Formazione

Le parole del papa al mondo dei SUV

Altre idee/ Continueranno a dirci che il tempo per il pianeta si accorcia, e nello stesso tempo a litigare tra loro ... solo un dio ci può salvare? di Marco Revelli

di Redazione

«Ogni persona e ogni famiglia può e deve fare qualcosa per alleviare la fame nel mondo adottando uno stile di vita e di consumo compatibile con la salvaguardia del Creato e con criteri di giustizia verso chi coltiva la terra in ogni Paese». Benedetto XVI, 12 novembre 2006 Non c?è dubbio che il problema sia quello. E che di fronte a quel problema tutti gli altri impallidiscono e scadono a questioni secondarie. Parlo dello ?stile di vita e di consumo?. Del nostro – e lo sottolineo: ?nostro? di noi occidentali privilegiati e opulenti – stile di vita e di consumo. Della sua distruttività. Della sua incompatibilità con i più elementari principii di giustizia. Della sua tendenziale minaccia all?esistenza stessa del genere umano. Ce lo diciamo e ripetiamo ogni giorno. Prima sommessamente, da parte di piccole minoranze ?visionarie?. Atolli di buon senso nell?oceano dell?indifferenza edonistica. Poi da seggi sempre più autorevoli. Fino a oggi, dal più autorevole dei seggi della cristianità. Forse è davvero questo nodo irrisolto, che ci oscilla sul capo come un?invisibile spada di Damocle – il fattore che rende la politica (la piccola, piccolissima politica di casa nostra, ma anche la politica in quanto tale, i meccanismi del governo del pianeta) così misera. E fatua. Che la declassa a luogo secondario della chiacchiera, in cui le furibonde risse per il potere danno l?immagine delle neitzscheane mosche del mercato: tanto francamente repellenti quanto desolantemente impotenti. Già, perché questa questione – antropologica prima ancora che sociale -, da cui dipende l?apertura del futuro o, viceversa, la chiusura del tempo sulle nostre dispendiose vite da turisti sul Titanic, è fuori dalla portata della Politica. Sta fuori – sopra, o sotto, o chissà dove – rispetto alla Sovranità. È un ?intoccabile? per il ?politico? che voglia sopravvivere nell?epoca della democrazia dei consumatori. Nel mondo dello spettacolo la rappresentazione della nostra fine prossima ventura può, anzi deve, essere proiettata sul grande schermo così da sollevare quel barlume di emozione che tiene la gente inchiodata alla poltrona, ma non può, poi, irrompere in platea. Non deve sottrarre nemmeno un centesimo al botteghino. Continueranno a dirci che il tempo per il pianeta si accorcia, e nello stesso tempo a litigare tra loro su come aumentare di un decimo o due il ritmo di crescita del Pil. A sfornare rapporti sui limiti dello sviluppo, e a invidiare la Cina per il suo 10% e passa di crescita folle. S?inchineranno alle sagge parole del Papa, e continueranno a guidare i loro Suv, e i loro Tir, e le loro Tav, divorando il tempo dei propri figli. Forse davvero, se è così, «solo un dio ci può salvare». O forse solo ?noi?, insieme, senza più deleghe, come cittadini di un pianeta da salvare.


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