Sostenibilità

Le papille sfidano l’omologazione

"Giro d'Italia" di Paolo Massobrio.

di Paolo Massobrio

Ho incontrato ?angeli matti?, ho visto una ragazza che ha ricreato una microeconomia di scala nella sua azienda agricola in mezzo alle montagne; ho conosciuto l?industriale stanco che ha saputo ritrovare il gusto di un formaggio antico; ho assaggiato vini che mi hanno fatto dei racconti, ed erano così diversi da quelli perfetti che neppure necessitano d?esser buoni. Ma, ancora, ho visto il sogno di un?agricoltura pulita che oggi non è più l?utopia di qualche impallinato, ma l?agricoltura possibile. Beh, mi presento: sono un giornalista, o meglio un cronista del gusto, cresciuto insieme (e grazie) a Riccardo Bonacina e Giuseppe Frangi. Oltre a collaborare a diverse testate quotidiane e periodiche, della carta stampata e della televisione, ho visto nascere attorno alla mia attività un movimento di consumatori che porta il nome di Papillon. Abbiamo un libro che è la nostra bussola (si chiama Golosario) e viene consultato dai 5mila soci dei Club di Papillon oltreché da altri 10mila lettori. E quest?anno lo abbiamo presentato a Montecitorio, proprio perché convinti che il gusto sia un fattore di cultura e di identità talmente forte che persino una legge dello Stato a favore dei piccoli Comuni, che sta per essere varata, prevede l?identificazione con un prodotto della terra. Ora, fare il giornalista girando l?Italia in lungo e in largo a incontrare produttori di cose buone e contadini autentici, m?ha fatto scoprire un Paese carico di positività e di storie incredibilmente belle. Sono le storie e gli itinerari che vorrei raccontarvi ogni settimana; sono i profili, le passioni, i gusti che svelano quegli ?angeli matti? che talvolta incontro. E li chiamo ?angeli? perché la loro purezza di intenti è esemplare: più che il soldo, a loro interessa affermare una cultura che parte da una terra e da una storia antica. E poi li chiamo ?matti?, perché così appaiono alla gente abituata a pensare solo al profitto o che vive assai lontana da una logica di libertà, ricercata e amata, come quella di questi personaggi che talvolta incontro. Ma sono convinto che senza di loro, senza i loro prodotti, senza la loro passione, oggi saremmo tutti un po? più poveri. Anche perché l?omologazione, che tanto viene combattuta da questa testata, ha una conseguenza molto grave: ci toglie il significato delle cose, ci impedisce di scoprire che in fondo al gusto alberga il senso di un?origine. E senza gusto, non c?è libertà.


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