Sostenibilità
Le parole che cambiano /Diritto
Che ne è del diritto nellepoca che Francesco Galgano definisce dello shopping del diritto? Intervista a Francesco Galgano
Nell?introduzione al suo ultimo libro, La globalizzazione nello specchio del diritto, Francesco Galgano, ordinario di diritto civile a Bologna e giurista di fama internazionale, cita il suo ?maestro? Walter Bigiavi il quale sosteneva che «il mestiere del giurista consiste nel risolvere puz-zle, ossia nel ricomporre frammenti sparsi di materiale normativo fino a creare con essi un sistema compiuto e organico».
Diritto, s. m. 1. Insieme di principi, inerenti al concetto di giustizia, codificati allo scopo di fornire ai membri di una comunità regole oggettive di comportamento su cui fondare una ordinata convivenza
(dal Dizionario italiano Sabatini Colletti)
Il mestiere del giurista quindi, in quest?epoca di frontiere che cadono e di flussi sempre più vorticosi, è diventato particolarmente laborioso e onnicomprensivo. Infatti Galgano confessa di voler attingere da più discipline come l?economia, la filosofia, la sociologia, non solo quindi dal diritto, per «pervenire alla comprensione della più vasta e complessa realtà del nostro tempo». Già perché il diritto non vive in compartimenti stagni, non è, come si suol dire, una sovrastruttura del reale, ma «è ragione determinante dello sviluppo economico» per dirla con il premio Nobel per l?economia, Douglass C. North. Ma queste contaminazioni come avvengono? Quali dinamiche seguono? Che significato assume oggi la parola stessa diritto? E in futuro? Ricevendoci a Bologna nel suo enorme studio affacciato sulla sempre suggestiva piazza Santo Stefano, il professor Galgano ci traccia una precisa ricognizione di questi ?percorsi?.
Vita: Professore, qual è la sorgente del diritto?
Francesco Galgano: Innanzitutto bisogna dire che la parola diritto ha avuto oggi un rilancio rispetto al passato. Prima si usava il concetto di legge. Ma nel momento in cui sono emerse altre fonti di regolazione giuridica diverse dalla legge, allora il diritto ha avuto il sopravvento. Nel campo delle relazioni internazionali, per esempio, mentre prima si parlava di legge oggi si parla di diritto, nei rapporti internazionali sta prendendo il sopravvento soprattutto la consuetudine. E la consuetudine si legittima diversamente dalla legge.
Vita: Come?
Galgano: Sulla base dell?uso, della prassi costante e dell?opinione dei singoli. Degli usi delle grandi piazze commerciali che – attenzione – non sono solo quelle occidentali. Anzi, un fenomeno significativo in proposito è che si sta assistendo al declino della egemonia dell?Occidente. I mercati orientali sono sempre più importanti, stanno immettendo nel sistema giuridico complessivo principi che soppiantano quelli di origine occidentale.
Vita: Può fare qualche esempio?
Galgano: Un esempio è il tema della giustizia del contratto, se un contratto è giusto o non è giusto. La nostra tradizione occidentale è riassumibile nella nota espressione «pacta sunt servanda», chi stipula un contratto deve rispettarlo. In Oriente, invece, stanno nascendo principi diversi, il giudice consente di modificare il contratto, di portarlo ad equità, c?è un potere riconosciuto all?autorità giudiziaria sconosciuto alla nostra tradizione e alla quale anche noi ci stiamo adeguando. Pensiamo ai contratti di lunga durata per i quali muta il presupposto economico. Quello che è successo ai tempi della new economy è emblematico, i valori di Borsa delle aziende della new economy hanno avuto un crollo e i contratti fatti ai tempi in cui essa era in auge, se eseguiti oggi alla lettera, creerebbero degli squilibri economici notevoli. A questo riguardo, interviene un principio giurisprudenziale che si sta adesso affermando in Occidente, che è quello per cui se le parti non accettano spontaneamente di rinegoziare il contratto il giudice impone una regola diversa adeguata alla realtà economica del momento.
Vita: Cos?è, quindi, il diritto oggi?
Galgano: Facciamo prima un passo indietro e guardiamo all?etimologia della parola. La parola diritto in latino si diceva ius. Nella tarda romanità era diffusa l?epressione directum ius, il giusto diritto. Quando una parte portava davanti al giudice il proprio diritto non si limitava a dire il «mio diritto», diceva il «giusto diritto». Così nasce la parola. Nella tradizione illuministica il diritto scaturisce dalla sovranità popolare, dal potere legittimo che impone le regole con una legge e questa legge è vincolante per coloro che appartengono a quella determinata comunità. Ma oggi che i mercati sono plurinazionali, globali, la legge non ha più questa capacità di incidere sui rapporti intersoggettivi perché spesso sono rapporti che toccano Paesi diversi, continenti diversi e quindi la legge deve essere subordinata ad altri strumenti di regolazione quali appunto le consuetudini. Si può sostenere che il giudizio di mercato finisce con il rappresentare il consenso che sorregge le decisioni. Le grandi istituzioni diventano quindi più sedi di negoziazione tra gli Stati che non sedi con una propria autorità.
Vita: Queste trasformazioni come incidono sui diritti umani, sui cosiddetti diritti soggettivi?
Galgano: Anche qui è interessante un accenno alle origini delle parole. Mentre la lingua inglese definisce law il diritto in senso oggettivo e right il diritto in senso soggettivo, tutte le altre lingue usano un?unica parola. Detto ciò, il diritto soggettivo è la pretesa che il singolo basa sul diritto oggettivo. Intanto io ho un diritto soggettivo in quanto mi è riconosciuto da un diritto oggettivo. Poi ci sono i diritti umani che fanno riferimento al diritto naturale, ossia non il diritto vigente imposto da una pubblica autorità oppure il diritto consuetudinario riconosciuto come tale da una comunità più o meno vasta, ma ciò che speculativamente l?uomo sente come proprio patrimonio giuridico: diritto alla vita ma anche altri diritti di cui il singolo acquista coscienza e che sono diritti che l?ordinamento giuridico non crea ma trova, disciplina, tutela, protegge e a volte anche disconosce. Il diritto naturale si è sviluppato dal Seicento al Settecento, ha avuto il suo sbocco storico nel periodo dell?Illuminismo, con la Rivoluzione francese, nelle carte dei diritti del 1792. Tutto questo nasce da una rivoluzione che parte dal giusnaturalismo, da quella tendenza filosofica a pensare ai diritti dell?uomo partendo dall?uomo e non dai sistemi giuridici di diritto positivo. Nell?aspirazione che tutto questo sia poi riconosciuto nei sistemi giuridici.
Vita: Oggi in che fase siamo?
Galgano: Assistiamo a una grande ripresa del giusnaturalismo, ma anche alla perdita dell?egemonia occidentale nei confronti dell?Oriente che, di fatto, significa una perdita dell?Illuminismo. I Paesi orientali non hanno avuto l?Illuminismo. Certi diritti di libertà che noi proclamiamo sono sconosciuti in Oriente. Ho appreso da alcuni colleghi cinesi che il governo del loro Paese cinque anni fa ha promosso l?insediamento di una commissione di giuristi allo scopo di tradurre direttamente dal latino al cinese il Corpus iuris di Giustiniano, la base della società giuridica moderna. I cinesi vogliono capire fin dalle radici più profonde il fondamento della società occidentale. Il che vuol dire che stanno prendendo una rincorsa da molto lontano per conquistare l?egemonia occidentale.
Vita: A proposito di Cina, la si può sfidare sul terreno della competitività, come propone il sociologo Luciano Gallino, esportando diritti?
Galgano: L?esperienza storica ha dimostrato che è possibile un sistema basato sulla libertà economica ma senza libertà politica. Abbiamo avuto il fascismo, il nazismo, il falangismo, caratterizzati da assenza di libertà politica ma con assoluta libertà economica. Invece non è possibile l?inverso, ossia un sistema basato sulla libertà politica senza libertà economica. Il tentativo polacco degli anni 80 di instaurare la libertà sindacale, lasciando invariato il sistema di economia statizzato, naufragò clamorosamente. La Cina oggi è un sistema di grande espansione delle libertà economiche ma senza libertà politiche, e nessuno può supporre che le libertà siano come le ciliegie, cioè che una tira l?altra.
Vita: Che relazione c?è tra diritto e potere?
Galgano: Dipende dal contesto spaziale e temporale. Mi ricordo quando Stefano Rodotà, negli anni 70, sosteneva che la volontà della Fiat contasse di più della volontà del parlamento italiano. Ma questa era una visione che nasceva nell?ambito di una economia chiusa. Oggi non esistono praticamente più i monopoli e alla fine chi decide è il mercato.
Vita: è possibile prevedere come evolverà il diritto nei prossimi anni?
Galgano: Quello che si nota oggi è che le regole che nascono nei grandi commerci internazionali come regole separate dalla vita dei singoli Stati finiscono poi con l?influire e condizionare il diritto dei singoli Stati. Alla fine dell?Ottocento i cinesi e i giapponesi copiarono il codice civile tedesco. Adesso, invece, sono i tedeschi che modificano il loro codice civile ?attingendo? al diritto cinese, non direttamente però, bensì attraverso la mediazione dei principi che regolano il commercio internazionale. Si può dire che vige lo shopping del diritto che comporta, per esempio, che gli stabilimenti industriali vengano aperti dove il lavoro costa meno, le holding dove il fisco è più conveniente, le finanziarie dove il denaro è più disponibile.
Chi è Francesco Galgano. Il giurista “globale”
? Francesco Galgano, classe 1933, è ordinario di diritto civile all?università di Bologna e avvocato di fama internazionale. Tra i suoi libri più recenti: Lex mercatoria. La globalizzazione nello specchio del diritto (Il Mulino)
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