Social franchising

Le portinerie dove bussa la comunità

Un luogo di welfare nato durante la pandemia e che oggi ha all'attivo quattro Portinerie in tutta Italia, un marchio registrato (Portinerie di comunità), 20 persone che lavorano stabilmente e un laboratorio con il Politecnico di Milano

di Gabriella Debora Giorgione

Giuseppe vive in val di Susa: è titolare della “Locanda del Priore”, gestita dalla cooperativa sociale Amico. Magassa, invece, è un giovane ragazzo maliano viveva a Sant’Antonino di Susa ed aveva un sogno: frequentare una scuola per imparare la professione di cameriere e cuoco. Si incontrano grazie al Portale dei saperi, la piattaforma di welfare di comunità ideata dalla Rete italiana di cultura popolare da un’idea di Tullio De Mauro e oggi supervisionata da Chiara Saraceno, dove l’infrastruttura sociale e i soggetti che ne fanno parte incrociano i bisogni dei singoli. Il Portale dei saperi permette di fare incontrare competenze e bisogni, ma soprattutto co-progettare azioni culturali, sociali e di inclusione. È da qui che nasce anche la Rete delle Portinerie di comunità, una risposta ad un periodo fragile, quello della pandemia: una rete di presidi “leggeri” di welfare di comunità culturali e sociali che ha offerto servizi legati alle esigenze della vita quotidiana, occupandosi prevalentemente della fornitura di generi di prima necessità.

Inizialmente, tutto è partito dal progetto Biagio, rivolto prevalentemente all’ascolto e all’assistenza delle persone a rischio di emarginazione sociale, i “biagi” appunto, promosso dalla Rete italiana di cultura popolare, diretta da Antonio Damasco, in collaborazione con NES Nessuno è straniero e “Ufficio Pastorale Migranti”. Il progetto si è poi concretizzato nello Spaccio di Cultura-Portineria di Comunità, sostenuto dalla città di Torino con la misura Torino social factory e cofinanziato dal Pon Metro.
Il progetto pilota parte dalla constatazione che in ogni territorio ci sono persone disponibili, con un “saper fare” variegato e una reale intenzione di essere utili alla collettività e ci sono anche persone che per varie ragioni necessitano di disporre di una rete sociale di riferimento che possa intervenire per risolvere problemi della loro quotidianità.
Ad inizio del 2021, erano già oltre 250 gli abitanti coinvolti dalle Portinerie di comunità® e 120 i ragazzi riportati alla didattica dalla quale si erano allontanati in pandemia.


Attualmente, in Italia le Portinerie di comunità sono quattro, con circa 20 giovani donne che ci lavorano, e sono sostenute da Regione Piemonte, Città di Torino, Fondazione Crt, Lavazza group, Compagnia di San Paolo, Agenzia Piemonte Lavoro e Torino Social Impact e sono state riconosciute come best practices dall’European social fund. Le collaborazioni stabili sono, tra le altre, anche con Agenzia Piemonte lavoro, i cui centri per l’impiego abitano le Portinerie orientando le persone ad opportunità lavorative, corsi di formazione e percorsi di tirocinio, e l’Inps che, nell’ambito del protocollo nazionale “Inps per tutti”, segue la diffusione del modello delle Portinerie di comunità®, che oggi sono anche un marchio registrato, nei diversi contesti nazionali.

Le Portinerie, annoverate tra le “comunità intraprendenti” di Euricse, si stanno sviluppando nelle aree interne del Canavese all’interno delle biblioteche civiche e delle scuole. E, al sud Italia, a fine aprile si è avuta a Palermo la prima presentazione pubblica delle Portinerie di comunità.
È in corso anche Portinerie di comunità lab, un laboratorio co-progettato con il Politecnico di Milano e tutti i soggetti interessati ad attivare questo modello di social franchising.

Antonio Damasco

Porta Palazzo

È la prima Portineria nata, nel 2020, è aperta sei giorni alla settimana ed oggi è un modello di cogestione dello spazio. Abitato e tenuto aperto da 5 soggetti del terzo settore che si occupano di servizi di prossimità, segretariato sociale, abitare, incontri con le famiglie della comunità del dono, supporto ai senza dimora, aiuto compiti, italiano per donne straniere e molto altro, la Portineria di comunità di Porta Palazzo è il centro di connessione di un’ecosistema di servizi integrati: dal disbrigo di pratiche del segretariato sociale al supporto per richiedenti asilo, dall’abitare all’orientamento al lavoro. Ha un’edicola dei libri dove si possono prendere libri con una donazione libera, scambiare libri, donare libri mandando la lista a info@portinerie.it. Gli abitanti con carta annuale sono oltre mille, i servizi svolti oltre 1.500.
Le principali attività di Porta Palazzo sono l’orientamento ai servizi burocratici, la raccolta bisogni inespressi, l’orientamento al lavoro con i centri per l’impiego, la stesura di curriculum vitae, la ricezione pacchi, la facilitazione digitale, il supporto famiglie più fragili, l’aiuto compiti, l’sos tecnologia, le lezioni di italiano per donne straniere.
«Siamo spesso un contatto tra chi ha bisogno di un servizio e chi ha bisogno di un lavoro. Le richieste più frequenti sono quelle sull’sos digitale», dice Andreea Hutanu, attivatrice di comunità di Porta Palazzo.
«I servizi sono totalmente gratuiti per le persone e le famiglie che vivono un disagio, per gli altri ci sono costi per alcuni servizi: dieci euro all’anno per la domiciliazione dei pacchi, sos tecnologia di norma 4euro all’anno e poi c’è una giornata di segretariato sociale gestito da una cooperativa», precisa Camilla Munno che è la responsabile comunicazione della Rete.

