Non profit

Le due facce di Facebook

Sui social network, informazioni, tanta solidarietà e qualche ombra

di Martino Pillitteri

Il dramma di Haiti è esploso anche sui social network. In appena tre giorni , cinque gruppi più numerosi su Facebook hanno totalizzato un milione di membri. Impressionate anche il ritmo di crescita: vengono creati circa 100 nuovi gruppi ogni ora.

In queto momento sono 9700 i gruppi nati su Facebooki. «Ogni persona che s’iscrive dona un dollaro ad Haiti» è  la premessa per aggregarsi al gruppo Facebook (omonimo della premessa) che attualmente conta più fans (quasi 600 mila) tra quelli nati a tre giorni dalla tragedia. Sulla sua bacheca e nella sezione discussioni, i membri condividono informazioni sui canali di raccolta fondi e rispondono anche alle domande sulla trasparenza dei flussi di denaro e come essi vengono investiti. Grazie alle piattaforme di Facebook e Twitter, in un solo giorno, giovedì, la solidarietà ha generato la cifra record di 3 milioni dollari.


292 membri hanno pubblicato su Flickr vari album di foto della devastazione. La Croce Rossa stessa ha messo su Flicker delle immagini che fanno da richiamo alla sua campagna di raccolta fondi. Cliccando la parola Haiti sul motore di ricerca di You Tube, risulta che sono stati caricati 44.700 video, di cui 3200 video per Help Haiti. Il video “Haiti, una videocamera di sorveglianza riprende la prima scossa“ è stato visualizzato da più di 123 mila utenti.


Ma non è solo una questione di raccolta fondi e beni di prima necessità. Twitter è la piattaforma più gettonata per diffondere notizie e informazioni che riguardano i soccorsi, dove trovare l’acqua potabile, la disponibilità negli ospedali. Skype è molto usato dalle onlus per comunicare con i loro volontari.


 Con i social network, poi, si è in grado di dare una mano anche se stessi. Gli iscritti usano Facebook e Twitter anche per cercare notizie sui propri cari che sono presenti nell’isola caraibica. La diffusione e la facilità di uso offerti dal modello dei social network, è stato riprodotto anche da altri siti e da organizzazioni umanitarie. Sono infatti moltissimi i siti dove è possibile segnalare il nome della persona mancante. Il Comitato internazionale della Croce rossa (Cicr) ha messo in funzione  uno  sito ad hoc per facilitare lo scambio di  notizie dei propri cari: l’indirizzo è www.icrc.org/familylinks. Nello stesso spazio si possono leggere i messaggi che i sopravvissuti inviano alle loro famiglie: «Sono vivo, mi potete contattare a questo nuovo indirizzo».

 

LE OMBRE

I social network sono anche delle piattafome ideali per gli imbroglioni e le manifestazioni di razzismo. L’associazione Meter Onlus di Don Fortunato Di Noto ha segnalato alla polizia Postale e delle comunicazioni di Catania il contenuto oltraggioso del gruppo Facebook “Adotta un bimbo Morto”. Il gruppo si definisce così: «La tremenda tragedia che ha colpito Haiti ha per noi, ricchi occidentali, risvolti straordinariamente positivi: il CROLLO, nei costi d’adozione, dei bambini morti. Un bambino vivo costa, si sveglia piangente di notte, defeca e urina quando più gli aggrada, vuole giocattoli, e poi devi persino dargli da mangiare! Ma con un bambino morto è tutta un’altra musica! Dorme sempre, non mangia, non ha stupide e noiose pretese. Ora Haiti offre bambini morti in abbondanza! Non perdere questa grande occasione, a prezzi stracciati, di sembrare una brava e ricca persona per i tuoi conoscenti».


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