Mondo
Le ong: «I minori hanno bisogno di sostegno immediato»
Il bilancio della vittime è salito a 2300. I feriti in Turchia sono almeno 7.600 mentre in Siria sono oltre 1.280. «Questo è uno dei terremoti più forti che abbiano colpito la regione in 100 anni, è fondamentale che la comunità internazionale agisca ora per fornire supporto alle migliaia di persone bisognose», dice Sasha Ekanayake, direttore di Save the Children Turchia. Tra le associazioni che si occupano di minori anche Ai.Bi., presente a Idlib, che ha attivato una raccolta fondi per l'emergenza
di Redazione
«I soccorritori stanno combattendo contro il gelo per raggiungere i bambini che si teme siano rimasti intrappolati sotto le macerie», scrive l'ong Save the Children». Più di 2.800 edifici sono crollati in Turchia, inclusi ospedali, scuole e strutture governative, e Save the Children sta valutando i bisogni immediati dei bambini e delle loro famiglie.
«Questo è uno dei terremoti più forti che abbiano colpito la regione in 100 anni e ha lasciato migliaia di senzatetto, in un momento difficile per il clima gelido e le tempeste di neve. Le scuole nelle aree colpite sono ora chiuse per una settimana. I nostri team si stanno muovendo rapidamente per rispondere all'emergenza, ma è fondamentale che la comunità internazionale agisca ora per fornire supporto alle migliaia di persone bisognose», dichiara Sasha Ekanayake, direttore di Save the Children Turchia.
«Dodici anni di conflitto in Siria hanno lasciato le famiglie nel baratro. A causa dell’economia crollata, stavano già lottando per nutrire i propri figli, per tenerli al caldo quest'inverno e per mandarli a scuola. Ora i bambini rischiano di essere intrappolati sotto le macerie, separati dai loro familiari e di non sapere se stanotte avranno un posto caldo dove dormire. Le scosse di assestamento continuano, provocando ulteriore terrore. Questi bambini hanno bisogno del nostro sostegno immediato: la comunità internazionale deve farsi avanti per aiutarli ora», aggiunge Okke Bouwman, direttore Media di Save the Children Siria. Nel Nord-Ovest della Siria, Save the Children sta lavorando a stretto contatto con le organizzazioni partner per valutare l'entità dei danni e fornire il sostegno di cui i bambini hanno disperatamente bisogno man mano che la situazione diventa più chiara.
In Turchia l’Organizzazione sta valutando i bisogni della popolazione e ha creato un team che sosterrà la risposta all'emergenza nazionale in tutta la regione, in stretto coordinamento con il governo e le principali parti interessate. Le squadre di Save the Children sul campo stanno pianificando gli interventi di supporto alle comunità colpite con kit di emergenza e per l'inverno, fornendo coperte e abbigliamento invernale. Save the Children ha avviato una campagna di raccolta fondi.
Il terremoto ha coinvolto pesantemente anche la zona di Idlib, distante all’incirca 180 km dall’epicentro, dove l'associazione Ai.Bi. è attiva dal 2013: si tratta della porzione di territorio nel nord ovest siriano ancora in mano ai ribelli che si oppongono al regime di Bashar al Assad. Qui vivono circa 5 milioni di sfollati, in condizioni difficili e molto precarie che il terremoto ha ulteriormente complicato con evidenti conseguenze di emergenza umanitaria.
«I soccorsi sono naturalmente già in corso», dicono dall'associaizone, «ma la situazione è difficilissima. Il numero delle vittime è destinato a crescere in fretta, tenendo conto della quantità di persone disperse ancora sotto le macerie e della difficoltà di avere notizie sicure, soprattutto per quanto riguarda proprio l’area intorno a Idlib. Proprio pochi giorni fa, il cooperante di Ai.Bi. Hussein aveva effettuato una missione sul campo, per seguire il progresso dei progetti portati avanti dall’Associazione e dal suo partner Kids Paradise in zona. Hussein aveva documentato miglioramenti significativi, mandando foto di raccolti che crescevano e di bambini sorridenti. Immagini che, oggi, stridono terribilmente con gli scenari di devastazione e fanno crescere l’angoscia per la mancanza di notizie». L'associazione si è mobilitata aprendo una raccolta fondi per l'emergenza. Per dare il proprio contributo alla raccolta, si può effettuare una donazione attraverso il modulo online già predisposto sul sito di Ai.Bi. Oppure effettuare un bonifico bancario all’IBAN IT40Z0306909606100000122477, specificando nella causale: emergenza terremoto Siria e Turchia. Possibile anche fare un versamento su c/c postale 3012 intestato ad Amici dei Bambini IBAN: IT89R0760101600000000003012 causale "emergenza terremoto Siria e Turchia".
Anche Avsi avvisa che il suo staff, a poche ore dal terremoto è già operativo per:
– Curare i feriti presso l’ospedale Saint Louis di Aleppo
– Verificare quali sono i bisogni più urgenti per un aiuto immediato di primissima emergenza per chi ha perso la casa: coperte, cibo, vestiti.
E apre un raccolta fondi con bonifico bancario intestato a FONDAZIONE AVSI
causale: terremoto in Siria
presso Unicredit SPA
IBAN: IT 22 T 02008 01603 000102945081
BIC (Swift code): UNCRITMM
Dal 2015 AVSI è stabilmente in Siria, lavora, con una rete capillare di partner e progetti per sostenere la popolazione siriana, provata da oltre 10 anni di guerra.
L’Ospedale Saint Louis di Aleppo è proprio uno degli ospedali che AVSI sostiene attraverso il progetto "Siria. Ospedali Aperti" avviato nel 2017 e che ad oggi ha provveduto a fornire oltre 95.000 cure gratuite a siriani poveri. «Interi palazzi, già danneggiati dalla guerra, sono crollati. La gente si è riversata in strada. In Siria sono, per ora, 371 le vittime e oltre duemila i feriti stando ai dati ufficiali rilasciati dal governo. Migliaia gli sfollati. Ad Aleppo si sono registrati 60 morti e 200 feriti. In città sono stati messi a disposizione 17 scuole per ospitare gli sfollati. Noi insieme ai nostri partner locali, tra cui la Mezzaluna rossa e il Nunzio Apostolico, ci siamo attivati per curare i feriti presso l’ospedale Saint Louis, uno degli ospedali che sosteniamo attraverso il progetto "Siria. Ospedali Aperti" avviato nel 2017.
17 centesimi al giorno sono troppi?
Poco più di un euro a settimana, un caffè al bar o forse meno. 60 euro l’anno per tutti i contenuti di VITA, gli articoli online senza pubblicità, i magazine, le newsletter, i podcast, le infografiche e i libri digitali. Ma soprattutto per aiutarci a raccontare il sociale con sempre maggiore forza e incisività.