Inside out school, Istituto “Lagrange”

È la seconda portineria in ordine di tempo, nasce nel 2022 dentro una scuola, in lungo Dora Savona, zona Aurora, a Torino. Vive all’interno dell’Istituto Lagrange e del suo quartiere.
È un modello di Portineria Inside out school: che si occupa, insieme alle attivatrici di comunità e al personale Ata, di raccogliere i bisogni della scuola e dei suoi abitanti: studentesse e studenti, docenti e famiglie per un totale di oltre 800 nuclei. È anche un luogo di orientamento al lavoro in cui ogni 15 giorni i Centri per l’impiego accolgono le richieste. C’è una biblioteca aperta al territorio e utilizzata per aiuto compiti, incontri e eventi, mentre la Cabina della Portineria, nel giardino Gilardi, luogo estivo delle attività ideato con 500 studentesse e studenti grazie al bando Tonite della Città di Torino, è un’aula studio a cielo aperto, un luogo cogestito da enti del territorio e abitanti. Qui si tengono anche gli incontri mensili dell’Unità di strada guidata dal Comune di Torino in collaborazione con associazioni della città che si occupano di senza fissa dimora.
I numeri: gli abitanti con carta annuale sono oltre 800, si tengono 50 laboratori scolastici l’anno, 50 incontri di aiuto compiti l’anno, 12 incontri all’anno dell’unità di strada, 100 dialoghi nello spazio neutro, sono oltre 200 i dialoghi nel Portale dei saperi.

Istituto Lagrange, particolare | foto Rete Portinerie di comunità®

Borgo San Paolo

È il terzo presidio leggero della Rete delle Portinerie di comunità , nasce nel 2022 a borgo San Paolo, dalla rigenerazione di un’ex bocciofila all’interno del parco Braccini. Oggi rappresenta un modello di cogestione con il Caffè dell’Orto del Consorzio Sale della Terra, che si occupa della parte di bistrot; un luogo di socialità e incontro, teatro, musica, cinema e danza; uno spazio per grandi e piccoli aperto alle collaborazioni con il territorio che vengono ad abitare lo spazio: l’asilo Braccini, la Rsa Spalato, la comunità per Minori stranieri non accompagnati Primo passo.
I numeri: oltre 2mila abitanti con carta annuale, oltre 500 i servizi forniti e oltre 200 le attività culturali all’anno, dieci cicli di attività periodiche organizzate con scuole, Rsa e Comunità per Msna

Cuorgnè

Nasce nel 2024 ed è la prima Portineria all’interno di una biblioteca, quella civica di Cuorgnè, grazie all’alleanza del luogo e del Comune e dall’ecosistema di oltre 15 soggetti attivi sul territorio compreso il Coordinamento dei servizi socio-assistenziali-Ciss 38.
Dopo qualche difficoltà iniziale, oggi Cuorgnè, 11mila abitanti circa, è un nuovo modello di presidi socioculturali che integra servizi già attivi sul territorio e svolge servizi di prossimità; è un luogo di riferimento per le famiglie con servizi in forma gratuita di tipo psicologico e educativo e di contrasto alla carenza e povertà culturale; un punto di facilitazione digitale, in forma itinerante sul territorio, voluto dalla Regione Piemonte come azione di accrescimento delle competenze digitali di cittadine e cittadini.
Buoni i numeri, in soli quattro mesi: oltre 400 servizi svolti tra pratiche burocratiche e sos tecnologia; oltre 100 i dialoghi del Portale dei saperi e 50 le attività di facilitazione digitale.
«Cuorgnè è molto attiva sul sociale, la vita dei ragazzi si svolge qui in biblioteca, vengono in molti. La Portineria è diventato il fulcro di tutti i servizi del territorio: le persone si sono avvicinate più facilmente proprio per questo», dice Mariachiara Santoro, attivatrice di comunità di Cuorgnè che ha lavorato in co-progettazione su una mappatura completa di tutto quanto esisteva sul territorio, un grande file excel con tutti dentro: associazioni sportive, scuole, associazioni di servizi socio-sanitari, cooperative ed enti pubblici.
«La comunità di prossimità su cui lavorare è diversa da luogo e luogo, questo è uno degli aspetti interessanti delle Portinerie. E questo è possibile grazie proprio all’analisi di contesto tra ciò che manca in un territorio e ciò che, invece, è una risorsa dalla quale partire», conclude Santoro.

Comunità del dono

Un progetto semplice, un’eredità della pandemia che dà voce ai desideri di bambine e bambini: «Questo ci consente di entrare nelle case di famiglie che sappiamo essere in difficoltà ma che hanno pudore a venire da noi. Entriamo in punta di piedi, capiamo i bisogni e poi ci lavoriamo pian piano su, a partire dalla relazione con loro: costruiamo innanzitutto un rapporto di fiducia che apre a percorsi di formazione, orientamento e aiuto», dice Camilla Munno.

Nella foto di apetura, l’esterno della portineria a Torino, all’interno dell’articolo Antonio Damasco, foto Rete Portinerie di comunità


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