Politica
Le due facce dei grillini
Il deputato Pd Edoardo Patriarca commenta in diretta da Montecitoria la gazzarra che stanno scatenando i 5 Stelle: «Sono evidentemente eterodiretti: in Commissione sono ragionevoili e costruttivi, spesso preparati, poi arrivano in plenaria e scatenano il finimondo. Un meccanismo che non gli consente di fare politica».
di Redazione
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Edo Patriarca, membro della Commissione Affari sociali alla Camera in quota Partito Democratico, oltre ad essere una persona capace e molto preparata sui temi del welfare è anche un temperamento pacato. Difficile sentirlo usare toni sopra le righe. E allora sorprende leggere su Facebook un suo attacco a gamba tesa ai colleghi del Movimento 5 Stelle: «Dispiace dirlo, ma la discesa si oggi di Grillo nella Capitale sembra più che altro una marcia su Roma di triste memoria».
In questi minuti Patriarca è a Montecitorio impegnato nella discussione sulla legge elettorale (rinviata) e sul decreto delle Terra dei Fuochi. Lo raggiungiamo al telefono
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Patriarca, che succede?
Qualcosa di mai visto in queste aule. L’assalto ai banchi del Governo da parte dei grillini è stato di una tale violenza verbale e fisica che ha fatto davvero impressione, anche perché mi ha colto di sorpresa.
In che senso?
In Commissione affari sociali io mi confronto tutti i giorni con colleghi del M5S e devo dire che il dialogo è sempre stato proficuo e costruttivo. E questo mi sembra che succeda anche in altre commissioni. Poi arrivano in Aula e si scatenano. Sembrano adolescenti, gente che non è capace di dialogare, ma solo insultare e aggredire gli interlocutori.
Secondo lei come si spiega questa doppia faccia?
Col fatto che sono evidentemente eterodiretti. Al momento del voto intervengono quei due là, Grillo e Casaleggio, e tutto cambia: il Parlamento diventa una bolgia. È un meccanismo devastante che non consente ai pentastellati di fare realmente politica. Quello che sta succedendo ora con la riforma elettorale e il patto Renzi-Berlusconi è esattamente lo stesso schema che dato vita all’accordo Pd-Forza Italia per il governo Letta.