Leggi

Le onlus sotto la scure del Fisco

Almeno 200 i casi a rischio cancellazione.

di Benedetta Verrini

Onlus sempre più nel mirino del Fisco: l?annunciata stagione di controlli sulle organizzazioni non lucrative è già iniziata. L?Agenzia delle onlus, chiamata ad esprimere un parere sui casi “sospetti”, quest?estate ha ricevuto oltre 200 pratiche e c?è chi è pronto a scommettere che il numero aumenterà vertiginosamente, man mano che i controlli andranno avanti. Cosa rischia una onlus che non ha lo statuto in regola con i requisiti richiesti dalla famosa legge 460 del 1997? La cancellazione dall?anagrafe e la perdita dei benefici fiscali, oltre al pagamento con gli interessi delle imposte dovute e non pagate, e pesanti sanzioni a carico dei rappresentanti legali e dei membri degli organi amministrativi (a seconda della gravità della violazione, possono arrivare fino a 6.197 euro). “Tutto è iniziato da una circolare dell?Agenzia delle Entrate del 26 febbraio scorso”, spiega Carlo Mazzini, responsabile dell?area non profit dello Studio legale tributario associated with Ernst&Young. “Il provvedimento ha dato istruzioni a tutte le Direzioni regionali per effettuare accertamenti sulle onlus”. E la Finanza ha iniziato a setacciare le organizzazioni: la prima fase è l?invio di un questionario e la richiesta di documenti (statuto, atto costitutivo e altri documenti ritenuti necessari). Nel caso di risposte non chiare o insussistenza di determinati requisiti, le Direzioni regionali, dopo aver acquisito il parere dell?Agenzia per le onlus e aver effettuato eventuali altre indagini sostanziali, procedono alla cancellazione dall?anagrafe (contro cui si può comunque fare ricorso). Ma quali sono le più frequenti violazioni? “La mancanza, negli statuti, di requisiti previsti dalla legge”, spiega Mazzini. “Ad esempio, a livello di governance interna, le associazioni devono uniformarsi a principi di democrazia. E invece, a volte, alcuni soci hanno maggiori diritti di altri. Altre situazioni a rischio riguardano le attività. Purtroppo, in questo caso, la base legislativa genera da anni molte situazioni di incertezza: ci sono alcuni tipi di attività difficili da inquadrare come ?indiscutibilmente solidaristiche?”. Sono in dubbio attività culturali senza rilevanza nazionale; attività di formazione; il significato stesso di assistenza sociale e di ?persona svantaggiata?. Per non parlare del difficile inquadramento delle organizzazioni di secondo livello. Quindi, più che di onlus ?furbone?, si potrebbe parlare di onlus smarrite in una giungla legislativa. “Spesso si cerca il dolo”, conclude Mazzini. “Invece è questione di colpa, che risale a chi ha scritto le regole”. Anche la presidente del Summit della Solidarietà, Ilaria Borletti, lancia l?allarme: “Il non profit ha preso a fatica coscienza dell?importanza di lottare per avere leggi chiare ed esaustive”, dichiara. “Ma ho l?impressione che questo governo non tenga in considerazione il non profit come avviene in altri Paesi dell?Ue. Siamo da tempo in attesa di riforme importanti. E le riforme che ottengono il via libera ignorano il settore. Si pensi alla riforma sul lavoro: moltissimi enti non profit utilizzavano il contratto di co.co.co., e ora non sanno come gestire il passaggio”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA