Welfare

Le pene infinite di Gennaro Parisio

L’ex tossicodipendente diventato operatore della comunità Maccacaro di Montesarchio(Benevento)condannato a sei anni di reclusione perun cumulo di pene diverse.

di Cristina Giudici

Do you remember Gennaro Parisio? L?ex tossicodipendente diventato operatore della comunità terapuetica Maccacaro di Montesarchio (Benevento), condannato successivamente a sei anni di reclusione per un cumulo di pene diverse che rischiava di compromettere la sua (ormai avvenuta) riabilitazione? Ebbene, è tornato in carcere. Nel marzo del 1998 ?Vita? ha sollevato il suo caso per chiedere che nell?approvazione della riforma del testo unico sulle tossicodipendenze si prendesse in considerazione anche il problema dei residui di pena. Come Gennaro infatti, c?erano (e ci sono) centinaia di ex tossicodipendenti ormai inseriti in un programma terapeutico che rischiavano di compromettere tutto l?impegno e il lavoro mirato a lasciarsi alle spalle la droga e il carcere. Dopo la prima conferenza di Napoli sulle tossicodipendenze, infatti, il ministro di giustizia Flick aveva istituito una commissione di studio per la revisione della disciplina in materia di stupefacenti, presieduta dal consigliere La Greca. Allora si era conclusa la vicenda di Cinzia Merlonghi, anche lei ex tossicodipendente e poi operatrice di una comunità, graziata dal presidente Scalfaro. «Ma ci vuole l?intervento di un Presidente», ci si chiese allora, «per riconoscere il diritto al futuro a chi si è rifatto una vita ?» Dopo un?interruzione dovuta alla crisi del governo Prodi, i lavori della commissione sono ripresi su indicazione del nuovo ministro Oliviero Diliberto che ha affidato il coordinamento al sottosegretario Franco Corleone. La proposta, che avrebbe dovuto essere convertita in un disegno di legge, era incentrata sulla fase dell?esecuzione penale, allo scopo di rafforzare le misure alternative alla detenzione per carcerati ed ex tossicodipendenti, eliminando così finalmente ogni elemento di afflittività . Nonostante l?impegno dell?onorevole Corleone, il sostegno di vari parlamentari ( fra gli altri Ersilia Salvato, Mauro Paissan e Giuliano Pisapia). Nonostante l?adesione di molti operatori del settore tossicodipendenza, le molteplici discussioni e i riflettori del Costanzo show accesi sulla vicenda di Gennaro Parisio dopo la denuncia di Vita, la riforma non c?é ancora. I lavori della commissione non sono mai stati convertiti in disegno di legge e, come ci informa il suo avvocato in una lettera, Gennaro Parisio è tornato in carcere per scontare una condanna di cinque anni e cinque mesi. Tutto da rifare? Ora Parisio, recluso di nuovo nel carcere di Benevento sta aspettando l?esito del ricorso di Cassazione. Se non riuscirà a ottenere la sospensione della pena neanche così, chiederà l?articolo 21 e cioé il lavoro esterno, ma alle sei di pomeriggio sarà costretto a tornare in carcere. Sappiamo che il governo è molto impegnato nella lotta ai contrabbandieri , ma noi ci accodiamo ai ripetuti appelli del giudice Giancarlo Caselli, in difesa dei detenuti tossicodipendenti per i quali, come lui stesso ha affermato, il carcere non è sicuramente l?unica via di recupero. Mi chiamo Giulia Cavaiuolo e da tempo sto collaborando con un avvocato su una questione per me molto cara. Riguarda la vicenda di un amico, Gennaro Parisio, il quale portò il suo caso anche alla trasmissione Costanzo show due anni fa. Mi limiterò a poche righe, cercando di essere il più possibile chiara. Parisio Gennaro è oggi detenuto presso la casa circondariale di Benevento per scontare una condanna di tre anni cinque mesi, frutto di un provvedimento giudiziario di accumulo delle pene. Nel mese di ottobre si discussero per lui tre misure alternative: detenzione domiciliare, affidamento al lavoro e sospensione pena ai sensi dell?art 90 dpr 309/90. Il Tribunale di sorveglianza di Napoli decise soltanto in merito alle prime due richieste ,omettendo di pronunciarsi sulla richiesta di sospensione pena e discutendo l?affidamento alla comunità prevista dall?art. 94 e mai richiesta da Parisio. A questo punto mi chiedo: «Come fa un tribunale di sorveglianza a pronunciarsi su una richiesta mai presentata?» I documenti presentati attestavano che Gennaro aveva già concluso il suo programma riabilitativo e quindi non era più tossicodipendente.Mi chiedo anche se sia giusto non tenere conto dei requisiti oggettivi e soggettivi che nel suo caso avrebbero giustificato ampiamente la concessione di una misura alternativa al carcere (o vogliamo di fare di tutta un?erba un fascio?). Ciò che più mi sconcerta,però, è l?argomentazione utilizzata dal Tribunale per rifiutare la sospensione della pena e cioé che i documenti presentati per dimostrare la sua affidabilità erano vecchi. Ma forse questo è un problema del Tribunale che non ha rispettato i termini previsti dell?udienza? Giulia Cavaiuolo


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