Famiglia

Le mammne immigrate: “Vogliamo crescere i figli in Italia”

Bassa scolarita', disoccupazione e mancanza di permesso di soggiorno sono gli ostacoli maggiori al sogno delle donne straniere che partoriscono a Milano

di Redazione

Vogliono crescere i loro figli in Italia, ma devono scontrarsi con le difficolta’ che comportano la bassa scolarita’, la disoccupazione e la mancanza di permesso di soggiorno. Questo il profilo delle donne immigrate che partoriscono a Milano che emerge dal progetto di rilevazione Anahi’, ideato da Gabriele Ferraris della Clinica Mangiagalli e dalla cooperativa di mediazione linguistico-culturale Kantara. Il 58,33% delle madri straniere dichiara di avere intenzione di allevare i propri figli in Italia, ma il dato essenziale emerso dalla rilevazione (sono state intervistate 103 donne immigrate che hanno partorito tra il 2003 e il 2004) e’ la marginalita’ sociale in cui finiscono per cadere. Solo il 19% dichiara di utilizzare i luoghi di svago cittadino e il quasi il 65% ha difficolta’ a accudire i propri figli. Spesso infatti le immigrate non riescono nemmeno a usufruire dei servizi offerti dal sistema sanitario milanese. Le difficolta’ linguistiche, il costo delle cure, l’incompatibilita’ tra l’orario di lavoro e quello dei servizi sanitari spingono molte donne straniere a usare il pronto soccorso anche quando non sarebbe necessario o ad affidarsi, nell’8% dei casi, a guaritori o familiari per le cure ai figli. Quasi il 10% delle intervistate non ha il permesso di soggiorno. Il 38,54% fa la casalinga e il 25% e’ disoccupato: ha un lavoro extra-domestico solo il 36,4%. Anche il livello di scolarita’ e’ piuttosto basso, con il 34,74% delle donne in possesso al piu’ del diploma di scuola media inferiore. La rilevazione ha anche evidenziato un germoglio di convivenza interetnica tra esponenti di comunita’ straniere diverse: l’11% delle madri dichiara infatti di parlare in famiglia una lingua diversa dalla propria, ma comprensibile all’intero nucleo familiare, a dimostrazione della presenza di persone provenienti da paesi diversi. A soffrire dei maggiori problemi sociali sono le donne sudamericane, la cui situazione e’ definita ‘allarmante’ dai mediatori che le hanno intervistate: la piu’ recente immigrazione dall’America Latina evidenzia caratteristiche di disagio sociale cosi’ marcate, anche prima dell’arrivo in Italia, da pregiudicare anche le possibilita’ d’integrarsi nel nostro Paese. ”Il 58,33% delle madri straniere dichiara di avere intenzione di allevare i propri figli in Italia, inserendoli nel sistema educativo e in quello socio-sanitario – ha dichiarato il docente della Sda Bocconi Luca Visconti, commentando i dati emersi dalla rilevazione -. Se quasi due donne su tre coltivano un progetto migratorio di lungo periodo, l’orientamento emergenziale deve lasciare il posto a interventi di sistema”.


Qualsiasi donazione, piccola o grande, è
fondamentale per supportare il lavoro di VITA