Cultura
Le parole che cambiano / Salute
Per chiarire i contorni reali di questa parola occorre ricorrere allinglese: "health divide". è il modo più efficace per spiegare lo squilibrio fatale tra Nord e Sud del mondo
La salute insomma non è proprio una parola uguale per tutti. Un dato che è estremamente chiaro a Nicoletta Dentico, responsabile di Drugs for Neglected Disease initiative (Dndi; in italiano Farmaci per le malattie dimenticate), l?organizzazione non profit creata due anni fa da un gruppo di enti di ricerca dei Paesi poveri consorziati con Medici senza frontiere e l?Istituto Pasteur. Per questo la Dndi ha pensato a un blitz per «spostare il discorso dal commercio alla salute, privilegiando modelli di ricerca open source». Un appello-blitz sottoscritto da 18 premi Nobel contro il divario che separa il progresso scientifico dai bisogni della gente.
SALUTE, s. f. 1. Condizione psico-fisica dell?organismo; 2. Buona condizione psico-fisica, benessere; 3. lett. salvezza; 4. Fomula di saluto, di augurio
(dal Dizionario italiano Sabatini Colletti)
Al Sud del mondo sono state destinate solo 16 delle 1.393 nuove medicine approvate tra il 1975 e il 1999. L?1% dei farmaci, dedicati alla cura di malattie tropicali e alla tubercolosi che gravano sullo stato della salute del mondo con l?11% dei pazienti. Da Nord, il panorama è completamente diverso: sei tipi di malattie tipiche delle società abbienti, da quelle cardiovascolari a quelle metaboliche, assorbono l?85% del mercato dei farmaci.
Vita: È un problema di mancanza di fondi per la ricerca medica?
Nicoletta Dentico: I fondi per la ricerca nella salute sono svettati dai 30 miliardi di dollari del 1986 ai 106 del 2001, con un incremento del 400%. Il problema è il totale fallimento dell?attuale modello di ricerca scientifica orientato al profitto, che tratta i medicinali alla stregua di qualsiasi altra merce e punta a finanziare la ricerca permettendo a posizioni dominanti di imporre prezzi altissimi (ormai insostenibili per le stesse economie dei Paesi industrializzati), con la tendenza quasi fisiologica all?impoverimento della ricerca medica verso le sole prospettive di ritorno sull?investimento, a detrimento dell?innovazione terapeutica e dei reali bisogni dei pazienti. In un?ottica di profitto, i 350 milioni di persone che vivono esposte alle malattie tropicali sono un?umanità inservibile.
Vita: La gran parte della ricerca e dello sviluppo dei farmaci oggi proviene dalle industrie farmaceutiche che, per definizione, lavorano in un?ottica di profitto. Realisticamente, come pensate di convincerle a spostare il focus dal commercio alla salute?
Dentico: Identificando obblighi ed incentivi che possano massimizzare il contributo del settore privato in questo esercizio. Nuove tipologie di incentivi potrebbero essere indirizzate a stimolare la disponibilità della azienda farmaceutica a garantire l?accesso ai propri archivi di molecole, per portare avanti la ricerca.
Vita: È questo che intendete per ricerca open source?
Dentico: Non solo. La disponibilità di beni comuni e globali è parte essenziale della futura strategia per lo sviluppo. La ricerca non fa eccezione. Uno degli obiettivi fondamentali dell?appello è quello di favorire la disseminazione della conoscenza e la condivisione dei saperi, sostenendo la diversità e la concorrenza tra i ricercatori dei Paesi industrializzati e quelli in via di sviluppo. A questo scopo, chiediamo ai governi la definizione di nuove politiche per l?accesso alla conoscenza, soprattutto quella coperta dalla protezione brevettuale, e nuove regole per la registrazione dei farmaci, dei vaccini, dei diagnostici. Si potrebbe inoltre pensare alla creazione di una banca internazionale dei principi attivi e alla moltiplicazione di centri di monitoraggio sulle malattie dimenticate. Per le malattie legate alla povertà, in particolare, è essenziale il trasferimento di tecnologie e know how nei Paesi endemici tramite accordi collaborativi sulla ricerca.
Vita: Crede che la tendenza, impostasi negli ultimi anni, di puntare sulle partnership tra pubblico e privato sorrette dalla filantropia imprenditoriale possa essere una strada che porta alla ricerca open source?
