Mondo

Le gemelline adottate su Internet tornano in Usa

Anche il giudice inglese ha stabilito la nullità dell'adozione fatta on line e ora le piccole dovranno ritornare nel Missouri, dove sarà deciso il loro destino

di Benedetta Verrini

Dopo una battaglia legale che dura da settimane, l’Alta Corte britannica ha deciso che la coppia di gemelline di nove mesi, diventata famosa perché adottata da due diverse famiglie attraverso Internet, dovranno ritornare negli Stati Uniti, dove sono nate. Attualmente le piccole si trovano in custodia presso un centro di assistenza per minori del Regno Unito: sul loro destino è rimasto vivissimo l’interesse dell’opinione pubblica, anche perché la confusione legale sul caso è stata enorme. Da una parte i Kilshaw, la coppia britannica che aveva cercato di adottarle on line, ha perso la sua battaglia legale per tenere le bambine: “Non c’è giustizia – ha detto Judith Kilshaw, la donna britannica che aveva cercato di adottarle dopo la sentenza dell’Alta Corte britannica – Non ci ascoltano. Ho detto la verità, ma non hanno ascoltato. Non ho mai fatto nulla di male”. Dall’altra non si sa ancora quando le bimbe potranno tornare negli Stati Uniti. In base alla decisione del giudice dell’Alta Corte, Andrew Kirkwood, dovranno lasciare la Gran Bretagna e tornare nel Missouri dove sono nate. In una dichiarazione diffusa dopo la sua decisione, Kirkwood ha detto che dovranno rimanere “sotto la custodia e il controllo” del tribunale del Missouri, in attesa della decisione sull’affidamento “a parte della loro famiglia naturale”. Le due bimbe, nate a Saint Louis, Missouri, il 26 giugno del 2000, vennero offerte in adozione via Internet da un’agenzia specializzata dopo che la famiglia Wecker si era separata. Il 14 ottobre la madre, Tandra Wecker, aveva affidato le bimbe ad una famiglia californiana, gli Allen, ma la loro adozione non era ancora stata completata quando la signora Wecker, due mesi dopo, si riprese le piccole. Il 22 dicembre le bambine furono adottate in Arkansas dai Kilshaw, una famiglia britannica. Sia gli Allen che i Kilshaw trovarono informazioni sulle piccole nel sito Internet chiamato ‘Caring Heart Adoption’. Gli Allen affermano di aver pagato 6.000 dollari (oltre 12 milioni di lire) per le pratiche di adozione e anche la famiglia inglese ha pagato un ammontare imprecisato di soldi. Il caso è finito nelle mani dei giudici e il 19 gennaio un tribunale inglese ha disposto l’affidamento delle due piccole a un centro di assistenza in attesa della soluzione. All’inizio del mese di marzo un tribunale di Little Rock, in Arkansas, aveva stabilito la nullità delle due adozioni, una in Inghilterra e un’altra negli Stati Uniti, delle bimbe. Il giudice statunitense ha stabilito che le due bambine non possono restare né con la coppia britannica né con quella californiana che ne reclamano l’adozione e ha disposto il rinvio di ogni procedimento al tribunale del Missouri, lo stato dove le due bimbe sono nate. Sempre secondo il magistrato i genitori adottivi californiani non hanno titolo per reclamare l’adozione dal momento che la madre si era ripresa le due bimbe in un primo tempo affidate ai californiani Richard e Vickie Allen. Gli Allen, inoltre, come pure la coppia inglese Alan e Judith Kilshaw non hanno rispettato il termine di 30 giorni di residenza nello stato richiesto dalla legge dell’Arkansas, dove la madre delle bambine, Tranda Wecker, si era trasferita proprio perché lì le procedure di adozione sono più rapide.


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