Politica

Le olive all’ascolana, delizia dedicata a Cecco, bruciato dall’Inquisizione

A tavola con Gino Girolomoni.

di Gino Girolomoni

Ascoli Piceno è una splendida provincia nel sud delle Marche, famosa per un personaggio amico di Dante e Cavalcanti e per un piatto sopraffino frutto di gran fantasia, le olive ascolane. ?Tu sei il grande ascolan che il mondo allumi?, diceva il Petrarca di Cecco e di Dante, scrive l?ascolano nell?Acerba: ?Ma qui me scrive dubitando Dante/Son due figlioli nati in uno parto/e più gentil si mostra quello nante?.
A Cecco ci si rivolgeva per quesiti magni come agli Oracoli nell?antichità, come il dilemma posto da Dante su chi dei due gemelli fosse più gentile, quello che nasce prima o quello dopo? Questa gran considerazione generale dell?ascolano non convinse l?Inquisitore che lo condannò al rogo nel 1327.
È con ammirazione e commozione che dedico questo piatto al famoso medico, astrologo, filosofo, cabalista Cecco d?Ascoli che allumò il mondo, ma non come intendeva Petrarca. Si privano le olive dei noccioli attraverso un taglio a spirale fatto a mano. Quindi vengono riempite con un impasto di carne di manzo, maiale e pollo tritati finemente amalgamato con midollo, uova e spezie.
Poi queste olive farcite si passano in un altro impasto di farina, uova e pangrattato e si mettono a friggere in padella, in olio bollente, fino a rosolarsi.
Un consiglio ai miei compatrioti ascolani: usate solo le carni pregiate e non quelle di scarto. Ed anche tutti gli altri ingredienti che siano di prima qualità.
Queste olive sono una vera e propria leccornia e si meritano un trattamento simile.

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