Politica

Le larghe intese fanno bene ai diritti umani

Positivo il bilancio di Amnesty international sulla legislatura che rischia di chiudersi anticipatamente: importanti passi avanti su femminicidio, omofobia, armi. Ma il caso Shalabayeva resta una grave macchia

di Silvano Rubino

La ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica. L’approvazione alla Camera del disegno di legge di ratifica del Trattato Onu sul commercio di armi. L'approvazione in prima lettura del disegno di legge sull'omofobia. Più una serie di disegni di legge presentati su temi dei diritti umani.

Il bilancio di Amnesty International sui primi sei mesi di questa legislatura che proprio in questi giorni è a rischio di termine anticipato è tutto sommato positivo. "Di diritti umani si è discusso, in questi primi sei mesi, in modo quantitativamente e qualitativamente migliore rispetto al passato. L’analisi del lavoro della XVII Legislatura nei primi sei mesi di attività ci dice che sulla maggior parte dei 10 punti della nostra Agenda è stato almeno presentato un disegno di legge, come in materia di tortura e omofobia", spiega Antonio Marchesi, presidente di Amnesty International Italia.

I 10 punti sono quelli di Ricordati che devi rispondere, un'agenda sottoposta ai leader delle coalizioni in lizza e a tutti i candidati delle circoscrizioni elettorali, sottoscritta  integralmente o quasi, da 117 parlamentari e da tutti i leader delle forze politiche che compongono l’attuale governo. "La nostra campagna ha contribuito, insieme alle iniziative di altre associazioni ed espressioni della società, a portare per la prima volta questioni importanti relative ai diritti umani al centro del dibattito elettorale e poi dell’azione del parlamento e del governo", sostiene Marchesi.

Sul piano internazionale, oltre al rinnovato impegno per la moratoria sulla pena di morte, Amnesty elogia la ratifica della Convenzione del Consiglio d’Europa sulla prevenzione e la lotta contro la violenza nei confronti delle donne e la violenza domestica e l’approvazione alla Camera del disegno di legge di ratifica del Trattato Onu sul commercio di armi. "Resta tuttavia una grave macchia", sottolinea Marchesi, "il comportamento delle autorità italiane nella vicenda della moglie e della figlia di un dissidente del Kazakistan, espulse illegalmente verso il paese di origine nonostante i rischi di persecuzione".

In tema di violenza contro le donne, "è positivo che ad agosto sia stato presentato un testo specifico, ma continuiamo a chiedere misure concrete di sostegno alle vittime della violenza, adeguatamente finanziate, e azioni di prevenzione efficaci. La repressione è  importante ma da sola non risolverà il problema", sostiene Carlotta Sami, direttrice generale di Amnesty International Italia, che ha annunciato il lancio, a novembre, di una campagna di sms solidale contro la violenza sulle donne.

In materia di omofobia e transfobia “siamo soddisfatti per il risultato ottenuto a settembre alla Camera dei deputati, attraverso un dibattito di elevato spessore e l’approvazione del disegno di legge che include l’orientamento sessuale e l’identità di genere nell’elenco dei motivi discriminatori associati ai reati specifici descritti nell’articolo 1 del decreto legge 122/1993 e che emenda l’art. 3 dello stesso decreto, aggiungendo l’orientamento sessuale e l’identita’ di genere alle circostanze aggravanti. Ci riserviamo tuttavia di capire quali effetti pratici sulla lotta alle discriminazioni potrebbe avere la clausola di salvaguardia introdotta dagli emendamenti relativi alla liberta’ d’espressione. Ci aspettiamo un’analoga riflessione nelle sedi istituzionali in vista del passaggio al Senato", spiega  Giusy D’Alconzo, direttrice delle Campagne e della ricerca di Amnesty International Italia.

I 10 punti dell’Agenda

  1. garantire la trasparenza delle forze di polizia e introdurre il reato di tortura;
  2. fermare il femminicidio e la violenza contro le donne;
  3. proteggere i rifugiati, fermare lo sfruttamento e la criminalizzazione dei migranti e sospendere gli accordi con la Libia sul controllo dell’immigrazione;
  4. assicurare condizioni dignitose e rispettose dei diritti umani nelle carceri;
  5. combattere l’omofobia e la transfobia e garantire tutti i diritti umani alle persone Lgbti (lesbiche, gay, bisessuali, transgender e intersessuate);
  6. fermare la discriminazione, gli sgomberi forzati e la segregazione etnica dei rom;
  7. creare un’istituzione nazionale indipendente per la protezione dei diritti umani;
  8. imporre alle multinazionali italiane il rispetto dei diritti umani;
  9. lottare contro la pena di morte nel mondo e promuovere i diritti umani nei rapporti con gli altri stati;
  10. garantire il controllo sul commercio delle armi favorendo l’adozione di un trattato internazionale.

 

 


 

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