Volontariato

Le favole sono sassi che nascono dai buchi

di Andrea Cardoni

«Un sasso gettato in uno stagno suscita onde concentriche che si allargano sulla sua superficie, coinvolgendo nel loro moto, a distanze diverse, con diversi effetti, la ninfea e la canna, la barchetta di carte e il galleggiante del pescatore. Oggetti che se ne stavano ciascuno per conto proprio, nella sua pace o nel suo sonno, sono come richiamati in vita, obbligati a reagire, a entrare in rapporto tra loro. Altri movimenti invisibili si propagano in profondità, in tutte le direzioni, mentre il sasso precipita smuovendo alghe, spaventando pesci, causando sempre nuove agitazioni molecolari. Quando poi tocca il fondo, sommuove la fanghiglia, urta gli oggetti che vi giacevano dimenticati, alcuni dei quali ora vengono dissepolti, altri ricoperti a turno dalla sabbia. Innumerevoli eventi, o microeventi, si succedono in un tempo brevissimo. Forse nemmeno ad avere tempo e voglia si potrebbero registrare tutti, senza omissioni».

Ieri a Fiorano Modenese, sul palco del teatro Astoria, durante la presentazione di un libro di favole per bambini dai sette (7) anni ai dodici (12) anni scritto da sette (7) associazioni di volontariato e raccolte da MelpYou, mentre raccontavo la favola che ho scritto io, avrei voluto dire anche questa cosa che ha scritto Gianni Rodari in un libro che si chiama Grammatica della Fantasia, a pagina undici (11) e mi sembrava una delle cose che erano più adatte al libro che stavamo presentando perché mi sono immaginato che ognuna di quelle favole potrebbe essere come un sasso che causano nuove agitazioni molecolari tra i bambini che ascoltano le storie e magari pure tra i genitori che gliele leggono. Però questa cosa non sono riuscito a dirla perché non c’era tempo e poi quando sono uscito dal teatro Astoria, che a Fiorano Modenese in piazza Ciro Menotti (patriota italiano nato Migliarina di Carpi il 23 gennaio 1798 e morto a Modena il 26 maggio 1831), lì a pochi passi dal teatro Astoria (città dello stato Oregon, capoluogo della contea di Clatsop), c’era un muro, con dei buchi, e sul muro ci stavano delle fotografie e dei nomi, cinque (5) nomi e sono i nomi di cinque persone che settanta (70) anni fa il 15 febbraio sono stati uccisi da soldati tedeschi e vicino ai nomi, su questo muro coi buchi di fronte al Teatro Astoria, c’è scritta l’età di Dalla Costa Raimondo anni 20 (venti), Bedini Filippo anni 25 (venticinque), Gherardini Tauro anni 23 (ventitre), Malaguti Giuseppe anni 42 (quarantadue), Rubes Riccò ani 19 (diciannove). E quei buchi, secondo me, sono come i sassi gettati in uno stagno. E il fatto che ieri eravamo a raccontare e a scrivere le favole dei volontari è stato perché dietro, a pochi passi da noi, c’erano quei buchi lì e che potevamo continuare a gettare sassi, causare agitazioni molecolari e smuovere un po’ di fanghiglia.

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