Famiglia
Le multinazionali: «Noi siamo puliti»
Le tre aziende spiegano come funziona la loro clausola sociale e come avvengono i controlli: «I nostri impianti sono sotto controllo». Ma cè chi dubita dei concorrenti
P arola alla difesa. Parlano le multinazionali dei palloni da calcio in Asia: Nike, Reebok e Adidas che garantiscono di essere puliti. Pulita si proclama Nike Italy che attraverso Massimo Giunchi, assicura: «Siamo all?avanguardia nel rispetto dei diritti dei lavoratori. Dal 1996, dopo la pubblicazione delle foto di ?Life? (pubblicate in Italia per prima da ?Vita? il 15 giugno dello stesso anno), abbiamo adottato un Codice di Autocondotta che vieta all?appaltatore locale l?impiego di manodopera infantile, pena la rottura del contratto. Anche noi siamo stati presi di sorpresa perché quando siamo arrivati in Pakistan nel ?95, ci siamo affidati ai produttori nazionali che subappaltavano la cucitura dei palloni da calcio alle famiglie, ma oggi il subapppalto è stato abolito e il 100% della nostra produzione è pulita. Abbiamo anche creato 10 centri dotati di tutti i servizi primari, come le scuole per i figli dei lavoratori, centri sanitari e sistemi di trasporti gratuiti nei villaggi. Il monitoraggio viene fatto da Unicef, Oil e Save the Children». Pulita si dice pure Reebok Italy che ha lanciato a mezzo stampa una giornata del campionato di calcio di serie A e B con palloni contrassegnati dal marchio sociale. «C?è monitoraggio permanente sulle condizioni di lavoro nei nostri stabilimenti da parte di associazioni locali come l?Educational Assistance Pakistan Program», dice Amelia Venegoni della Reebok Italy. «La fase produttiva è sotto gli occhi di tutti e non ci sono subappalti».
E pulita afferma di essere anche Adidas, che dalla Germania reagisce così: «Sono rimasto un po? deluso da Baresi che da sempre è il mio giocatore preferito», dice Peter Csanadi, «noi non impieghiamo manodopera infantile, l?anno scorso abbiamo firmato con i nostri produttori pakistani un accordo ben preciso: niente mani di bambini sui nostri palloni. In ogni caso se Baresi non ha parlato dell?Adidas, mi fa piacere che anche i calciatori siano sensibili a questi temi. Ma non preoccupatevi: Francia ?98 sarà un campionato pulito».
Ma chi è più pulito lanci la prima pietra perché è lo stesso Giunchi della Nike a passare all?attacco: «Non credo invece che siano così puliti i nostri concorrenti: l?Adidas lavora in Pakistan da vent?anni, ma ha adottato il Codice qualche mese fa, e la Reebok ha una produzione pulita che riguarda solo la produzione diretta Ma il resto?».
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