Politica

Le fate sono cresciute

Convince il film di Ozpetek sull’indisponibilità della vita

di Maurizio Regosa

La vita per quanto la si rigiri si avvicina solo di rado all?idea che ne abbiamo. Di rado e fuggevolmente. Come un?ombra sul muro: suggerisce la forma dell?oggetto che le dà origine soltanto per pochi secondi. Il resto è immaginazione. Saturno contro, appunto. Ovvero l?influsso negativo dei pianeti su qualcosa che ci piacerebbe fosse indipendente e autonomo.

Ma essere svincolati da legami – è questa forse la tesi principale di Ferzan Ozpetek ? va al di là dell?umano. Ed è appunto sulle dinamiche e i meccanismi che governano questo nostro essere ?legati? che si concentra l?attenzione del regista. Un tema cui si accompagnano quelli della famiglia allargata, dell?amicizia, dell?affettività al di là degli schemi, non del tutto nuovo per lui e in effetti a guardare i volti (un po? invecchiati) di coloro che furono protagonisti anche de Le fate ignoranti (Stefano Accorsi, Margherita Buy, Serra Yilmaz) ci si ritrova come in famiglia. Qualche ruga in più, qualche incertezza che cresce e un groviglio di sentimenti, di silenzi, di atti mancati, di parole di troppo. Dettagli che alimentano il discorso, lo guidano e lo fuorviano. Elementi usati a comporre un racconto che continua, tenace, ad aggirarsi dalle parti del melodramma. Con gli intrecci fra e accanto alle coppie, etero ed omo.

Come suggerisce, del resto, l?uso assai abile dell?inquadratura spesso aggiustata in modo da comprendere più personaggi ovvero diverse suggestioni, differenti sfumature e più microstorie (e come ribadisce la panoramica finale, ormai una cifra stilistica di Ozpetek). L?infedeltà dell?uno, l?affetto dell?altra che interpreta quell?infedeltà, lo sguardo di un terzo che si rende conto della circolarità di emozioni e la vorrebbe integrare? Il tutto mostrato con discrezione e delicatezza, con un?apparente semplicità che può conquistare, con la consapevole certezza che le contraddizioni ci sono da tutte le parti e che non siamo qui per sottoporci al giudizio.

Semmai per continuare a reinventare le ragioni dell?affetto, per affrontare e condividere le gioie e i lutti, i percorsi della felicità come quelli della perdita: nella vicenda della malattia di Lorenzo, il compagno di Davide, coprotagonista silenzioso è l?ospedale, dove tutti si ritrovano nell?attesa. Un?attesa grazie alla quale ci si arrende all?eguaglianza, si prende atto che non vi sono strade maestre e che è possibile la reciproca comprensione, che – come suggerisce l?incontro fra Davide e l?ignaro padre di Lorenzo – c?è spazio per il dialogo che non si fa scontro. Bravo Ferzan.

Saturno contro
di Ferzan Ozpetek
Italia 2006 con Stefano Accorsi e Margherita Buy


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