Formazione

Le Ong sul documento del vertice del G7 finanziario

Pubblicato il documento sulla riforma del sistema finanziario globale e sulle banche multilaterali per lo sviluppo da sottoporre ai capi di stato del prossimo G8

di Redazione

Il vertice di Roma dei ministri del tesoro dei paesi del G7 ha finalmente pubblicato il documento sulla riforma del sistema finanziario globale ed in particolare delle banche multilaterali per lo sviluppo da sottoporre ai capi di stato e di governo del prossimo G8.

Nonostante le ONG abbiano a più riprese sottolineato come la questione cruciale della riforma del sistema finanziario globale vada affrontata in altra sede, a partire dalla Conferenza ONU ?Finanza per lo Sviluppo? del marzo 2002, c?erano comunque forti aspettative sul documento del G7 delle finanze il quale rende finalmente pubblici molti dei punti che saranno sull?agenda di Genova.

La Campagna per la riforma della Banca mondiale constata come il G7 delle finanze non abbia accolto le proposte principali delle ONG italiane ed internazionali a riguardo, quali il sostegno alla Tobin Tax sui movimenti speculativi a breve termine e una profonda responsabilizzazione del settore privato nella soluzione delle crisi del debito. Il G7 rinunciano ad affrontare le carenze dell?attuale impostazione neoliberista del sistema finanziario internazionale, proponendo riforme incoerenti per affrontare la profonda crisi dell?attuale modello di sviluppo e che non danno ancora una autonomia maggiore dei paesi in via di sviluppo nel decidere sulla liberalizzazione dei propri mercati dei capitali.

Il documento del G7 delle finanze delinea alcune proposte positive di riforma delle banche multilaterali per lo sviluppo, a partire dalla Banca mondiale, che riflettono in parte il bisogno di rendere più controllabile l?operato di tali banche. Le proposte del G7 arrivano in un momento in cui a partire dalla Banca mondiale tali istituzioni preposte allo sviluppo del pianeta stanno rivedendo pericolosamente le regole che si erano date negli ultimi anni.

?E?davvero schizofrenico?, ha dichiarato Antonio Tricarico della Campagna per la riforma della Banca mondiale, ?che i paesi del G7, principali azionisti di queste banche, da una parte ammettono la necessità di avere elevati standard sociali ed ambientali per gli interventi di sviluppo e dall?altra si dimenticano però di prendere una posizione chiara contro l?indebolimento delle politiche operative a favore dell?ambiente e delle comunità locali che il management di queste istituzioni sta portando avanti indisturbato?.

?E? necessario?, continua Tricarico, ?che gli elementi di una governance delle banche multilaterali per lo sviluppo più democratica e aperta alla società civile delineati dal G7 siano affrontati in maniera più approfondita nell?ambito della Conferenza internazionale ?Financing for Development? sotto la guida dell?ONU, unica istituzione legittimata a decidere su questioni di tale importanza.?

La Campagna per la riforma della Banca mondiale nota con perplessità che i leader del G7 bocciano la proposta di Tobin Tax, sostenuta con forza da anni dal mondo non-governativo, mettendo in dubbio la maggiore stabilità finanziaria che questa può generare. ?Proprio quando l?ONU studia la proposta Tobin Tax?, ha aggiunto Tricarico, ?e la società civile chiede questo chiaro segnale, il G7 irresponsabilmente respinge superficialmente la proposta senza delineare valide alternative per la soluzione del problema della speculazione finanziaria?.

Il documento dei ministri delle finanze sottolinea anche il bisogno di responsabilizzare il settore privato nella risoluzione delle crisi finanziarie. ?E? importante allargare il dibattito sulla responsabilità dei creditori privati anche alla necessità di individuare soluzioni innovative per le crisi del debito. Servono meccanismi di mediazione e di arbitrato che mettono alla stesso livello di responsabilità creditori pubblici e investitori privati, questi ultimi che continuano a dare crediti irresponsabili sapendo di essere coperti dai fondi pubblici in caso di crisi. Ed il Fondo monetario internazionale dovrebbe agevolare l?accesso dei paesi indebitati a tali meccanismi innovativi?, ha concluso Tricarico.

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