Cultura

Le maestre modenesi: “Sì al tetto del 30%”

Il risultato emerge da una ricerca dell'Università degli Studi dell'ateneo modenese

di Benedetta Verrini

Da un ricerca condotta dall’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia, in merito alla presenza di alunni stranieri nelle scuole dell’infanzia e primarie di Modena e Reggio Emilia, emerge che il 68,8% degli insegnanti è favorevole al porre un tetto del 30% al numero di stranieri per classe.

Il Centro di ricerca e interventi su Relazioni Interetniche, Multiculturalità e Immigrazione – RIMI Lab dell’Università degli studi di Modena e Reggio Emilia ha condotto una ricerca, iniziata nell’aprile 2008, volta ad indagare le problematiche espresse dagli insegnanti in merito alla presenza di alunni stranieri nelle classi e le strategie utilizzate per favorire l’integrazione a scuola.

Lo studio, condotto dal prof. Dino Giovannini e dal dott. Loris Vezzali del Dipartimento di Scienze Sociale Cognitive e Quantitative dell’Ateneo modenese reggiano e finanziato dalla Fondazione Manodori, ha visto coinvolti 109 insegnanti di scuole dell’infanzia e primarie di Modena e Reggio Emilia.

I risultati hanno rivelato che ben il 68,8% degli insegnanti è  favorevole al porre un tetto del 30% al numero di stranieri per classe, contro il 10,4% dei contrari e il 20,8% degli indecisi.

La ricerca è andata oltre e ha mostrato che la grande maggioranza del campione (70,8%) è d’accordo con l’idea di classi preparatorie per l’apprendimento della lingua italiana, ma non con la creazione di classi differenziate per italiani e stranieri (89,6%).

“La via da seguire – afferma il prof. Dino Giovannini –  è quella di creare le condizioni per una convivenza armoniosa e non per una separazione che porterebbe solo ad esacerbare il pregiudizio. Tale conclusione è avvalorata dai dati che suggeriscono come il desiderio di creare classi differenziate diminuisca al crescere degli incontri amichevoli in ambito scolastico con i genitori degli stranieri e della comprensione per le difficoltà vissute dagli alunni stranieri tutti i giorni ed al diminuire del pregiudizio. Pertanto, è solo creando nelle scuole l’opportunità di incontri amichevoli e cooperativi tra italiani e stranieri, sia genitori sia alunni, che sarà possibile arrivare a una convivenza civile fondata sul rispetto e sulla valorizzazione reciproci”.

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