Non profit
Le lacrime di Schwazer e i farisei
Doping, atletica, e un (ex) campione in lacrime. Riflessioni su u na conferenza stampa inusuale, e sulle troppe ombre di questa brutta pagina di sport
Non so. Faccio il giornalista da troppi anni per abboccare all’amo di qualsiasi dichiarazione condita da lacrime. Eppure oggi ho ascoltato con attenzione la conferenza stampa del tutto inusuale di Alez Schwazer. Mi interessa poco conoscere, adesso, i particolari giudiziari e di indagine di questa vicenda. Se abbia davvero agito da solo oppure se da tempo abbia subito il fascino delle lusinghe di cattivi consiglieri.
Schwazer ha infatti ammesso ogni oltre ragionevole dubbio di essere colpevole di una gravissima mancanza, e ha ribadito di non volere nessuno sconto di pena, e dunque la sua carriera sportiva è definitivamente finita. Ho avuto la sensazione che abbia disperatamente cercato di farsi scoprire, come fanno spesso i criminali, che seminano indizi, da un lato per verificare fino a che punto gli investigatori sono fessi, dall’altro perché sanno che la corsa deve finire, bisogna arrivare al capolinea, e fermarsi.
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