richiesta di servizi assistenziali, socio assistenziali ed educativi di qualità. Siamo consapevoli che la formazione dei giovani è una responsabilità fondamentale per creare crescita economica e sociale, e il nostro auspicio è che, dal talento e dalla passione dei 20 ragazzi che hanno intrapreso il percorso formativo per Tecnico dell’Animazione Socio educativa, possano nascere idee e intuizioni capaci di rivoluzionare il futuro e di dare un nuovo significato al termine caring, su cui vogliamo essere in prima linea nel portare valore»

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