Welfare

Le mille voci degli invisibili

Giornali e tv parlano di loro solamente come numeri. Perfino il ministero del Lavoro li prende in giro nel sito Internet con una vignetta.

di Gabriella Meroni

«Mi chiamo Elia e vivo a Bologna. Vengo dallo Sri Lanka e ho lavorato come domestico per cinque anni. Poi sono tornato a casa a prendere moglie e bambina, ma ora i padroni non mi vogliono più in casa perché hanno trovato una filippina che chiede solo diecimila all?ora mentre io lavoravo per 12. Non so più come mantenere la mia famiglia. Ora che siamo di nuovo insieme, non sappiamo di cosa vivere. A chi devo chiedere aiuto?». Elia, Bologna «Sono una ex studentessa esasperata dall?inutile ricerca di un lavoro. Ho 29 anni. Mi sono lauretata tre anni fa in sociologia e ho fatto un po? di tutto: volantinaggio, baby sitter, ripetizioni. Vivo con il mio fidanzato. L?azienda pubblicitaria dove lui lavorava saltuariamente ha dovuto chiudere e ora non sappiamo come tirare avanti. Dovrò tornare dai miei genitori e ci dovremo separare. Proprio ora che avevamo pensato di costruire una famiglia. A volte penso che tutto questo sia solo un incubo». Sandra ?69, Milano «Sono senegalese, nel mio Paese facevo il sarto ma qui da voi gli stranieri possono fare solo i servi. Ho trovato lavoro come scaricatore in una cooperativa, poi un giorno mi sono fatto male a una mano e non hanno voluto chiamare il medico. Ho litigato con il padrone e lui mi ha mandato via, ho dovuto tornare più volte per farmi pagare gli arretrati perché lavoravo in nero. Per sei mesi ho lavorato in un negozio, dove facevo cornici. 10/12 ore al giorno, sabato e domenica per un milione e mezzo. In sei mesi non ho mai fatto un giorno di vacanza e a Natale non ho potuto tornare dai miei figli in Senegal che mi aspettavano. Mi sono sacrificato perché il mio sogno è tornare nel mio Paese e costruire una casa tutta per me e per i miei figli. Dovevano assumermi e invece mi hanno mandato via perché non avevano più bisogno e il mio sogno è finito. Voi bianchi siete fatti così». B., Napoli «Ho 45 anni, lavoravo come operaio in una piccola azienda tessile, vicino a Monza, non ho famiglia. Quando hanno dimezzato il personale, mi hanno mandato via con una liquidazione ridicola. Ogni mattina mi sveglio e penso che sarà un giorno uguale a quello prima, che non troverò lavoro, sarò angosciato dall?idea dei soldi che stanno finendo. A volte mi chiedo che senso ha la vita quando diventa così inutile». Arnoldo, Monza «Sono un ragazzo extra-comunitario, ho 30 anni, sono sposato e ho anche due figli. Pur avendo studiato fino all?Università nel mio Paese, qui ho dovuto affrontare mille problemi economici e anche tutte le difficoltà che comporta essere straniero: imparare la vostra lingua, la vostra cultura. Ma sicuramente i problemi maggiori li ho trovati nel campo del lavoro: non mi hanno riconosciuto il mio titolo di studio, e continuano a offrirmi solamente lavori pesanti, ovviamente in nero, senza assicurazione né contributi. Mi rivolgo a voi sperando che mi aiutiate a trovare un lavoro che sia davvero tutelato. Benjamin, Milano «Ho 50 anni, sono sposato e ho tre figli. Ho lavorato per quasi 20 anni nel campo dell?editoria, pur avendo la sola licenza di scuola media inferiore, ma con l?arrivo dei computer la mia figura professionale è diventata obsoleta e quindi sono stato licenziato. Successivamente per riqualificarmi professionalmente ho frequentato un corso di formazione e sono quindi diventato operatore di assistenza ai disabili. Purtroppo anche questa esperienza si è conclusa per mancanza di offerte accettabili. Oggi riesco a lavorare solo saltuariamente, con incarichi brevi come facchino o magazziniere. Mi rivolgo a voi nella speranza che questo nuovo tipo di lavoro (il lavoro in affitto, ndr) possa divenire il mezzo per rientrare nel mondo lavorativo con una qualifica professionale più consona alla mia preparazione e nella prospettiva di una occupazione più stabile». Giuseppe, Milano «Dopo una carriera da dirigente, posso dire di aver speso una vita per il lavoro. Improvvisamente ho perso il posto e la sicurezza economica. Una situazione mai prevista. Ho fatto lavori umili e mal pagati, cercando la forza per andare avanti. Ora vivo girando l?Italia con un camion. B. D., Milano «Ho 4O anni, non mi sono mai costruita una famiglia perché mi sono dedicata solo al lavoro. Ho lavorato come segretaria nello studio di un commercialista, poi sono stata licenziata. Per anni ho lavorato anche il sabato e la domenica, facendo straordinari, cercando di andare incontro a tutte le esigenze del mio capo. E lui mi ha ringraziato così! Pensavo di essere felice, poi un giorno, tutto a un tratto, il lavoro è sparito nel nulla. Per fortuna ho una piccola rendita ereditata dai miei nonni, ma vivere senza lavorare è per me inconcepibile. Non ho figli né marito. E devo ricominciare tutto da capo». C. A. ?58, Milano «Sono una ex lavoratrice di 42 anni. Mi sono dedicata per anni alla cura dei miei figli; ora confido in voi per riuscire a reinserirmi nel mondo del lavoro. Ho offerto la mia candidatura a diverse ditte e ad agenzie, ma sembra che per me non ci sia posto. Rosalba, Milano «Sono appena uscito dal carcere, dove ho imparato a fare il muratore e di imbianchino. Mi offro anche per traslochi, liberare cantine e soffitte». Giuseppe, Torino


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