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Le due suore rapite: Felici di esser libere

Maria Teresa Oliviero e Caterina Giraudo sono state rilasciate questa notte nei dintorni di Mogadiscio

di Emanuela Citterio

«Siamo tanto felici di essere qui, davvero tanto felici». Sono le parole, piene di emozione, di suor Maria Teresa Oliviero al Tg1 da Nairobi, subito dopo la liberazione. «Abbiamo avuto un accoglienza che ci ha scaldato il cuore», ha aggiunto suor Caterina Giraudo.

Sono state liberate questa notte e si trovano nell’ambasciata italiana a Nairobi le due missionarie del movimento contemplativo ‘Charles de Foucauld’ rapite a Elwak, in Kenya, il 9 novembre da un gruppo armato che le aveva poi condotte in Somalia. Lo hanno confermato all’agenzia MISNA fonti certe riferendo che le due missionarie, per la cui liberazione già da tempo era stata trovata una soluzione, sono state trasferite questa mattina con un aereo da Mogadiscio alla capitale keniana.


Le due suore italiane erano state rapite in Kenia, quasi ai confini con la Somalia, lo scorso novembre. Entrambe originarie della provincia di Cuneo, Maria Teresa Oliviero e Caterina Giraudo hanno, rispettivamente, 67 e 61 anni. Appartengono al Movimento Contemplativo Missionario ‘Padre de Foucauld’ di Cuneo. Si trovavano in Kenya da molti anni, dove lavoravano con i profughi somali e i malati quando sono state prelevate, lo scorso novembre, dalla loro casa a Elawk, vicino alla frontiera somala.


La reazione Vaticana
La notizia della liberazione delle due suore rapite in Kenya «ci dà grandissima gioia. Erano mesi che pensavamo a loro e pregavamo per loro». A dirlo è il direttore della Sala Stampa vaticana, padre Federico Lombardi. «Eravamo preoccupati per l’assenza di notizia, ma avevamo la speranza di averle in buona salute per continuare il loro servizio», ha aggiunto il portavoce vaticano parlando con i giornalisti.
Papa Benedetto XVI ha ricordato in due occasioni la sorte delle due suore, Maria Teresa Olivero e Caterina Giraudo, durante il loro rapimento, tra cui l’appello per la loro liberazione lanciato durante l’Angelus dello scorso 26 dicembre.

Il bilancio del governo

«Una bellissima notizia arrivata dopo tre mesi e 10 giorni» Così Margherita Boniver ha espresso all’Adnkronos la soddisfazione per la liberazione.
«Una notizia straordinaria anche perché ormai erano passati piu’ di tre mesi e le suore erano state portate in territorio somalo considerato uno dei più pericolosi al mondo» aggiunge la parlamentare della Pdl che a gennaio si é recata a Nairobi, come inviata personale del ministro degli Esteri Franco Frattini, per incontri con autorità keniote e sonale nel tentativo di risolvere la vicenda, «ancora una volta il governo ha dato prova di straordinaria efficacia, tutti i canali diplomatici e politici sono stati coordinati nel modo migliore».
Riguardo al suo impegno personale per la soluzione della vicenda, la Boniver specifica di aver avuto la notizia della liberazione «non appena ho lasciato l’unità di crisi dove stavamo valutando una mia nuova missione, ed invece è arrivata questa ottima notizia».

La loro associazione
« Finalmente la notizia che tanto attendavamo. Che gioia!!!» si legge questo annuncio sul sito del Chicco di senape. Un’associzioni di credenti che si definisce così: «Siamo un gruppo di credenti della diocesi di Torino. Ciò che ci accomuna è la passione per la Chiesa, il desiderio di creare le condizioni per una vera comunione che accetti le diversità e la franchezza dei rapporti interpersonali».
Tutta la vicenda del rapimento era stata seguita sul sito di Vita da padre Giulio Albanese, che nel suo lblog ha sempre tenuta viva l’attenzione sulla sorte delle due suore.

Le ong

Le 63 ONG aderenti alla Focsiv esprimono grande gioia e soddisfazione per la liberazione delle due suore italiane. «Abbiamo accolto la notizia della loro liberazione in Somalia, dove erano tenute prigioniere, con grandissima gioia e soddisfazione per il lieto fine di questo ennesimo rapimento dopo mesi di preoccupazione per la mancanza di informazioni» dice il Direttore Generale della Focsiv Sergio Marelli: «Tuttavia non possiamo dimenticare in questo momento di gioia quanti ancora nel mondo sono nelle mani dei rapitori. In particolare, per quanto riguarda la Somalia rinnoviamo le nostre preoccupazioni per il clima di tensioni che permane nel territorio».


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