Cultura

Le implicazioni fiscali e non per gestire un oratorio parrocchiale

La struttura migliore per gestire le attività di un oratorio é quello dell'associazione non riconosciuta.

di Salvatore Pettinato

Vorremmo gestire un oratorio parrocchiale. Abbiamo intenzione di offrire dei servizi commerciali i cui proventi andrebbero alla parrocchia. Come ci organizziamo e quali possono essere le implicazioni fiscali?
Dal punto di vista civilistico, la struttura organizzativa più funzionale a gestire le attività dell?oratorio potrebbe essere quella dell?associazione non riconosciuta. Ai fini fiscali, è di estrema importanza definire nello statuto, in modo preciso e puntuale, quelli che sono gli scopi non profit che l?associazione intende perseguire. Com?è noto, infatti, perché un?associazione possa qualificarsi come ente non commerciale, e fruire del regime previsto, è necessario che non abbia come oggetto esclusivo o principale l?esercizio di attività commerciali (cfr. art. 87 Tuir).
Per le associazioni cosiddette agevolate (es. culturali) tra le quali potrebbe rientrare la vostra, il legislatore ha previsto la riconduzione delle attività svolte in attuazione degli scopi istituzionali ed effettuate verso pagamento di corrispettivi specifici, all?area delle attività non commerciali e ciò ai fini delle imposte dirette e Iva.

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