Economia

Le donne promuovono i centri oncologici italiani

Lo dice l’indagine “Oncologia a misura di donna”a cura di Onda

di Lorenzo Alvaro

Donne soddisfatte, in ben il 92% dei casi, delle cure ricevute nei reparti di oncologia medica italiani. “Promosse” anche l’informazione e le capacità relazionali del personale sanitario (93,2% di soddisfazione), che dimostrano i passi avanti compiuti rispetto a 40 anni fa, quando ammalarsi di cancro era un argomento tabù. Sono i dati di un’indagine dell’Osservatorio nazionale sulla salute della donna (Onda), presentata oggi al ministero della Salute.
Ma ancora qualcosa manca per raggiungere la perfezione. Il sostegno psicologico è infatti l’aspetto più deficitario: nonostante anche in questo caso la soddisfazione sia elevata (81% delle donne),
l’aspettativa ora è talmente alta da rendere necessari interventi strutturati. Di fronte a una diagnosi di tumore, infatti, le donne confidano in un aiuto psicologico, giudicato determinante nel 60% dei casi.
Inoltre, alla luce di una sanità percepita in generale come sempre più frammentata a livello regionale, in questo caso le differenze tendono a ridursi notevolmente: le donne del Nord-est sono tra le più soddisfatte (100%) delle cure e dei trattamenti ricevuti. Le isolane le meno contente (solo l’80%). Ma è sempre il sostegno psicologico a fare da “termometro”: il Nord-est riceve ancora la
medaglia d’oro con il 91% di soddisfazione contro il 50% delle isole e il 77% del Sud.
La presentazione dell’indagine apre il progetto triennale “Oncologia a misura di donna”a cura di Onda per valutare le realtà clinico assistenziali nell’oncologia femminile. L’iniziativa è patrocinata dall’Aiom (Associazione italiana di oncologia medica) e dal Goim (Gruppo oncologico Italia meridionale) e sostenuto dalla Fondazione Pfizer.
«I dati confortanti di questa ricerca», ha detto la presidente di Onda, Francesca Merzagora, «ci spingono ad analizzare in profondità tutte le strutture oncologiche italiane, la loro capacità
di porre la paziente al centro della cura e l’esistenza effettiva di servizi che consentano di aderire in maniera agevole al percorso diagnostico-terapeutico a loro dedicato. Il progetto prevede la
partecipazione diretta delle direzioni sanitarie di 423 ospedali italiani». «I risultati dell’indagine», ha aggiunto Francesco Cognetti, direttore dell’Oncologia medica A dell’Istituto nazionale tumori Regina Elena di Roma, «dovrebbero essere confermati su un campione più ampio. In ogni caso sembra emergere una generale richiesta delle pazienti a un maggiore sostegno psicologico soprattutto nelle fasi più critiche della malattia. E su questo tema c’è bisogno di un forte intervento organizzativo e normativo».



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