Volontariato

Le mie lacrime per Galatasaray

Sono nata in questo magnifico quartiere di Istanbul. Il più affascinante, il più cosmopolita. Un vero crocevia del mondo (di Asly Kayabal).

di Redazione

Sono nata a Istanbul. In questa città ho vissuto fino al 2001. Per molti anni ho abitato a Kadiköy, nella parte asiatica della città, dove al mattino mi svegliavo al suono delle campane della chiesa ortodossa di San Nicola. La settimana scorsa, mentre in tv seguivo le immagini degli attentati, ho pensato al passato, ai giorni trascorsi in questa città caotica e insieme ricca di fascino.
Ho pensato in particolare a Galatasaray, il quartiere che ho conosciuto in tutte le sue pieghe più intime e sfaccettate. A Galatasaray, vicinissime al consolato britannico, erano la scuola media e il liceo italiano dove ho studiato fino a 17 anni. Anche dopo, durante gli anni dell?università, ho percorso tutti i giorni le vie di quel quartiere multicolore, simile a un labirinto, raffinato con le sue sedi diplomatiche, e insieme popolare, con le sue sale cinematografiche e teatrali, le librerie, i ristoranti, i caffè, il mercato del pesce diventato negli anni 90 un po? turistico, i piccoli bistrot, i ristorantini tipici della cultura balcanica, dove all?uscita del cinema mangiavamo in fretta un piatto di pilav assieme allo yogurt e al budino con la cannella. E poi…. la chiesa di Sant?Antonio, Anci, l?antica pasticceria di origine greca famosa per il suo profiterol, la Torre di Galata e le case dei Genovesi.
Un quartiere autenticamente cosmopolita frequentato da ebrei, musulmani, cristiani, bulgari, greci, armeni, dove le campane delle chiese si mescolavano armonicamente alla voce del muezzin.
Dopo l?attentato al consolato inglese, quando ho visto quell?angolo di Istikal Caddesi con il muro crollato e le case sbrecciate, ho sentito di essere stata privata di qualcosa che mi apparteneva. Le immagini televisive facevano vedere quel lembo di città, abitualmente così vivace, vuoto, lacerato, con corpi privi di vita. Non riuscivo neanche a provare rabbia: ero semplicemente attonita, in preda a una tristezza indicibile, mai provata prima. Penso che Galatasaray tornerà a essere il caleidoscopio caotico e variopinto di sempre. Istanbul non sarebbe più la stessa, se perdesse questo cuore pulsante, capace di vivere fino al mattino, di accogliere tutti al suono del jazz piuttosto che della musica popolare colta, con i suoi abitanti originali e il quotidiano che prende il nome dal quartiere, uno dei pochi posti al mondo capace di mescolare naturalmente la vivacità e il colore d?Oriente alla raffinatezza dell?Occidente.

Asly Kayabal

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