L'appello

Le madri venete: «Caro Draghi, sui Pfas sia un nonno davvero»

Il Rapporto dell'ex presidente della Bce ed ex premier contiene un passaggio sulle sostanze per- e polifluoroalchiliche: sarebbero indispensabili per la transizione energetica e la competitività europea. Le "Mamme no Pfas" di Vicenza, Verona e Padova, da tempo impegnate contro il subdolo avvelenamento da distruttori endocrini, non ci stanno e chiedono ascolto anche alla presidente Meloni

di Elisa Cozzarini

«Se è vero che voleva fare il nonno, la sua posizione non aiuterà i suoi cari nipotini, che sono esposti a un inquinante subdolo, pericoloso, che non risparmia nessuno», così le Mamme no Pfas rispondono a Mario Draghi, a proposito dell’affermazione contenuta nel rapporto sul futuro della competitività europea, appena pubblicato. Le sostanze per- e polifluoroalchiliche, si legge nel documento, sarebbero indispensabili per assicurare la transizione energetica.

«Come mamme, vogliamo esprimere la nostra preoccupazione e delusione, ci sentiamo scoraggiate e inascoltate. Abbiamo l’impressione che sia poco informato e confuso: queste molecole sono cancerogene, indistruttibili e, purtroppo, da tanti anni sono state utilizzate e disperse ovunque nell’ambiente. Le abbiamo assunte bevendo e mangiando, si sono accumulate nel nostro corpo, lo hanno reso malato. Noi e i nostri figli abbiamo i Pfas nel sangue e purtroppo ne stiamo pagando le conseguenze. È preziosa la sua vita quanto quella dei nostri figli e del loro futuro», affermano.

Il gruppo, che oggi comprende mamme e papà da tutta Italia, è nato dopo la scoperta dell’inquinamento da Pfas di una falda che interessa un bacino di 350mila persone, nelle province di Vicenza, Padova e Verona. La scossa è arrivata nel 2017, con i risultati del biomonitoraggio realizzato dalla Regione Veneto sulla popolazione della cosiddetta “zona rossa”, la più contaminata: i giovani tra i 14 e i 29 anni avevano valori di trenta, quaranta volte superiori a quelli della popolazione non esposta. In pochi giorni le mamme sono diventate centinaia e ancora oggi continuano a battersi per la salute dei propri figli. L’origine dell’inquinamento è stata individuata nella fabbrica Miteni di Trissino ed è in corso a Vicenza il processo per accertare le responsabilità della contaminazione. La sentenza di primo grado potrebbe arrivare entro il 2024.


«Uno dei nostri obiettivi è la messa al bando di queste molecole. La loro produzione non è sostenibile. Non possono nemmeno essere smaltite in discariche o inceneritori, continuano comunque a inquinare, perché sono indistruttibili. I danni alla salute possono essere immediati, o manifestarsi dopo anni. Noi mamme stiamo portando avanti un lavoro di sensibilizzazione per creare consapevolezza. Abbiamo parlato con il governo Conte, che era aperto al dialogo. Oggi purtroppo con la Presidente del consiglio Giorgia Meloni non riusciamo a comunicare. È donna e madre anche lei, ma non è sensibile al problema Pfas».

E si rivolgono ancora a Draghi: «Le chiediamo di riflettere, di avere coraggio e fiducia in una vera ecologia integrale. Il suo ruolo può cambiare il futuro dei bambini italiani e di tutto il mondo. Lei ha una grande responsabilità, noi le saremo accanto, se vorrà impegnarsi».

La foto in apertura è di Luigi Narici per il gruppo Mamme No Pfas. Sullo sfondo la fabbrica Miteni di Trissino

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