Salute

Le “pretese” di noi disabili

di Noria Nalli

Noi disabili siamo vissuti come un problema dalla società. È una triste ed innegabile realtà. Siamo così “impertinenti” da riuscire a scombussolare anni di abitudini consolidate. Prendiamo ad esempio gli scalini all’entrata dei negozi. Sono così graziosi e decorativi e noi pretendiamo pure che vengano tolti o dotati di scivolo, per poter entrare con i nostri ausili: una pretesa davvero incredibile! Il mio tono è provocatorio, ma questo modo di pensare continua ad esistere. Non parliamo poi di quello che vivono i genitori dei ragazzini disabili. Lo abbiamo visto dalla cronaca di Torino di questi giorni. Persino un centro estivo salesiano ha rifiutato l’iscrizione di un bambino con problemi di apprendimento. “Non siamo attrezzati” la risposta semplicistica che è stata data. Non c’erano educatori formati per seguire le problematiche del disagio. E si :noi creiamo sempre problemi! È forse retorico ripetere che chi si occupa di minori a livello educativo dovrebbe prevedere la presenza di personale preparato ad accogliere e compredere anche il disagio.Pensare che a Torino esiste da anni l’associazione Baby-Xitter, è il primo servizio in Italia di baby-sitter a domicilio per bambini disabili. La “x” indica il possesso di un requisito, di una risorsa in più. Al costo di una normale baby-sitter – sette o otto euro l’ora – le famiglie che diventano socie possono usufruire di una persona specializzata e di fiducia che segua i loro bambini. L’associazione seleziona e forma persone già con esperienza nel settore, cui fa seguire corsi tenuti da medici specialisti, in modo che siano preparati ad ogni situazione e tiene corsi anche per tutti gli educatori che vogliano conoscere i problemi della disabilità. Il prossimo anno il centro salesiano potrebbe informarsi su www.baby-xitter.org

 

 

 

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