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Le esperienze: Codesarrollo – America Latina (Ecuador)

I soldi dei poveri per i poveri: con questo slogan nasce in Ecuador la banca di risparmio Codesarrollo che ha dato vita a 800 realtà finanziarie locali.

di Redazione

Voglio cominciare con lo slogan della nostra piccola banca di risparmio in Ecuador, che si chiama Codesarrollo: «I soldi dei poveri per i poveri». Dietro questo slogan c’è la convinzione che i poveri producono ricchezza, ma questa ricchezza esce sistematicamente dalle loro mani. Ecco la nostra sfida: essere capaci di creare una cultura e una struttura perché questa ricchezza che loro producono in soldi, in prodotti, in manodopera possa essere valorizzata da loro stessi. Però le strutture finanziarie, le strutture del potere oggi all’interno dei Paesi e nelle relazioni fra Paesi, specialmente nelle relazioni fra Nord e Sud, fanno in modo che la ricchezza vada sistematicamente da chi ha poco a chi ha molto e chi ha molto ce l’ha non perché lui l’ha prodotto, ma perché lui è riuscito a raccogliere quello che altri producevano.

Invertire i flussi economici
Se non siamo capaci di invertire i flussi tradizionali dell’economia facendo il contrario (la ricchezza deve andare da chi ha tanto verso chi ha poco, deve andare dalle zone urbane verso le zone rurali), se noi riusciamo a fare questo, molti problemi di sviluppo e povertà potrebbero essere risolti. Il grande fenomeno migratorio che si sta vivendo in Europa, e che si sta vivendo nel Sud del mondo come una perdita reale di capitale umano, è un fenomeno che si spiega anche perché fino adesso non c’è una reale volontà di decentralizzare la ricchezza, e se non c’è questa volontà la gente correrà dove c’è possibilità di lavoro, dove ci sono tecnologie, dove ci sono soldi. Quest’inversione dei flussi dell’economia noi lo vogliano realizzare nel nostro Paese, l’Ecuador, un Paese piccolo, ha appena 12 milioni di abitanti su un territorio grande quasi quanto l’Italia. Questa inversione dei flussi richiede, secondo noi, di creare una cultura diversa rispetto a quella che c’è nelle teste e nella vita anche dei poveri e di creare strutture di funzionamento della società diverse.

La capacità scippata
Quando noi parliamo con i poveri, loro non si accorgono di quanto esce dalle loro mani, di quanti prodotti fanno arrivare al mercato senza avervi aggiunto valore, di quanta manodopera loro mettono sul mercato mettendo solo forza, non mettendo intelligenza, manodopera senza specializzazione, senza formazione, che viene pagata pochissimo.
Nel caso dell’Ecuador lo stipendio medio di un operaio, ma anche quello di un maestro o di un medico, non arriva a 150 dollari al mese. Nel caso dell’operaio può arrivare al massimo a 100 dollari. C’è una professionalità, una capacità di creare beni che viene scippata da altri. C’è un problema finanziario da affrontare e da risolvere, ma c’è anche il problema di capire quali sono le cause strutturali della povertà. Noi, fra le cause strutturali della povertà vediamo responsabilità nostre, di chi vive nel Sud, e vediamo responsabilità del sistema di relazioni che si è stabilito col Nord.

Il dominio del debito estero
Fra le responsabilità del Nord certamente c’è il tema del debito estero, tema irrisolvibile che si continua a mantenere in piedi perché è un altro sistema di dominazione, perché si è dimostrato che le banche europee e nordamericane non hanno bisogno del ritorno dei soldi che hanno prestato, però mantenere il debito è uno strumento per continuare a dominare. E poi c’è la grande regola del commercio, che è una regola fatta dai forti contro i deboli, che permette a chi è forte, al Nord quindi, di fissare i prezzi sia di ciò che compra sia di ciò che vende: il Nord fissa i prezzi delle nostre banane, del nostro caffè, del nostro cacao, dei nostri fiori, e fissa anche i prezzi dei computer che si producono nel Nord, dei trattori, della tecnologie. Chi ha questo potere normalmente lo esercita a suo favore. Allora ci sono problemi proprio di cultura quando affrontiamo i problemi della povertà, ci sono problemi di cambio di mentalità nel fare finanza a tutti i livelli, fra di noi, ma anche le grandi finanze, le grandi relazioni internazionali.

Tradizione e sviluppo
Quando noi parliamo con i campeniños, con gli indios, con i neri dell’Ecuador cerchiamo di aiutarli a conservare e a valorizzare tutto ciò che hanno di buono della loro cultura: spirito comunitario, solidarietà, capacità di soffrire, di stringere i denti, di essere forti di fronte a tutto quello che la vita presenta. Dolori, sofferenza, sfruttamenti, amore alla terra sono i grandi valori della gente delle Ande. Però, vogliamo aiutarli anche ad acquisire altri aspetti che li possono aiutare a risolvere i loro problemi: la capacità di prevedere, di programmare, di darsi delle priorità.
Vogliamo aiutare la gente dell’Ecuador ad aumentare la loro autostima, la loro capacità di autocontrollo. Però, parliamo anche di strutture a livello locale, quindi di cooperative di un mercato diverso, un mercato non come un posto in cui uno va a comprare e a vendere, ma un mercato inteso come la capacità dei poveri di fare transazioni, non sempre con la testa bassa, sicuri che qualcuno li sfrutta e che qualcuno è più furbo di loro, che qualcuno si fa ricco con il loro sudore; noi vogliamo aiutare i poveri a fare mercato come attori, protagonisti.
Quindi occorrono strutture finanziarie che ci aiutino a rompere i flussi in una sola direzione dell’economia. Per creare delle economie circolari su base territoriali, economie che non possono essere certo autarchiche perché c’è bisogno di relazionarsi con il resto del mondo, ma economie che permetterebbero di mantenere a livello locale la ricchezza prodotta e questo diventerebbe un circolo virtuoso invece di essere un circolo vizioso, perché questa stessa ricchezza potrebbe pagare i servizi creando così anche occupazione.

