Non profit
Le fabbriche di bambini
La piaga delle cliniche per le maternità clandestine per alimentare il traffico di esseri umani
Quando la polizia ha fatto irruzione nei sotterranei della piccola clinica privata di Enugu, città del sud-est della Nigeria, ha trovato una vera e propria fabbrica di bambini. Dentro la struttura c’erano sette ragazze tra i 12 e i 17 anni di età. Le giovani erano state messe incinte da un medico che le curava. Il dottore ha rivelato di aver agito con lo scopo di rivendere i piccoli, una volta nati.
È successo il 31 dicembre, il giorno di fine anno. Ma in questa città di 650mila abitanti, la notizia è solo l’ultima di una lunga e triste serie. Nel gennaio 2008, sempre a Enugu, in un edificio è stata trovata un’altra clinica per la maternità clandestina. Dentro c’erano venti donne. Le ragazze, reclutate per strada, portavano avanti maternità indesiderate. Così i dottori le invitavano ad abortire. Invece venivano rinchiuse e fatte partorire di nascosto, per poi convincerle a separarsi dal bambino per 15 mila naire, 110 euro. I neonati erano poi rivenduti a famiglie facoltose nigeriane per circa 300 mila naire, 2000 euro.
Purtroppo i casi di “fabbriche di bambini” si sprecano nel paese. Dopo la scoperta di quest’ultima falsa clinica, Ijeoma Okoronkwo, direttore regionale dell’Agenzia nazionale per il bando del traffico di esseri umani, dissero di essere a conoscenza di almeno dieci strutture simili, ma che il fenomeno era molto più diffuso.
I bambini vengono venduti all’estero, per lavorare o prostuirsi, molti finiscono in famiglie facoltose, ma anche no. In certe tribù non avere figli è un’onta insopportabile, così si è disposti a pagare qualsiasi cifra pur di averne uno. E molti, come affermano gli psicologi, non si accorgono neppure che quello che fanno è illegale, la considerano un’adozione.
Secondo Unicef in Nigeria 10 bambini ogni giorno vengono venduti. Un rapporto del 1998, un po’ datato ma che nell’organizzazione considerano ancora valido, riferisce che il 40% dei ragazzi di strada di Lagos, quelli che vivono senza una casa e una famiglia, è finito a mendicare per fuggire dai trafficanti.
La polizia nigeriana ha arrestato negli anni direttori di orfanotrofi, finti medici, maestri e genitori. Anche le forze dell’ordine di altri paesi hanno svolto importanti indagini. Nel 2007 quella olandese ha fermato un traffico internazionale di minori, arrestando 10 persone con l’aiuto dell’Interpol. Anche in Italia, nel 2008, sono stati fermati 66 cittadini nigeriani accusati di aver fatto entrare delle ragazze non ancora adulte per farle prostituire.
La Nigeria è un vero paese produce questo tipo di traffico da molto tempo. Ne sa qualcosa Terre des Hommes, che nel campo lavora da anni e che nel paese africano ha aiutato le autorità a sgominare bande di trafficanti e a scoprire laboratori dove i piccoli venivano fatti lavorare con turni da schiavi. Per capire l’entità del fenomeno, basta vedere le statistiche del censimento delle prostitute della costa dell’Emilia Romagna, svolto dalla federazione italiana di TdH: il 70% erano minorenni di origine nigeriana. «Ci sono tre motivi per cui la Nigeria è al centro del traffico di essere umani», commenta il presidente, Raffaele Salinari «è tra i paesi più popolosi dell’Africa, ha la disparità di reddito più alta del continente, ha complessità etnica notevole e nel paese le etnie si ritengono autorizzate a trafficare persone di altra etnie».
«Per fermarla» continua Salinari «bisogna contrastarla a tre livelli: quello locale, per rendere persone edotte sui diritti che sulla carta ci sono ma o sono ignorati o sono resi impraticabili, come la scuola, la salute, e il lavoro. Poi bisogna favorire la cooperazione tra nazioni africane, affinché i bambini non vengano portati da un paese all’altro per lavorare. Infine serve un coinvolgimento di tutti noi. Perché è vero, la prostituzione è una attività di cui non tutti usufruiscono, ma tutti noi usiamo quei piccoli prodotti della vita quotidiana che spesso sono fatti dai bambini del terzo mondo. Dovremmo evitarli».
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