Volontariato

Le parole che cambiano / Amicizia

Non è un sentimento, ma un’esperienza. Ed è un’esperienza che si genera per casualità, proprio come un’opera d’arte. Per Gianrico Carofiglio, scrittore, l’amicizia è qualcosa che va oltre l’etica

di Francesco Maggio

«Mentre Emilio parlava provai uno stranissimo, doloroso misto di contentezza, rabbia e malinconia. Mi resi conto, a un tratto, di una verità che avevo tenuto accuratamente nascosta a me stesso: da tempo non avevo più un solo amico. Forse questo è normale, quando arrivi dalle parti dei quaranta. Tutti hanno i cazzi loro; famiglie, bambini, separazioni, carriere, amanti; e l?amicizia è un lusso che non si possono permettere. Forse l?amicizia vera è un lusso di quando hai vent?anni. O forse dico solo cazzate». Amicizia, s.f. 1. Sentimento di affetto, solidarietà, di stima tra due o più persone, che si traduce in una reciproca frequentazione

(dal Dizionario italiano Sabatini Colletti)

È l?avvocato Guerrieri che parla, il protagonista del secondo romanzo di Gianrico Carofiglio Ad occhi chiusi. E anche figura centrale del primo, pluripremiato, Testimone inconsapevole. Emilio è poco più di una comparsa nel racconto, farà anche una brutta fine, ma l?eco di questa amicizia si ?udrà? per molte pagine. L?amicizia, quella tra Giorgio e Francesco, diventerà invece la trama principale de Il passato è una terra straniera. Con questo libro, con il quale ha vinto il premio Bancarella 2005, Carofiglio descrive magistralmente le molteplici pieghe di questa esperienza, di questo ?cammino?. C?è un frammento che, nella sua semplicità, è davvero significativo in proposito. «Partimmo da Valencia verso le quattro del mattino», racconta a un certo punto Giorgio, «partire a quell?ora del mattino significa andare incontro alla gloria sconosciuta dell?universo?. ?Sei mio amico?? aveva detto (Francesco, ndr)… Io avevo esitato a rispondere, non capendo se stesse scherzando. ?Sei mio amico?? aveva ripetuto, e c?era una nota insolita, qualcosa di serio e quasi disperato, nel modo in cui lo disse. ?Che razza di domanda. Certo che sono tuo amico?. Lui aveva fatto un cenno di assenso col capo ed era rimasto ancora qualche secondo a guardarmi. Poi mi aveva abbracciato… ?Adesso è ora di andare, amico?». Anche noi, a questo punto, ?andiamo? con Carofiglio a esplorare la parola amicizia. Vita: Dottor Carofiglio, perché l?amicizia è un tema così presente nella letteratura? Gianrico Carofiglio: Le rispondo rischiando di saltare a piedi uniti nel banale, perché è uno dei grandi temi dell?umanità, uno dei temi primari dell?esperienza umana capaci di produrre poesia, emozione, sgomento assieme all?odio, l?amore, il ricordo. Per quanto mi riguarda è uno dei temi meglio capaci di evocare situazioni letterarie o poetiche. Vita: Come nasce l?amicizia? Carofiglio: L?amicizia è discendente raffinata del bisogno di solidarietà degli uomini che dovevano affrontare il mistero, la paura, il mondo ostile. Sostanzialmente serve a questo anche adesso, solo che il mistero, la paura non è più quello relativo ai ?movimenti di sciabola? ma è di altro tipo. è un modo di fare fronte comune, di creare alleanze, di vincere la solitudine. Che poi ci si riesca è tutta un?altra cosa. A volte l?amicizia o l?amicizia perduta sono un amplificatore della solitudine. Vita: Si può vivere senza amici? Carofiglio: Si può vivere senza tante cose. è ovvio che in questo caso più che vivere, si sopravvive. L?amicizia è un nutrimento per la vita. Vita: Stavolta mi perdoni lei il rischio di apparire banale: l?amicizia è un?esperienza prevalentemente maschile oppure tra uomo e donna può esserci amicizia? Carofiglio: Io credo fortemente e pratico l?amicizia fra i due sessi. Io non sono un fautore della tesi che c?è nel film Harry ti presento Sally, in cui il protagonista sostiene che non può essere amico di una ragazza carina perché in realtà vorrebbe finirci a letto. Al che, la sua interlocutrice rilancia: «Allora vuoi dire che possono essere amici solo un uomo e una brutta?» «No», risponde, «vorrei andare a letto anche con quella». Io non la penso così. Sono amico di donne con le quali ho condiviso e condivido anche oggi molte cose. E questo ci porta al tema delle contaminazioni. Le persone interessanti sono un po? maschio e un po? femmina. Il libro nuovo a cui sto lavorando ha uno dei suoi temi centrali nelle amicizie che finiscono e in quelle che nascono. Vita: L?amicizia è destinata a finire? Carofiglio: In linea di massima, sì. Io penso che l?amicizia, come tutti gli eventi umani, sia destinata a finire o, comunque, ad affievolirsi. Non è che necessariamente si smette di essere amici, però ci sono dei passaggi dell?esistenza inevitabili. C?