Sostenibilità

Le politiche amiche del clima

L'efficienza degli edifici in Germania, gli autobus del Messico, i tagli ai consumi in Cina

di Redazione

Le politiche a basso impatto ambientale non solo riducono le emissioni di gas serra, portando benefici all’ambiente, ma stimolano e diversificano l’economia. Lo rivela l’ultimo rapporto su circa 100 politiche climatiche di Paesi appartenenti al G20, realizzato da Ecofys e Germanwatch per il WWF e E3G, organizzazione no profit indipendente.

Il rapporto valuta le politiche climatiche di Paesi che sono responsabili per circa tre quarti delle emissioni globali di gas serra, identificando gli esempi migliori, quelli da non imitare e le lezioni da imparare.

Mentre i Ministri della Finanza del G20 si preparano per l’incontro che si terrà a St. Andrews, nel Regno Unito, il 6 e 7 novembre, il WWF li esorta a prendere le misure necessarie per assicurare che la nuova ondata di investimenti nelle infrastrutture siano “verdi”, vale a dire orientati alla sostenibilità ambientale e al taglio delle emissioni di anidride carbonica nemiche del clima. E questo include proposte finanziarie concrete per aiutare i Paesi in via di sviluppo a costruire economie a basso contenuto di carbonio e adattarsi ai cambiamenti climatici, come indicato dal Summit del G20 riunito a Pittsburgh in settembre.

 Ai primi posti nella classifica stilata dal rapporto due progetti dalla Germania: un programma di “Efficienza negli edifici” sviluppato dal governo tedesco, che riduce le emissioni di gas serra, crea nuovi posti di lavoro nelle costruzioni e può offrire ottime opportunità di replica anche in altri Paesi, e il “Conto energia per l’elettricità rinnovabile” che garantisce ai produttori di energia rinnovabile una tariffa fissa per 20 anni.

 Ma ci sono esempi virtuosi anche in altri Paesi. Un sistema di Autobus a Trasporto Rapido (BRT) in Messico dimostra che le soluzioni a basso impatto ambientale hanno un ottimo potenziale per aumentare il comfort e la qualità della vita, considerazioni importanti per economie emergenti e in rapida crescita. Mentre il programma cinese studiato ad hoc per le 1000 aziende a più elevato consumo energetico ha portato miglioramenti permanenti nella gestione energetica e nell’efficienza delle stesse aziende.

 “Il rapporto mostra che i governi che sviluppano soluzioni “verdi” e a basso impatto ambientale saranno vincenti e avranno una posizione di leadership nel mondo – ha dichiarato Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia – I governi che non investiranno in soluzioni a basso contenuto di carbonio invece perderanno e i sostenitori volteranno loro le spalle. Chiediamo al G20 di proporre una strategia per sostenere gli investimenti nell’economia verde. Non investire nelle soluzioni a basso contenuto di carbonio in questo momento significa non essere in grado di vedere il futuro”.

Il rapporto elenca anche diverse politiche sbagliate – spesso provenienti dagli stessi Paesi che hanno sviluppato quelle lodevoli – che non solo non riescono a produrre benefici economici ma sono di ostacolo al percorso verso un futuro a basso contenuto di carbonio. Tra le scelte peggiori, misure come le sovvenzioni a miniere locali ancora garantite in molti Stati, il trattamento preferenziale di aziende ad elevato consumo energetico concesso anche da Stati come la Germania, l’Australia e l’Olanda, o la mancanza di una gestione idrica appropriata in particolare nelle regioni aride o semiaride.

Il WWF stima che i governi industrializzati dovranno fornire finanziamenti pari a 160 miliardi di dollari per l’adattamento e la mitigazione nei Paesi in via di sviluppo, specialmente in quelli più vulnerabili ai cambiamenti climatici.

 Sebbene le singole politiche facciano la differenza, c’è l’impellente bisogno di maggiore integrazione di queste politiche e coerenza generale. Proprio per questo il WWF chiede che vengano definiti i “Zero Carbon Action Plans” per i Paesi industrializzati.

 

Sulla strada verso Copenhagen: la campagna Vote Earth e il Blog dai negoziati

Per far sentire la pressione dell’opinione pubblica su chi a Copenhagen deciderà le sorti del pianeta, il WWF ha lanciato anche in Italia la campagna “Un voto per la Terra – Vote Earth”, invitando tutti, individui, istituzioni, aziende a votare per la Terra con un messaggio forte e chiaro rivolto ai leader perché approvino un accordo sul clima equo, efficace e vincolante. Basta un semplice click su sito www.wwf.it per esprimere il proprio voto, che sarà visualizzato su una speciale mappa di Google insieme a quello di milioni di cittadini di tutto il mondo. La Campagna si svilupperà nelle prossime settimane con diverse azioni ed eventi, portando il Voto per la Terra tra la gente. Nel pieno del Summit i voti globali per la terra saranno visualizzati e aggiornati su un grande ‘globo terrestre’ posizionato all’ingresso della sede del vertice (Bella Centre).

 Filo diretto con i negoziati di Barcellona sul blog “Le sfide del Clima” di Mariagrazia Midulla, responsabile Clima ed Energia del WWF Italia, www.wwf.it/clima (link diretto http://sfidadelclima.wordpress.com ), con gli sviluppi quotidiani delle trattative, ma anche note di colore dal “dietro le quinte”.

E sul prossimo numero di Ecomondo, in edicola con Vita Non Profit Magazine dal 13 novembre, uno speciale interamente dedicato al vertice di Copenhagen.

Nella foto: un uomo si ripara dalla pioggia alla base del grande contatore di carbonio installato a New York


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