Non profit

Le fondazioni bancarie rispondono a Tremonti

Il lungo comunicato dell'Acri che ricorda al ministro la natura delle fondazioni e i continui progressi in termini di efficienza

di Redazione

Le Fondazioni di origine bancaria hanno di fatto completato, salvo poche eccezioni, il processo di dismissione del controllo delle banche, per concentrarsi sulle attività non profit. Lo afferma l’Acri, l’associazione degli Enti di origine bancaria, rispondendo indirettamente al ministro dell’Economia, Giulio Tremonti. I continui progressi in termini di efficienza – ricorda in una nota – ”mostra il progressivo decremento del rapporto fra spese complessive di gestione e totale erogato: se nel ’93 – spiega la nota – per ogni 100 euro destinati alle erogazioni le spese ammontavano a 59 euro, nel 2000 sono scese a 7,5 euro, nonostante la crescita del numero degli addetti e del loro livello professionale”. L’Acri sottolinea inoltre che ”le fondazioni finora sono stati soggetti prevalentemente erogatori di risorse (grant giving) quali mancavano del tutto nel nostro Paese e come molti ce ne sono all’estro, insieme con le operating foundation”. Gli Enti affermano di non voler cristallizzare l’attuale sistema, ma rilevano che ”sarebbe potuto risultare ridondante, e forse anche rischioso, non avendo un’esperienza specifica su un campo particolare, che le Fondazioni di origine bancaria si connotassero come ‘operating foundation’ quando in Italia esistono già numerosi soggetti no-profit che svolgono con efficacia attività’ operative nell’ambito dei settori di intervento delle fondazioni”. L’Acri sottolinea inoltre che ”l’attività di grant giving richiede che le fondazioni si focalizzino sulla rilevazione dei bisogni delle collettività di riferimento, la definizione dei programmi di intervento, la valutazione dei progetti inerenti, attività che richiede competenze qualificate, ma dimensioni snelle”. La risposta dell’associazione al ministro si conclude con l’affermazione che ”lo sviluppo dimensionale delle risorse umane delle fondazioni è stato per lungo tempo limitato dall’impossibilità di attivare contratti di tipo privatistico, percorribili solo a valle della piena attuazione della riforma Ciampi”. Nel frattempo l’Acri resta in attesa di conoscere i regolamenti del Tesoro sull’applicazione della riforma Tremonti delle fondazioni contenuta nella Finanziaria 2002 e soprattutto come la prevalente presenza degli enti locali negli organi di indirizzo venga definita. In assenza di comunicazioni ufficiali da Via Venti Settembre, c’è stata anche oggi una riunione del consiglio dell’associazione dopo l’appuntamento della settimana scorsa. Tre sono i punti sui quali l’Acri concentra l’attenzione in tema di Fondazioni bancarie: 1) sarebbe potuto risultare ridondante – e forse anche rischioso, non avendo un’esperienza specifica su un campo particolare – che le fondazioni di origina bancaria si connotassero come “operating foundations”, quando in Italia esistono già numerosi soggetti non profit che svolgono con efficacia attività operative nell’ambito dei settori di intervento delle fondazioni; 2) l’attività di “grant giving” richiede che le fondazioni si focalizzino sulla rilevazione dei bisogni delle collettività di riferimento, la definizione dei programmi di intervento, la valutazione dei progetti inerenti: attività che richiede competenze qualificate, ma dimensioni snelle; 3) lo sviluppo dimensionale delle risorse umane delle fondazioni è stato per lungo tempo limitato dall’impossibilità di attivare contratti di tipo privatistico, percorribili solo a valle della piena attuazione della riforma Ciampi.


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