Microfinanza elemento vitale
Vediamo in questa proposta la funzione della microfinanza come vitale. In queste economie circolari dobbiamo a un certo punto far entrare la ricchezza in una cassa, in una cooperativa, in un banco comunal, come diciamo noi, perché poi ci possa essere una redistribuzione di questa ricchezza su base etica, su base di equità. Allora la proposta che noi facciamo ai contadini è questa: «non dovete continuare a risparmiare con i piccoli animali come facevate prima, dovete monetizzare la vostra economia». Noi siamo una banca di credito cooperativo nata dalla fondazione Fondo ecuadoriano Populorum Progressio, una fondazione grande, che occupa 350 persone. Da questo nostro lavoro, che principalmente è di appoggio a realtà già esistenti emerse dalla realtà dei campesiños, sono nate fino ad ora circa 800 realtà finanziarie locali, piccole casse. Di queste, 100 sono ben strutturate con il loro riconoscimento giuridico, accettate anche dallo Stato e possono operare pubblicamente, altre vivono nell’informalità, tanto caratteristica della vita e dell’economia sudamericana, però con la voglia di cominciare un processo per diventare più formali.

Educare al risparmio
Noi stiamo parlando di circa 60mila famiglie legate a questa realtà e sopra questa realtà di base abbiamo visto l’opportunità di creare Codesarrollo come cooperativa di secondo livello che fa operazioni anche di primo livello direttamente con i clienti, ma in funzione educativa, con lo scopo di creare strutture e non solo servizi, con la funzione di creare cultura. Tutte le volte che possiamo, facciamo investimenti comunitari e aiutiamo le comunità che sviluppano la loro economia, in molti casi anche mettendo i prodotti di queste comunità anche sul mercato italiano attraverso le reti del commercio equo e solidale e facciamo crediti anche alle famiglie.

Lo sviluppo non è un’utopia
I nostri crediti sono piccoli come sono piccoli i risparmi della gente, le garanzie che la gente ci dà sono deboli, ma noi vogliamo tutte le garanzie possibili, a nessuno neghiamo un credito perché la garanzia non è sufficiente, però se qualcuno può ipotecare la propria terra noi esigiamo che lo faccia, perché così un giorno potrà andare da una banca qualsiasi e fare lo stesso e noi potremo incominciare da capo cercando poveri in altre zone in cui non siamo ancora arrivati.
Non siamo un’istituzione grande, quello che abbiamo sul mercato sono 8 milioni e mezzo di dollari, che comunque è il fondo di credito più grande che c’è in Ecuador nel settore rurale. Con questi soldi, anche se non sono molti, abbiamo ottenuto risultati importanti: noi stiamo dimostrando che c’è uno sviluppo possibile di fronte a una tendenza a credere sempre di più che lo sviluppo è un’utopia. Dove si lavora e dove si lavora con la testa e con le mani a noi sembra di poter affermare che sì, si cambia, in tempi non brevissimi, ma si fa sviluppo, in una generazione si cambiano le condizioni di vita della gente.
Per portare avanti il nostro lavoro noi cerchiamo alleanze localmente: quindi siamo aperti a collaborare con tutti coloro che condividono alcuni punti di vista molto semplici. Non ci interessa condividere i dettagli, ci interessa condividere l’idea che non bisogna essere violenti per cambiare il mondo, che bisogna stare attenti ai poveri, che non bisogna concentrare la ricchezza e il potere, che bisogna trattare i poveri con affetto, non solo con le carte, ma anche con una maniera personale di avvicinarci a loro. Se riusciamo a metterci d’accordo su questo noi facciamo delle alleanze, anche se qualcuno è cattolico e qualche altro è protestante, qualcuno è di destra e qualche altro è di sinistra.

In collaborazione con l’Italia
Però stiamo cercando delle alleanze anche fuori dell’Ecuador e qui in Italia, in particolare, abbiamo avuto buoni risultati: già da tre anni, infatti, stiamo collaborando con la ong Acra, di Milano, che ci ha messo a disposizione delle risorse, ottenute dall’Unione europea, e una volontaria che ancora adesso continua a lavorare con noi. Più recentemente abbiamo stretto un’alleanza più moderna: uscendo dal mondo della cooperazione classica, abbiamo siglato un’alleanza con la Cassa Padana, una banca di credito cooperativo del Bresciano che si è gemellata con noi sostenuta da Federcasse, la federazione delle banche di credito cooperativo, casse rurali e artigiane italiane. Lo staff e il direttore di Banca Padana sono stati da noi per qualche settimana; hanno incontrato il personale, visitato le nostre sedi e hanno deciso di darci una mano per spingere il processo di sviluppo che abbiamo iniziato a generare rafforzando il sistema finanziario cooperativo in Ecuador.
In sintesi, ci aiuteranno a capitalizzare Codesarrollo con un’idea che solo la fantasia e la praticità italiana potevano inventare: “le azioni di donazione”. Azioni di 500 euro l’una che verranno raccolte in Italia e donate a Codesarrollo. Perciò sono particolarmente felice di essere qui in Italia oggi, la terra dei miei nonni, non solo per raccontare la nostra storia, ma anche per ringraziarvi.

Giuseppe Tonello
presidente Codesarrollo

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