Dentico: Penso che sia alquanto illusorio pensare che queste partnership possano rappresentare la soluzione del problema. Gli obiettivi per la salute, dalla riduzione della mortalità infantile alla lotta all?Aids, rivendicano politiche capaci non tanto di apportare lievi modifiche alle condizioni in cui oggi opera il mercato, ma di riequilibrare le regole del gioco. La salute, e la ricerca medica nella fattispecie, devono diventare settori strategici, come avviene oggi per la difesa e la ricerca spaziale. Il nostro appello chiede la leadership dei governi – attraverso finanziamenti o il coinvolgimento diretto – per orientare le priorità della ricerca e influenzare le scelte sulla produzione e la distribuzione di vaccini, farmaci e diagnostici. Recenti casi di successo hanno dimostrato che il monopolio delle competenze scientifiche non risiede solo nelle grandi aziende.
Vita: Può farci qualche esempio?
Dentico: Il progetto di ricerca sul genoma umano – Human Genome Project – finanziato da diversi governi, che l?ha spuntato sul progetto privato concorrente. E poi l?emergenza Sars del 2003. Ha dimostrato, senza equivoci, che la conoscenza biomedica e le scienze farmaceutiche possono essere mobilitate in ambito pubblico con risultati sorprendenti, anche grazie alla cooperazione internazionale, quando un sufficiente investimento di fondi e la determinazione politica guidano il gioco: completata in sei giorni la sequenza del virus, un test diagnostico è stato creato in tre mesi!
Vita: Torniamo alle malattie legate alla povertà: in molti casi mancano le cure anche se la ricerca sulle loro cause è stata fatta. Come mai?
Dentico: È vero. Gli scienziati sanno molto dei microrganismi responsabili della malattia del sonno, del Chagas e della leishmaniosi, per citare solo alcune delle malattie dimenticate. E il genoma del parassita della malaria e del parassita africano della malattia del sonno, sono conoscenza acquisita. Ma questi studi si fermano lungo il processo della ricerca e i risultati non vengono trasformati in nuovi strumenti diretti alle sproporzionate necessità dei pazienti. Mancano vaccini, mancano diagnostici adeguati ai contesti dei Paesi endemici. I medicinali, quando a disposizione, sono antiquati, poco efficaci e tossici. 55 milioni di persone in Sudan, Congo e Angola sono esposte alla malattia del sonno (la cui recrudescenza ci riporta alla situazione del primo Novecento), 300mila ne sono colpite. Difficile e dolorifica la diagnosi, mentre la terapia usata, dolorosissima, il melarsoprol, è un derivato dell?arsenico che, oltre ad aver sviluppato resistenze, uccide come effetto collaterale il 5% dei pazienti che intende guarire. La sola alternativa sicura, l?eflornitina, è del tutto inadatta poiché deve essere somministrata come infusione ogni quattro ore per 14 giorni. Servono soluzioni nuove per combattere ceppi resistenti della malaria e della tubercolosi. Malattie come la febbre Dengue e l?ulcera di Buruli non hanno terapie di sorta.
Vita: Le cose vanno meglio per malattie come l?Hiv, diffusa sia nel Nord che nel Sud del mondo?
Dentico: Persino la ricerca sull?Aids, che pure ha attratto negli ultimi decenni impegno politico dei governi e risorse finanziarie da parte dell?industria farmaceutica, non ha finora prodotto soluzioni veramente adeguate ai contesti degli oltre 40 milioni di pazienti che convivono con il virus nel Sud del mondo, e nessuna formulazione pediatrica per i 2 milioni di bambini sieropositivi sotto i 15 anni che vivono nei Paesi poveri.
Vita: Ha presentato il suo appello all?Onu dei popoli e al summit sugli obiettivi del Millennio. Qual è la vostra prossima meta?
Dentico: L?assemblea dell?Organizzazione mondiale della sanità in programma per maggio 2006. Lo squilibrio fatale di cui parliamo non è una fatalità, ma il risultato di un sistema di politiche che hanno assoggettato politica e società alle regole dell?economia, quali le prime debbano essere ?embedded? nella seconda. Nel campo della ricerca medica, anche su malattie dimenticate, occorre una azione internazionale credibile ed urgente, se non vogliamo che le malattie regnino nei prossimi decenni senza più controllo, con conseguenze imprevedibili per tutto il pianeta.
Chi è Nicoletta Dentico. La pasionaria della salute
? Nicoletta Dentico, giornalista, ex direttore esecutivo della sezione italiana di Msf, è coordinatrice Italiana della Campagna per la messa al bando delle mine e membro della Drugs for Neglected Disease Iniative.
? Le parole che cambiano. La prossima intervista avrà per protagonista Massimo Borghesi, docente di Filosofia della religione a Perugia. Con lui ragioneremo sulla parola educazione.
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