Sostenibilità

Le minoranze attive alle prese con la mucillagine

La società italiana del 2007 è un luogo dove ciascuno vive accanto all'altro senza essere mai davvero insieme. Il futuro visto con le "antenne" di Giuseppe De Rita

di Riccardo Bonacina

Ancora una volta, a chiusura di 2007, presentanto il 41° Rapporto sulla situazione sociale del Paese, il presidente del Censis, Giuseppe De Rita, è riuscito a far sobbalzare tutti parlando di Paese ?mucillagine?. Sorpresa nella sorpresa, De Rita ha smentito se stesso dicendo: «Per la prima volta, e mi è costato parecchio, ho scelto di non attribuire più al ?sociale? (o alla ?società civile?, termine da me non più frequentato) un primato reale rispetto all?economico e al politico. Il sociale italiano è oggi segnato da processi regressivi». Insomma, per De Rita ci incamminiamo verso il 2018 poggiando i piedi su una poltiglia scivolosa. Vediamo di capire quanto dobbiamo preoccuparci, visto che le chiavi di lettura del presidente Censis spesso c?azzeccano. Vita: Da dove nasce questa sconfessione del più classico tra i deritismi, il primato del sociale? Giuseppe De Rita: Basta aprire la tv o il giornale e ci si trova di fronte ad una dimensione sociale sempre più sfibbrata: le violenze, il bullismo, le famiglie che scoppiano, le parolacce nei reality show o gli stanchi battibecchi tra i politici. C?è una sorta di orientamento al peggio, quotidiano e diffuso. Volevo capire, con il Rapporto, se eravamo di fronte ad una successione di fatti e fenomeni o se c?era qualcosa di più profondo. E, al fondo mi è sembrato di intravvedere una struttura sociale senza più gabbia, senza più scheletro e che quindi si adagia nella poltiglia, o meglio, nella ?mucillaggine? come abbiamo scritto. Una definizione che dà l?idea di un insieme di soggetti che vivono l?uno accanto all?altro ma non si aggregano più e sono incapaci di dar forma ad una qualsiasi architettura, destinati perciò al disfacimento. Perché succede questo? Mi pare che nel sociale non ci sia più elaborazione e produzione simbolica. Del resto la dimensione sociale vive su concetti tipo popolo, patria, classe o religione, forse etica, sicuramente libertà. Se, in questa regressione dell?elaborazione simbolica, la libertà diventa la disponibilità di se stessi a qualsiasi fine, capisce che non resta più nulla, non si elabora più nulla. Se la religione diventa religiosità individuale e non più grande esodo di massa verso Dio, ma una religiosità per piccoli gruppi o individuale, si spappola anche quella dimensione e struttura. Se la parola patria si trasforma nell?espressione corrente di ?interesse nazionale?, non porta più nulla. E la parola etica cosa è diventata? Uno degli indicatori della Csr aziendale? Ecco la desublimazione di ciò che era capace di mobilitare e creare architetture sociali. Così oggi i singoli elementi della mucillagine non si aggregano su nulla. Questo è il punto, ed è in sostanza quello che ho scritto. Vita: E quello che non ha scritto? De Rita: Che sono anche i soggetti sociali che non riescono più a esprimere elaborazione simbolica. Cos?è oggi il sindacato? Iil terzo settore? E il volontariato? È come se anche loro non riescano più ad aggregare, al massimo curano le proprie appartenenze. Fanno dei ritagli di mucillagine, fanno dei contenitori (?questi sono miei?), ma il tutto diventa sempre più corporativo. Oggi vincono le appartenenze, anche quelle piccole, ma questo non crea e non sviluppa il nuovo, cura, al più, un residuo di appartenenza. Diliberto o Pecoraro Scanio fanno questo, curano appartenenze residuali. Questo è drammatico se parliamo di partiti o se parliamo di sindacati, ma è ancor più drammatico se parliamo dei grandi laboratori sociali. Pensiamo alla scuola, che non solo è desublimata ma è addirittura un laboratorio di desublimazione, per gli insegnanti e per i ragazzi. C?è You Tube invece dell?educazione. Vita: E la Chiesa? Anche lei rischia di sciogliersi nella mucillagine sociale? De Rita: La Chiesa è un soggetto che vive l?appartenenza a più livelli, da quello sociale a quello pastorale. L?appartenenza nella Chiesa è a centri concentrici, dalla generica appartenenza a quella convinta. Il cardinal Ruini ha giocato proprio sull?appartenenza larga, quella dell?80% di italiani che si ?sentono? cattolici, costruendo una presenza politica che ha dato peso alla Chiesa come non lo aveva mai avuto. Certo, tra queste diverse appartenenze ci vuole equilibrio, la componente dottrinale senza quella pastorale rischia di politicizzarsi. Inoltre, l?aver tralasciato l?aspetto pastorale ha finito per lasciare soli coloro che si muovevano nel sociale: il volontariato cattolico è diventato più professionalità che spirito di condivisione. Questa realtà ha fatto sì che il problema identitario, sempre ribadito dalla dottrina e dai grandi uomini della Chiesa, da Ruini a Ratzinger, non sia stato capito sino in fondo. Come cattolici stiamo dentro un contenitore-Chiesa che ci dà la messa, la Cresima, il badante filippino per mia madre, l?oratorio e gli scout per il figlio. Un contenitore di opportunità per tanti, ma si evita il confronto serio e personale con la sua dottrina. Vita: Nel Rapporto lei dice, citando Leopardi, che si potrà ripartire solo dalla ?coscienza stretta?. De Rita: Dico che il meccanismo dello sviluppo di popolo che portava a soggetti di popolo e di massa è ormai finito. Per una ragione molto semplice: non ci sono più messaggi così forti da connotare appartenenze forti. Il Pci aveva un grande messaggio e un?appartenenza che si declinava sino alla sezione dell?Esquilino. Oggi stanno nascendo nuovi partiti ma la gente non capisce cosa essi siano. Cos?è il Partito del popolo delle libertà? La Brambilla? E dall?altra parte, cos?è il Pd, il loft o ciò che resta di due appartenenze? Allora dico, moltiplichiamo i segmenti settorialmente definiti e a ?coscienza stretta?, che cioè non devono avere un?opnione larga o essere un soggetto di popolo. Il futuro venturo non è un futuro di poliarchie come per anni l?ho delineato, ma è un futuro di galassie di minoranze specifiche. Vita: Ci faccia qualche esempio? De Rita: La galassia radicale, per esempio, che non è mai andata oltre il 2-3% dei consensi elettorali, ma ha prodotto Nessuno tocchi Caino che è riuscita a mobilitare il mondo per la moratoria con la pena di morte. Oppure pensiamo al Fai, e al suo lavoro di salvaguardia del patrimonio italiano. Oppure le minoranze già esistenti sul piano dell?economia: le 5-6mila medie imprese che stanno facendo innovazione. Ecco, occorre tornare ad organizzazioni a coscienza stretta che abbiano specificità di approccio, specificità di cultura e che costituiscano lentamente una galassia capace di rimettere in moto la società. Il mondo del sociale, invece di coltivare ancora l?opinione larga, la voglia di far politica, dovrebbe sviluppare questo gusto della ?coscienza stretta? e farne una rete.


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