Welfare

Le nuove sfide dell’Auser

Iniziata oggi la Terza conferenza nazionale dell'associaizone

di Redazione

Si sono aperti oggi a Chianciano Terme, alla presenza di 350 delegati provenienti da tutta Italia i lavori della Terza Conferenza Nazionale d’organizzazione dell’Auser. La principale associazione di volontariato impegnata a valorizzare la risorsa anziani, costituita 22 anni fa dallo Spi e dalla Cgil; 300.000 iscritti, 1500 sedi, 46.000 volontari. Un appuntamento importante, durante il quale l’associazione si guarderà al suo interno e ragionerà sulle nuove strategie organizzative, per affrontare al meglio nuove sfide. Un’associazione che valorizza la risorsa anziani ma è sempre più aperta alle nuove generazioni, al confronto con le nuove culture.

Identità, solidarietà, rete, le tre parole chiave attorno alle quali si svilupperà il dibattito ed il confronto.

“Siamo fortemente coinvolti nella vita del nostro Paese e nel tessuto della nostra comunità” ha detto il presidente nazionale Michele Mangano nella relazione che ha introdotto i lavori “la crisi economica, sociale ed etica che stiamo vivendo incide sulle nostre attività, morde le nostre carni, scuote la coscienza dei nostri militanti e dei volontari”. Una crisi che ha inciso profondamente sul modello di stato sociale che avevamo. “Il Paese è fermo. In Italia la crisi è pesantissima – ha proseguito Mangano- ed ancora più significativa appare l’incapacità di questo governo a predisporre misure adeguate per fare uscire il Paese dall’immobilismo in cui si trova. Questa politica economica non porta innovazione e ricerca, non aiuta l’esportazione, non dà nulla al Mezzogiorno ed alle infrastrutture”.

Uno scenario che può avere effetti anche sull’associazionismo. Non è sbagliato affermare che la società meridionale è una polveriera che rischia di esplodere in forme di ribellione radicale. Nel Sud più che di “decrescita” – ha affermato Mangano – si può parlare di “deprivazione”: una realtà senza lavoro, senza sicurezze e tutele, con illegalità diffuse. Desertificazione industriale, crisi manifatturiera e del terziario, povertà rappresentano un piano inclinato che lascia poco spazio alla rimonta. Un quadro complesso che ha ricadute anche sul terreno dell’intervento delle forze sociali e dell’associazionismo, dove può essere difficile anche svolgere l’attività volontaria.

In questo contesto la politica del Governo appare ancora più inconsistente e punitiva. Gli effetti della Finanziaria 2011 sulle politiche sociali sono stati tremendi ed hanno penalizzato il Paese soprattutto il Mezzogiorno. Ridotti o azzerati i fondi nazionali sociali, non c’è più il fondo sulla non autosufficienza e sull’immigrazione, ridotti quello per la famiglia, le politiche giovanili, l’infanzia, l’adolescenza, le politiche sociali, del servizio civile. Questi fondi potevano contare nel 2008 su circa 2 miliardi e 527 milioni nel bilancio di previsione dello Stato. Oggi sono scesi del 78% con una cancellazione o riduzione drastica dei servizi.

Mangano ha inoltre toccato il tema delle grandi realtà urbane del nord Italia, delle grandi periferie dove il ruolo di un’associazione come l’Auser è molto importante “bisogna radicarsi in esse, comprenderne le dinamiche sociali, i bisogni, le potenzialità e puntare sul concetto di relazione. “Dobbiamo costruire comunità consapevoli che possano concretamente aiutare nella riqualificazione urbana delle periferie.”

I Soggetti del Terzo Settore Possono e devono svolgere un ruolo da coprotagonisti per superare la crisi e contribuire alla crescita del Paese. Per fare questo occorre più consapevolezza, occorre contrastare l’idea che questo mondo della società civile possa essere considerato non un alleato, ma uno strumento da utilizzare per ridurre l’intervento pubblico ed il costo del welfare come vorrebbe l’attuale governo nazionale. Lo stesso principio di sussidiarietà non viene declinato nel modo corretto.

Il nostro ruolo assume una dimensione strategica – ha detto Mangano- perché consideriamo un valore assoluto l’insostituibilità della funzione pubblica di garanzia dei servizi. La nostra idea di welfare civile e comunitario vede la collaborazione tra la funzione pubblica ed il terzo settore in un’idea di sussidiarietà circolare: la risposta per noi più efficace e innovativa.

L’identità di Auser è riconducibile al tema dell’invecchiamento attivo ed al sostegno pubblico del volontariato organizzato degli anziani. Una scelta aperta al dialogo ed al confronto con le altre forze sociali, il sindacato in primo luogo, con le nuove generazioni, con le nuove culture. Un progetto di rafforzamento dell’autonomia e dell’identità dell’associazione che vede fare rete con il sindacato nei territori per contenere insieme gli effetti devastanti della crisi sulle fasce più deboli della popolazione.

Il presidente Mangano in chiusura di relazione ha lanciato la proposta per preparare l’autoconvocazione degli stati generali del volontariato per approfondire i caratteri identitari dell’idea di volontariato nel nostro Paese. Ha sottolineato l’importanza per Auser di proseguire nel percorso di aggiornamento e modernizzazione” che aiutano il nostro mondo a fare passi in avanti per svolgere al meglio la propria mission”. Rafforzare tutte le aree di attività e intervento dall’aiuto alla persona, all’educazione degli adulti, il turismo sociale; modernizzarsi, sviluppare rete e coesione a tutti i livelli;attuare la norma antidiscriminatoria avviare la promozione e la pratica delle pari opportunità su tutto il territorio nazionale.

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