Cultura

Le mamme sono le più bio di tutti

Parla Rosa Clot, la direttrice del primo giornale di stili naturali. «Per me sono state una sorpresa. Non temono il sovraprezzo perché è una tassa sulla salute»

di Carlotta Jesi

Difende il biologico dai puristi del biologico, Emanuela Rosa Clot. Dalle pagine, patinate e farcite di pubblicità stilosa, del mensile Natural Style che vicedirige da due anni. Ma, soprattutto via email, quando risponde alle lettere di lettori e inserzionisti scandalizzati per un cappotto con profili di pelliccia fotografato nelle pagine di moda o per una pubblicità di McDonald?s. «I più agguerriti sono i proprietari delle bio boutique di tendenza, ai quali rispondo: non credo che vendere abiti biologici al 100% ma a prezzi innavicinabili contribuisca più di quanto facciamo noi a diffondere stili di vita sostenibili».

Lo dicono i numeri che il bio ?tira?. Quelli di Natutal style, con 110mila copie vendute ogni mese, quelli degli agriturismi certificati dall?Aiab che quest?estate hanno registrato il tutto esaurito perché il giornale della Cairo Editore diretto da Andrea Biavardi ha ristampato la guida che li cita. E quelli delle oltre 200mila cartoline, ideate dal Consorzio biologico per lo sviluppo sostenibile per chiedere mense biologiche nelle scuole, allegate al mensile.

Vita: Le mense scolastiche bio sono in continua crescita, e il cibo naturale oggi fa capolino anche in carceri e ospedali. Quali sono i prossimi settori in cui prenderà piede?
Emanuela Rosa Clot: Il ?prodotto? che mi auguro arrivi presto in Italia l?ho visto, quest?estate, in una zona rurale del sud dell?India. È un bell?albergo, della catena Cgheart, in cui ho soggiornato con mio marito e i nostri figli di 13 e 15 anni: oltre a offrire cibo bio, refill delle bottigliette di shampoo e raccolta diffferenziata dei rifiuti, non conteneva un solo pezzo di plastica, che è uno dei grossi problemi del Sud dell?India. Si vedono rifiuti di plastica ovunque.

Vita: Anche in Italia è spuntato un hotel biocerificato, e poi ci sono le spa, ma a che prezzi?
Rosa Clot: Mi piace pensare al sovrapprezzo bio come a una tassa sulla salute dell?ambiente.

Vita: Torniamo ai terreni di conquista del bio. C?è qualche altro prodotto che l?ha sopresa all?estero e che potrebbe imporsi nei prossimi anni?
Rosa Clot: I biomateriali per la casa, ma anche i mobili di legno certificati Fsc: un marchio che garantisce la provenienza del legno da foreste gestite nel rispetto dell?ambiente, senza disboscamento selvaggio. Certo, quando giri per i supermercati inglesi, ti accorgi che hanno interi corridoi zeppi di scaffali dedicati all?organic. Ma le tendenze faremmo meglio a cercarle in casa, dove sul bio abbiamo un vantaggio competitivo.

Vita: Di che vantaggio parla?
Rosa Clot: Biologici, in Italia, lo siamo sempre stati. Magari senza saperlo, come accadeva nella mia famiglia: mai comprato aceto, avevamo una damigiana, con la madre dell?aceto, in cui si versavano gli avanzi del barbera e del grignolino.

Vita: Intende dire che il bio è il contrario di un prodotto di lusso, perché lo portiamo tutti nel Dna?
Rosa Clot: Diciamo che un consumo consapevole è più alla portata di quanto si pensi. Da quando lavoro qui, al mercato sto più attenta alla provenienza dei prodotti. Ho scoperto che la maggior parte dei pomodori pachino vengono dall?Olanda, dove sono cresciuti in idrocolutura, e così ho deciso di coltivarmeli sul terrazzo, nel vaso dei gerani. Facile, no?

Vita: In due anni di articoli sul bio, ha scoperto un consumatore che non s?aspettava?
Rosa Clot: Le mamme. Donne con giornate frenetiche in cui riescono a incastrare lavoro, famiglia e spesa biologica. E poi gli uomini che leggono il nostro femminile perché s?appassionano ai servizi sull?architettura bio.

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