è una frase di una canzone di De Andrè che dice: «Non resta che qualche svogliata carezza e un po? di tenerezza». De Andrè ne parla a proposito dell?amore, ma secondo me qualcosa di simile vale anche per l?amicizia. Poi naturalmente non esiste una regola assoluta. Può succedere che due straordinari amici non si vedano per dieci anni e quando si ritrovano scoprono di aver conservato la stessa sintonia. Ma il terreno di confronto è diverso. Vita: Quali sono le fasi della vita in cui si è più predisposti all?amicizia? Carofiglio: La stagione d?oro delle amicizie, forse più maschili che femminili, si colloca nella lunga età di passaggio tra l?infanzia/adolescenza e l?età adulta. Poi molte cose cambiano e chi mantiene nei confronti dell?esistenza lo stesso spirito che aveva da giovane, non di rado si trova ad essere una specie di alieno rispetto a quelli che sono diventati ?grandi?. Qualcuno ha detto che si ritiene comunemente che si smetta di giocare perché si diventa vecchi mentre invece si diventa vecchi perché si smette di giocare. Io adatterei il concetto anche all?amicizia: non è che si smette di fare amicizia perché si diventa vecchi ma, per certi aspetti, si diventa vecchi perché si smette di fare amicizia. Vita: Che differenza c?è tra amicizia e solidarietà? Carofiglio: Sono due cose diverse. Nell?amicizia è incluso un elemento di solidarietà. Ma la solidarietà ha più a che fare con l?intelligenza, mentre l?amicizia concerne più le viscere, il cuore. Vita: L?amicizia è un valore? Carofiglio: No. È un?esperienza. Vita: Ed è un?esperienza diffusa? Carofiglio: No. Almeno l?amicizia vera. Le amicizie vere nascono in modo casuale, così come in modo casuale nascono, secondo me, le opere d?arte e molte delle cose più interessanti della vita. D?altronde l?amicizia ha qualcosa di artistico di per sé. Vita: Cosa minaccia la ?ripetitività? di questa casualità? Carofiglio: La riduzione delle circostanze in cui nascono le amicizie in modo ?artistico? è legata al fatto che molto spesso noi siamo così bombardati da stimoli esterni che perdiamo la capacità di cogliere il significato di esperienze interessanti, perdiamo consapevolezza. Io non credo che ci possa essere amicizia senza consapevolezza di essere. Di essere liberi. Vita: Che significa per lei l?espressione ?amicizia fra i popoli?? Carofiglio: è uno slogan utile per veicolare messaggi importanti. Come la necessità della tolleranza, della solidarietà, della contaminazione fra le cosiddette razze, l?affacciarsi senza pregiudizi su mondi diversi. Ma l?amicizia tra popoli allude più all?intelligenza che al cuore sebbene ciò non vuol dire che non includa elementi emotivi. L?amicizia è un?esperienza del tutto soggettiva e individuale, quella tra i popoli ha a che fare con scelte etiche, di solidarietà, di visione politica. Vita: Lei è anche magistrato. In carcere c?è amicizia? Carofiglio: Sì. Ricordo, in proposito un episodio emblematico. Lo scorso anno, poiché il mio secondo libro concorreva a un premio delle biblioteche di Roma, per parteciparvi ero tenuto a fare degli incontri con i comitati di lettura delle biblioteche. Uno di questi si trovava nel carcere femminile di Rebibbia. è stata un?esperienza straordinaria, era la prima volta che varcavo le soglie di un carcere senza però dover interrogare un detenuto che avevo fatto arrestare. Si vedeva che alcune detenute erano diventate amiche attraverso l?esperienza della lettura in carcere. Vita: Si può essere amici di Cristo? Carofiglio: Certo. Qualche anno fa uscirono alcuni libri che raccontavano delle esperienze di pre-morte, dedicati alla vita oltre la vita. Mi colpì moltissimo ciò che disse uno che aveva vissuto una simile esperienza: egli raccontava di aver incontrato alla fine di un lungo tunnel Cristo e di esserne rimasto colpito dal senso dell?umorismo. Secondo me è proprio così. Vita: Octavio Paz, Nobel per la letteratura, scrisse qualche anno fa una riflessione intitolata A che serve un poeta nel Duemila. Parafrasando quel titolo le chiedo: a che serve l?amicizia nel Duemila? Carofiglio: Le rispondo anch?io con una perifrasi, questa volta di Aristofane: «A che serve un poeta?», gli chiedono. «Che domande», risponde, «a salvare la Città». Anche per l?amicizia è così, serve a salvare la Città, cioè a salvare gli uomini. Chi è Gianrico Carofiglio Il magistrato scrittore Gianrico Carofiglio è nato nel 1961 a Bari. Magistrato, sostituto procuratore antimafia a Bari, ha esordito nella narrativa per Sellerio nel 2002 con il pluripremiato Testimone inconsapevole, seguito da Ad occhi chiusi (2003). Entrambi i romanzi saranno tradotti in inglese, francese e tedesco e diverranno film per la televisione. Con Il passato è una terra straniera (Rizzoli) si è aggiudicato il Premio Bancarella, edizione 2005. Appassionato ed esperto di arti marziali, Carofiglio è cintura nera, IV Dan, di karate.

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