Formazione

Le invasioni barbariche, ma questa è una favoletta

Recensione del film "Le invasioni barbariche" di Denys Arcand.

di Giuseppe Frangi

Come si fa a parlar male di un film, carino, corretto, divertente, intelligente, ben girato e ben recitato? Un film premiato a Cannes per la miglior sceneggiatura (premio nobile, per film davvero doc) e per la miglior attrice (Marie-Josée Croze, di una bellezza e di un?intensità da lasciare a bocca aperta. Peccato che il regista le affidi la parte di una ?tossica?: mai vista una ?tossica? così lucida e così integra). Le invasioni barbariche, film di Denys Arcand, canadese francofono, è un film generazionale, che racconta la morte di Rémy, cinquantenne professore universitario di media levatura. Al suo capezzale, imprevisto, arriva il figlio Sébastien, brillantissimo broker londinese, approdato al successo nella totale indifferenza del padre. è lui il barbaro, che spiazza Rémy e gli amici, una banda di ex sessantottini, ironici e tutti goduti dei loro fallimenti. Barbaro, perché piombato da un altro mondo e quasi da un?altra epoca: con i soldi e un sentimento testardo gli riesce di rovesciare la tragedia (probabile) della morte del padre in una bella favola da cui tutti escono riconciliati con la vita e con il passato. Anche il pubblico se ne va commosso e divertito per tante battute brillanti. Grazie e applausi. Peccato che nessuno abbia mai visto il mondo andare così…

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