Volontariato

Le magie di Carmelo Bene sulle note di Schumann

Recensione del cd "Manfred" di Carmelo Bene.

di Enrico Barbieri

Carmelo Bene, per mestiere, intratteneva con la morte un rapporto stretto: il grande teatro – ripeteva – dev?essere buio e deserto. è da questo luogo oscuro e lontano che torna la sua voce. Trema, grida, evoca spiriti oltremondani e invoca l?oblio. A meno d?un anno dalla sua scomparsa, torna in cd l?oscuro e visionario poema sinfonico Manfred, costruito da Schumann sui testi di lord Byron e rappresentato alla Scala nella fortunatissima stagione dell?80. L?orchestra e il coro del teatro milanese erano diretti da Donato Renzetti e Romano Gandolfi. Il libretto che accompagna il cd è una parata di firme eccellenti: il testo di Byron è introdotto da una nota geniale di Giorgio Manganelli; Gilles Deleuze parla del Manfred di Bene; sulla musica di Schumann si sofferma Luigi Ferrari. è un ritorno importante, perché l?incontro audio fu voluto dallo stesso artista: la ?macchina vocale? sopravviverà a Bene. è opera d?arte, spirito puro, monumento in forma di musica, sfida al tempo. Ecco dunque le incisioni del Manfred, di Pinocchio, delle liriche di Dino Campana… L?intreccio tra la voce di Bene, quella di Lydia Mancinelli e l?orchestra scaligera, in questo titanico dramma byroniano, è semplicemente meraviglioso. Un brivido percorre la schiena quando la parola di Manfred si scioglie, si fa liquida, implora valanghe e morte, per constatare infine che queste, da sempre, passano solo «sulle cose che vogliono vivere!?».

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